Italia

M5s, Raggi: «Siamo uniti, non mollo»

  • Abbonati
  • Accedi
la kermesse di palermo

M5s, Raggi: «Siamo uniti, non mollo»

«Che bello vedere che siamo uniti. Non mollo, non mollo». La sindaca di Roma Virginia Raggi esordisce così dal palco della kermesse Italia 5 Stelle a Palermo, sotto una pioggia battente. È lei la protagonista assoluta della seconda giornata della manifestazione, la croce e la delizia del Movimento. La star su un palcoscenico vitale per la scalata del M5S al governo nazionale, al quale guardano con preoccupazione anche molti esponenti pentastellati.

Raggi: non mollo, porteremo rivoluzione gentile
La sindaca - che in mattinata appena atterrata ha incontrato all’Hotel Posta Beppe Grillo e Davide Casaleggio - parla dell’emergenza del crollo del palazzo a Ponte Milvio, che ha dovuto affrontare ieri. E sostiene: «Dobbiamo lavorare sull’ordinario anche per saper gestire le emergenze». L’obiettivo dichiarato è «portare una rivoluzione gentile nelle istituzioni, ricostruire quello che non funziona. Non dobbiamo perseguire consenso - afferma - ma fare ciò che è giusto, ciò che serve perché per troppo tempo non è stato fatto. Finora si è pensato a costruire i bacini elettorali accontentando le lobby».

«Facciamo paura, per questo ci attaccano»
Poi arriva l'attacco: «Per questo noi facciamo paura, perché abbiamo le mani libere: non dobbiamo dire sì a nessuno, se non ai cittadini. Facciamo talmente paura che da quando siamo entrati a Roma non fanno che attaccarci. Pare che l'ultima moda sia attaccare le mie orecchie».

Ride, la sindaca, e aggiunge: «La cosa vergognosa è che è proprio il premier ad attaccarci: Renzi, che non ha rottamato nessuno, che siede al tavolo». Il primo applauso arriva quando ricorda il no «detto con forza» alle Oimpiadi: «Se hanno tremato con il no alle Olimpiadi, con il no al referendum vedranno la loro fine». Si intonano cori “Virginia-Virginia”. Lei: «Sono contenta che mi sostenete e io sostengo voi perché sostengo il progetto. È arrivata la loro fine. Se siamo qui dobbiamo ringraziare due pazzi visionari e sognatori: Beppe e Gianroberto». Guarda lontano la sindaca: «Dopo Roma e Torino, tocca a Palermo e poi alla Sicilia e poi all'Italia. Il futuro è nelle nostre mani, adesso tocca a noi. Io non mollo ma non dovete mollare neanche voi».

L’incognita dell’avventura romana
La verità è che il discorso di Raggi si limita al minimo sindacale. Non tocca alcun tasto delicato. Non accenna alla squadra ancora da completare, monca ormai da 25 giorni: mancano ancora le caselle dell’assessorato al Bilancio (sul giudice della Corte dei conti Salvatore Tutino pendono difficoltà tecniche legate al fatto che non è in pensione), di quello alle Partecipate (dove dovrebbe approdare Alessandro Gennaro, commercialista 39enne docente a contratto di Finanza internazionale alla Sapienza), del capo di gabinetto, dell’amministratore unico di Ama. Non parla degli tsunami intorno alla sua amministrazione che hanno travolto il mini-direttorio e indebolito il direttorio. Non contiene alcun annuncio, alcun progetto concreto, alcuna direzione.

Raggi: dirò presto il nome dell’assessore al Bilancio
Soltanto durante la mattina, assediata da fotografi e cronisti a loro volta insultati dagli attivisti, la sindaca ha rassicurato: «Dirò presto il nome dell'assessore al Bilancio». A chi le chiedeva se si fosse consultata con Grillo per le nomine ha risposto: «Io mi sono confrontata con gli assessori e i miei consiglieri». La partita è quella: si gioca sul filo sottile che corre tra l’autonomia rivendicata dalla sindaca (e costata cara in termini di compattezza del Movimento) e la necessità, ricordata ieri da Grillo, di recuperare lo spirito delle origini.

© Riproduzione riservata