Alla kermesse Italia 5 Stelle che si apre oggi a Palermo con Beppe Grillo e Davide Casaleggio la sindaca di Roma Virginia Raggi arriverà domenica senza aver ancora completato la squadra. E il travaglio delle vicende romane rende l’appuntamento cruciale per tentare di buttarsi alle spalle le liti e i veleni che hanno infestato il Movimento negli ultimi mesi. Non sono attesi annunci sulle questioni più delicate come la proprietà del simbolo o le modifiche al non statuto, ancora in fieri. Ma saranno sul tavolo la revisione del regolamento, con i criteri per le espulsioni (Federico Pizzarotti, escluso dall’evento, ironizza: «Sul mio caso sono stati così lenti che neanche la burocrazia italiana: figuriamoci al governo») e la ridefinizione dell’assetto organizzativo, con il superamento del direttorio. Senza fughe in avanti su future leadership.
Certo è che rispetto alle due precedenti edizioni, il vento è cambiato: il M5S è orfano di Gianroberto Casaleggio, guru e cofondatore, il cui figlio Davide - che per la prima volta dovrebbe intervenire dal palco - ha ereditato le chiavi del blog e la gestione della piattaforma Rousseau. Ed è partita, con la conquista di Roma e di Torino (ci sarà anche la sindaca Chiara Appendino) la scalata al governo nazionale. Una corsa che però è sofferente. Sia per i problemi in cui è inciampato il candidato premier in pectore Luigi Di Maio - ieri sera a cena “blindato” in hotel a Palermo con Grillo, Casaleggio, Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi, che ha organizzato la manifestazione dopo essere stata allontanata dal mini-direttorio per i dissidi con Raggi, e altri fedelissimi - sia per il tallone d’Achille che il caso romano ha rivelato: la difficoltà di proporre una classe dirigente. Non è un caso che nel capoluogo siciliano potrebbe essere dato il “la” alla selezione di un centinaio di professionisti disponibili ad assicurare in futuro il loro contributo al Movimento.
La scaletta degli interventi fino a ieri sera era ancora top secret, scatenando malumori. In agenda temi cari ai Cinque Stelle come “no austerity”, difesa del made in Italy, energie rinnovabili, abolizione di Equitalia. Un’area sarà dedicata al no al referendum sulle riforme, un “villaggio” al sistema Rousseau.
Raggi, attesa in entrambe le giornate con 10-15 consiglieri (sui 29 totali), ha rinviato a domenica (giorno di chiusura della manifestazione pentastellata) la sua partecipazione alla kermesse, trattenuta a Roma dal crollo di una palazzina a Ponte Milvio. Forte del no a Roma 2024 che ha ricompattato il Movimento. La mozione che ratifica il cambio di indirizzo politico rispetto all’amministrazione Marino dovrebbe arrivare in assemblea capitolina martedì o giovedì: lunedì deciderà la capigruppo. La coordinatrice del Comitato promotore Diana Bianchedi ha inviato una lettera a ciascun consigliere rendendosi disponibile ad approfondire il dossier Olimpiadi. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ricordato che la decisione peserà come un macigno sul futuro: «Mi sembra improbabile che ci possa essere un’altra candidatura nei prossimi vent’anni». Critiche sono piovute da Raffaele Cantone, Luca Cordero di Montezemolo, Roberta Pinotti.
Ma la sindaca sa che sul no a Roma 2024 non si torna indietro. Nonostante questo, arriva a Palermo consapevole dell’ostilità degli “ortodossi”, preoccupati per la situazione romana. Ancora in stallo: è slittata alla prossima settimana la nomina dell’assessore al Bilancio, vacante da 24 giorni dopo l’addio di Marcello Minenna. In pole resta il giudice della Corte dei conti Salvatore Tutino, in pensione da pochi mesi, un passato da dirigente del ministero dell’Economia per anni alla guida del Secit, il Servizio consultivo e ispettivo tributario. Solo problemi tecnici, un supplemento di verifiche, minimizzano dal Campidoglio. Ma contro la designazione di Tutino e di altri quattro giudici alla Corte dei conti, il 21 dicembre 2013 - poco prima che entrasse in vigore il tetto di 300mila euro al cumulo di pensioni, vitalizi e stipendi pubblici - avevano tuonato due big del Movimento come Di Battista e Carla Ruocco. Riempire la casella del Bilancio (e quella di capo di gabinetto) è vitale per l’amministrazione: c’è da decidere se varare l’assestamento bis. C’è da lavorare al bilancio di previsione 2017-2019. E c’è da affrontare il nodo partecipate, a partire da Ama (rifiuti) e Atac (trasporti). L’assessore ad hoc dovrebbe essere individuato a giorni. Su questo fronte lavora anche il consiglio comunale. «La maggioranza nelle commissioni Bilancio e Personale - anticipa il capogruppo M5S Paolo Ferrara - sta per varare le linee guida per la gestione delle partecipate, che recepiscono le novità del Testo Unico puntando su razionalizzazione e valorizzazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA