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Referendum, vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni: «Uniti…

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gli 80 anni del cavaliere

Referendum, vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni: «Uniti per il No, non è salto nel buio»

Il centrodestra serra le file a sostegno del “No” al referendum costituzionale indetto dal governo per domenica 4 dicembre. La riforma del governo «è il contrario di quello di cui l’Italia ha bisogno: istituzioni efficienti, nelle quali finalmente i cittadini possano di nuovo riconoscersi, dopo anni di governi che non hanno mai ricevuto il voto degli italiani. La vittoria del No» al referendum «non sarà un salto nel buio, né la fine di un processo riformatore». È la sintesi di una nota di Forza Italia dopo l’incontro che si è tenuto nel pomeriggio a Milano tra Silvio Berlusconi (alla vigilia dell’80esimo compleanno, che il Cavaliere festeggia il 29 settembre), Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che escludono un governo di larghe intese in caso di vittoria del No. E annunciano che «si impegnano fin d’ora a farsi promotori di una nuova riforma costituzionale» che, tra l’altro, «introdurrà il presidenzialismo con l’elezione diretta del Capo dello Stato».

Il messaggio di Berlusconi
La riunione odierna archivia gli scontri aperti della scorsa primavera sulla candidato sindaco del centrodestra a Roma e si traduce in un doppio messaggio. Il primo è che, 80 anni o no, l’ex premier vuole ricordare a tutti che lui è ancora in campo, il secondo è che l’alternativa a Renzi c'è e non sono i 5stelle, ma il centrodestra. Ormai da giorni, grazie anche a un notevole miglioramento della salute dopo l’operazione al cuore (anche se il Cavaliere potrebbe nei prossimi giorni recarsi negli Stati Uniti per sottoporsi ad alcuni controlli) il leader azzurro è tornato ad occuparsi attivamente di politica. Il gran rientro è già previsto per metà novembre quando si terrà la conferenza programmatica.

Centrodestra: impegno per no a referendum
«I leader delle maggiori forze politiche del centro destra, Silvio Berlusconi, Presidente di Forza Italia, Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d'Italia e Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega Nord, si sono incontrati questo pomeriggio a Milano» si legge nella nota. «I tre leader - si spiega ancora - hanno concordato sulla necessità di un forte impegno del centrodestra, unito nella battaglia contro una falsa riforma, che non riduce i costi della politica, non rende le istituzioni più efficienti, ma limita gli spazi di democrazia nel paese e rischia di affidare a una minoranza non rappresentativa poteri illimitati, senza adeguati controlli e contrappesi».

«Niente sostegno a governo senza fiducia dei cittadini»
Forza Italia, Lega e Fdi hanno poi chiudono la porta a un governo di unità nazionale in caso di vittoria del No e di dimissioni di Renzi. «Non per nostra scelta, ma per
decisione del Presidente del Consiglio, il referendum sarà anche un giudizio sul governo Renzi. Tale giudizio non può che essere gravemente negativo.Dopo la vittoria del No riteniamo che il Governo dovrà trarne le conseguenze, e in ogni caso escludiamo qualsiasi sostegno parlamentare ad un esecutivo che non abbia la fiducia dei cittadini», spiega ancora la nota. Un modo per allontanare il sospetto di riedizione del Patto del Nazareno, che alligna tra Lega e Fdi. Tra gli obiettivi del dopo referendum si elenca anche la modifica dell’Italicum, con «l’approvazione di una nuova legge elettorale» sulla quale, i tre partiti annunciano che «presenteranno una proposta comune».

Renzi: no a referendum per mandarmi casa
E mentre il ministro dell’Interno e leader del Ncd si dice convinto del fatto che«anche se vince il no, bisogna andare avanti con questo governo», Renzi continua nella nuova strategia, che punta sulla “spersonalizzazione” del referendum, nel tentativo di slegarlo dal giudizio sull’operato del suo governo. «Non si utilizzi il referendum in nome del desiderio di buttar giù il governo. Si manda a casa per sempre la riforma. Quella è un'occasione perduta. È più bello se si potesse votare nel merito e poi scegliere un front runner del centrodestra e dei 5 stelle» afferma il premier ai microfoni di Rtl 102.5. E ribadisce: «Se questo referendum non passa sarà un problema in più per l’Italia, se passa saremo più forti a livello europeo».

La campagna del premier
Intanto giovedì Renzi arriverà, alle 21, nella sua città, Firenze, per una tappa della campagna elettorale. Il premier ha scelto una data simbolica: il 29 settembre di otto anni fa, infatti, al Palazzo dei Congressi, si candidò alle primarie per fare il sindaco di Firenze. Non sarà, però, una “operazione nostalgia”: sul palco, si apprende dagli organizzatori, ci sarà la coreografia tipica delle manifestazioni di “Bastaunsì”, anche se è possibile qualche richiamo al percorso fatto dalla candidatura a sindaco fino a oggi. Intanto l'organizzazione della campagna sta lavorando per mettere a punto la strategia di comunicazione per i prossimi due mesi. Strategia, che vedrà il premier e i ministri impegnati in numerosi incontri pubblici, i volontari impegnati nel “porta a porta” ma anche l’uso degli strumenti social e una app per spiegare i contenuti della riforma.

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