«Gli sprechi si vanno sistematicamente riducendo ma ci sono ancora margini apprezzabili per accrescere ulteriormente l’efficienza dei servizi erogati dalle Amministrazioni pubbliche. La recente riforma del bilancio dello Stato renderà ancor più sostenibile, efficace e trasparente la programmazione della spesa». Lo afferma il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nell’introduzione alla Nota di aggiornamento del Def pubblicata in serata sul sito del Ministero delle Finanze, nella quale sono riviste al ribasso dallo 0,5 allo 0,1% del Pil le entrate delle privatizzazioni per il 2016 (mentre si mantengono le previsioni di introiti da privatizzazioni per i prossimi tre anni).
La disoccupazione si attesterà all'11,5% nel 2016 per poi scendere al 10,8% nel 2017 e al 10,3% nel 2018. Solo nel 2019 calerà sotto il 10% (9,9%).
Padoan: debito comincia a scendere nel 2017
Il debito pubblico quest’anno non scenderà. «Risentendo della minore intensità della ripresa e della debole dinamica dei prezzi il rapporto debito/Pil comincerà a ridursi a partire dal 2017» scrive Padoan. Nel 2016 il debito si attesterà al 132,8% per iniziare a calare dal 2017 quando è previsto arrivare al 132,5%. Il deficit strutturale rimarrà invece all'1,2%, come quest'anno, per iniziare a ridursi dal 2018 allo 0,7% e arrivare allo 0,2%, in sostanza al pareggio, nel 2019. «La dinamica degli investimenti pubblici è attesa in crescita anche nel 2016 e nei prossimi anni, collocandosi attorno al 2,3 per cento in media nel periodo 2016-2019: in sostanza in questi anni l'indebitamento viene utilizzato per finanziare gli investimenti fissi, una buona prassi per aumentare la crescita potenziale» scrive ancora Padoan.
Def: obiettivo Pil +1% nel 2017
In base ai dati contenuti nella nota di aggiornamento al Def approvata nella tardissima serata di ieri dal Consiglio dei ministri quest'anno il Pil crescerà dello 0,8%, cioè quattro decimali in meno rispetto all'1,2% previsto del Documento di aprile, mentre per l'anno prossimo il «tendenziale», cioè appunto il risultato che l'economia otterrebbe senza nuovi interventi, è indicato dal governo allo 0,6%: toccherà appunto agli stimoli della manovra farlo salire fino al +1%, il nuovo obiettivo fissato per il 2017 al posto dell'1,4% ipotizzato ad aprile. A permettere questa spinta all'interno della nuova legge di bilancio, che dovrebbe di conseguenza valere fra i 22 e i 25 miliardi (15 ne servono per lo stop alle clausole di salvaguardia che avrebbero fatto aumentare l'Iva), è lo spazio aggiuntivo che il governo punta a ottenere nel corso del difficile confronto con l'Europa, destinato a sfociare a metà novembre nel giudizio ufficiale.
Def: deficit al 2%, manovra 0,5% Pil per 2017
La nota di aggiornamento al Def fissa al 2% il rapporto fra deficit e Pil per l'anno prossimo, contro il 2,4% con cui si chiude il 2016. Le tabelle approvate ieri, però, aggiungono un ulteriore 0,4%, riconducibile alle circostanze eccezionali per sisma e migranti. Il nuovo obiettivo di indebitamento netto programmatico per il 2017 fissato al 2% a fronte dell'1,8% precedentemente stimato in primavera «richiede una manovra per il 2017 pari allo 0,5% del Pil» da dettagliare nella legge di bilancio.
Pressione fiscale in leggero aumento
Nel 2016 la pressione fiscale a legislazione vigente cala di 0,8 punti percentuali rispetto al 2015, collocandosi al 42,6 per cento. La pressione fiscale è in calo al 42,6% quest’anno, ma è destinata a salire al 42,8% nel 2017 e ad attestarsi al 42,7% sia nel 2018 e 2019. Al netto del bonus degli 80 euro, la pressione fiscale, al 42,1% quest’anno sale di un decimo di punto nel 2017 al 42,2%. Valore confermato nel 2018 e 2019.
Padoan: con lotta evasione giù tasse, stop clausole
Nel 2017 ci saranno nuovi interventi di taglio delle tasse con lo stop alle clausole di salvaguardia e «ulteriori misure di alleggerimento per le imprese» che
saranno finanziate anche grazie alla «strategia di contrasto all'evasione, che privilegia attività in grado di incentivare l'assolvimento degli obblighi tributari e favorire l'emersione spontanea». Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nella premessa alla nota di aggiornamento al Def.
Upb: ok quadro 2016-17 a rischio stime 2018-19
Intanto l’Ufficio parlamentare di bilancio ha validato positivamente il quadro macroeconomico tendenziale 2016-17 inserito dal Mef nella nota di aggiornamento del Def, tuttavia l'Ufficio evidenzia nelle stime per il biennio
successivo «la presenza di rilevanti fattori di rischio negativo» sia sulla crescita che sull'inflazione. «Ciò induce preoccupazione sull'effettiva realizzabilità delle previsioni stesse», aggiunge l’Upb.
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