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Grillo (con Assange) torna ai fondamentali per riempire il vuoto…

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LA KERMESSE A PALERMO

Grillo (con Assange) torna ai fondamentali per riempire il vuoto lasciato da Casaleggio

La presse
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I palloncini, colorati, sono volati in cielo accompagnati dalla voce di Mario Del Monaco. «Un amore così grandeeee, un amore così». Chissà se sono arivati a destinazione e se lassù Gianroberto Casaleggio li ha ricevuti. A tutti piace pensare che sì, che il fondatore del Movimento 5 Stelle abbia ricevuto quel pensiero, dedicatogli a nome di tutti da Roberta Lombardi, responsabile del gruppo di lavoro che ha organizzato questa edizione della festa Italia 5Stelle che si è tenuta nel grande prato del Foro Italico a Palermo.

Ed è stato l’ennesimo gesto simbolico, in questa due giorni in cui i grillini hanno recuperato Beppe Grillo dovendo fare i conti appunto con la grande assenza, quella di Casaleggio padre che a stare dietro al movimento ci «è morto» ha ripetuto più e più volte Beppe Grillo. E alla fine, anche dopo il blues cantato dal comico genovese che ha chiuso così la kermesse, si torna a casa con la senzazione netta che questa possa essere stata l’occasione per cominciare a riempire quel vuoto, lasciato da Gianroberto, fine ideologo possiamo dire ma soprattutto grande stratega e organizzatore. Un vuoto che negli ultimi mesi, come è noto, ha creato non pochi problemi. 

Che Grillo, nelle sue notti insonni a causa della gastrite cronica, ha valutato e soppesato decidendo di prendere le redini del movimento, tornando a esserci,a decidere perché al famoso «passo di lato» non ha mai veramente creduto: più che padre nobile, vecchio patriarca che tutto sa e tutto può dire tranquillizando i propri figli, mettendoli a loro agio, ridando carica e coraggio. Si tratta di sensazioni, per carità. Ma i fatti e persino la liturgia utilizzata dal comico genovese per chiudere la manifestazione confermano l’ipotesi di un salto nella strategia con un chiaro ritorno al passato, peraltro già annunciato dallo stesso Grillo nel suo discorso di apertura.

Ed ecco dunque tornare Grillo il mattatore, il comico che tratta di politica e di economia, che disquisisce di Costituzione e di energia rinnovabile. E prova a rassicurare un movimento che si è a un tratto ritrovato nel cuore del gioco grande della politica: «Noi sette anni fa dicevamo che non era possibile vincere le elezioni a Roma - dice -. L’impossibile non esiste. Più voliamo in alto più quelli che non volano in alto ci sembreranno sempre più piccoli». Il comico lancia messaggi da vecchio guro alternandoli con la sua proverbiale ironia: «Oggi abbiamo consacrato che siamo dei falliti, che è una meraviglia, siamo i perdenti giusti. Essere pessimisti è bellissimo, dire di no è la più alta poesia della politica». E poi: «Io non sono il capo politico, vorrei che oggi mi chiamaste l’elevato. Non vorrei che vi fidaste molto di me, dico tutto e il contrario di tutto». Lì scattano i cori dei militanti presenti: «Elevato, elevato!». E a quel punto Grillo, per i militanti solo Beppe, ha aggiunto: «Qua però mi prendete per il c.... Ma voi non dovete neanche darmi retta perché io dico tutto e il contrario di tutto, dipende come mi sveglio». E poi rivolgendosi al popolo pentastellato ha ripetuto: «Noi siamo perdenti lo sapete, siamo destinati al fallimento... ma è bello essere pessimisti e dire di no è la più alta poesia della politica. Il pessimista vive di più dell’ottimista».

 Tutta l’impostazione del suo discorso è improntata allo show e con un ritorno di vecchi cavalli di battaglia del movimento: l’ostilità nei confronti dei giornalisti, l’energia rinnovabile, la Costituzione, la grande finanza.

Nel caso dei giornalisti pesa e non poco il racconto che la stampa ha fatto dell’esperienza di Virginia Raggi a Roma: «I nostri giornalisti che fanno paginate meravigliose sulla Raggi che ha i peli o la cellulite.. questo è il giornalismo medio di oggi» dice Grillo. E a dargli man forte arriva, collegato via Skype, Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, che a proposito di giornalisti, nella terra in cui i cronisti sono morti ammazzati dalla mafia per le loro inchieste a difesa della libertà di tutti, dice: «Mi sono occupato di guerre e morti causate dalle guerre, quasi sempre sono causate dalle menzogne, quelle che leggiamo sulla stampa. Ogni giornalista è in media responsabile di 10 morti. Siete riusciti a sbaragliare la stampa corrotta, e questo è avvenuto grazie a Grillo e alla buona volontà». Parla anche di Costituzione, Grillo, senza fare alcun riferimento al referendum: «La Costituzione è stata scritta negli anni 50: i padri fondatori l'hanno fatta in un modo semplice, che si potesse capire, perché c’era un laureato ogni due milioni di abitanti. Allora perché ci vuole un costituzionalista per capirla? Perché non c’è nessuna informazione».

Il terzo raduno dei grillini si chiude con il blues cantato da Grillo: «Voi siete siciliani, avete il barocco che non si può. Siciliani, siciliani, in alto le mani! La rivoluzione comincia da qui». Il pensiero è alle elezioni amministrative alle regionali del 2017. Un altro gioco grande. Grillo, il capo politico, ha già risposto: presente.

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