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Rifiuti, Galletti: a Roma serve più differenziata e un impianto di incenerimento

«Per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma limitando al minimo il ricorso al conferimento in discarica» la Regione Lazio deve puntare «sullo sviluppo della raccolta differenziata, e potenziare la capacita' impiantistica di incenerimento per il recupero energetico delle frazioni secche non riciclabili». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, in Commissione Ambiente al Senato per parlare del caso dei rifiuti nelle Regioni, con un particolare focus su Roma.


Senza Piano regionale un nuovo impianto di incenerimento

Galletti ha fatto leva sull'articolo 35 di 'Sblocca Italia', che prevede «la necessita' di realizzare un nuovo impianto di incenerimento con una capacita' pari a 210.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani e assimilati, salvo che il Piano Regionale non venga aggiornato prevedendo diverse soluzioni». Un Dpcm, prosegue Galletti, «che è cognitivo. Diventa cogente quando non c'e' un piano rifiuti approvato a livello regionale».

«Da parte del mio ministero - ha aggiunto - c'e' ampia disponibilita' ad andare verso quelle regioni che dimostrano di avere un piano che permetta di raggiungere gli obiettivi previsti. Oggi purtroppo quasi il 40% dei rifiuti di questo Paese va in discarica. Quindi dico: chiudiamo il ciclo integrato di rifiuti. Qualora non ci sia un atto o un progetto approvato dalla regione che va in questo senso, allora devo dare seguito all'art.35 che da' via alla costruzione di termovalorizzatori».

Dopo la chiusura di Malagrotta

Il Comune di Roma ha poi sottolineato non ha impianti sufficienti per smaltire i rifiuti che produce e raccoglie solo il 41% della spazzatura in modo differenziato, contro un obbligo di legge del 65%.
Nel 2015, ha spiegato il ministro, «i rifiuti urbani prodotti da Roma sono stati 1.700.768 tonnellate. Si stima la produzione di circa 700.320 tonnellate di differenziata (41,17%) e 1.000.448 tonnellate di rifiuto indifferenziato». Per lo smaltimento dell'indifferenziato, «Roma ha 4 impianti
Tmb (trattamento meccanico biologico) che possono trattare 3mila tonnellate al giorno. La capitale produce però 3.206 tonnellate di indifferenziato al giorno, a cui si aggiungono 300 tonnellate da Ciampino, Fiumicino e Città del Vaticano. Di conseguenza 500 tonnellate al giorno devono essere smaltite altrove». Per la parte umida (destinata a diventare concime compost) la situazione è ancora peggiore. «La produzione al momento è di 200mila tonnellate all'anno, ma l'unico impianto di compostaggio, quello di Maccarese, può trattarne sono 30mila». In tutto il Lazio la capacità di smaltimento ora è di “250.500 tonnellate all'anno, (di cui solo 70.500 effettivamente operativa). Il fabbisogno di compostaggio, se si arrivasse al 65% di raccolta differenziata, ammonterebbe a circa 500mila t/anno».
Per quanto riguarda l'incenerimento, «solo una parte dei rifiuti trattati in uscita dai Tmb di Roma vengono portati agli impianti di termovalorizzazione di San Vittore e Colleferro, gli unici operativi nella Regione, non sufficienti a soddisfare
l'attuale fabbisogno».

Sta a Roma capitale garantire adeguati servizi rifiuti

«È compito di Roma Capitale, per il tramite anche della sua in-house Ama Spa, laddove stabilito, avviare le diverse frazioni di rifiuto provenienti dalla raccolta di rifiuti urbani anche differenziati ad impianti in possesso delle necessarie autorizzazioni, nel rispetto dei principi di prossimità, economicità e sostenibilità ambientale» ha detto Galletti analizzando le criticità del sistema a Roma.
«Questo - ha sottolineato il ministro - per garantire alle utenze un servizio adeguato e commisurato alla tariffa corrisposta, che vede in Roma Capitale costi specifici annui pro capite più elevati rispetto ai valori medi degli altri comuni» come emerge dai dati indicati da Ispra nel Rapporto Rifiuti 2015.
«La stessa Ama ha infine inteso chiarire - ha aggiunto il ministro - che l'attuale situazione di criticità è dovuta sia al 'deficit infrastrutturale cronico della città di Roma e della Regione Lazio', e sia ad altre 'ben più complesse e articolate ragioni', di cui questo ministero non è a conoscenza».

In molti comuni della Sicilia differenziata ancora assente
«In molti Comuni siciliani la raccolta differenziata non viene ancora realizzata» ha avvertito Galletti parlando delle altre regioni italiane. Per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati prodotti nel 2014 in Sicilia si arriva «a 2.049.247 tonnellate, che rappresentano una quota pari all'89 % dei rifiuti urbani prodotti in Regione».

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