Ecco una prova a favore dello sport come metafora della vita. Cose attese da tantissimo tempo possono verificarsi insieme, nell'arco di pochi giorni e nello stesso luogo. I Chicago Cubs, squadra di baseball, hanno appena vinto il titolo nazionale Usa dopo 108 anni di attesa, e ieri a Chicago l'Irlanda del rugby ha battuto per la prima volta gli All Blacks: ci provava da 111 anni e, nei precedenti 28 incontri, aveva raccolto la miseria di un pareggio.
I colossi in nero interrompono la striscia vincente di 18 partite - record all time per le formazioni di prima fascia nel panorama internazionale - proprio alla vigilia della loro tournée in Europa, che apriranno sabato all'Olimpico di Roma contro gli Azzurri. La scelta del Soldier Field di Chicago è prettamente economica: un mercato vasto e da penetrare ancora meglio per il brand All Blacks e una città dove gli abitanti di origine irlandese si contano a decine di migliaia, tanto è vero che lo stadio (da oltre 60mila posti) appariva strapieno.
Il capolavoro del ct dei Verdi Joe Schmidt (che è... neozelandese) è dovuto in buona parte a un primo tempo di dominio, nel punteggio (25-8) e nel gioco, da parte di una squadra ispirata, lucida e indemoniata, che oltretutto ha sfruttato con un parziale di 12-0 - frutto di due mete e una trasformazione - i 10 minuti di superiorità numerica per l'espulsione temporanea di Moody.
I neozelandesi, per una volta, sono partiti un po' svagati e lungo tutto l'arco della partita hanno commesso più errori del solito. Può avere pesato la serie di appuntamenti in terra Usa dedicati alle pubbliche relazioni (sfilata in onore dei Cubs compresa), ma probabilmente i problemi maggiori sono venuti dalle scelte più o meno obbligate di formazione: alla guida della mischia il mediano Aaron Smith è parso lontano dai suoi standard, e in seconda linea le assenze contemporanee di Whitelock, Retallick e del rimpiazzo n. 1 Romano si sono fatte sentire, tanto più che forse anche la terza linea può essere uscita indebolita dal passaggio in seconda di Kaino.
Ma gli All Blacks sono gli All Blacks e di solito superano anche queste difficoltà. Tre anni fa, a Dublino, hanno vinto al fotofinish un match nel quale l'Irlanda si era portata sul 19-0. Stavolta sono andati vicini alla rimonta (da 8-30 a 29-33) ma poi sono definitivamente crollati. Le assenze non sono una giustificazione, a maggior ragione perché a un certo punto l'Irlanda ha perso il faro Sexton (sostituito dall'esordiente Carbery) ma ha resistito egregiamente. Spirito e tecnica, gioco di squadra e pezzi di bravura individuale, come la meta di Murray nel primo tempo. Cinque in tutto le segnature pesanti dell'Irlanda, contro le quattro degli avversari.
Il Trifoglio supera la Felce nel pomeriggio che era iniziato con una scena toccante: la Haka è stata fronteggiata dagli irlandesi schierati in modo da disegnare un grande numero 8: era la maglia di Anthony Foley, 62 presenze in Nazionale, anima del Munster da giocatore e da tecnico, morto improvvisamente a 43 anni poche settimane fa.
LA PARTITA
Irlanda-Nuova Zelanda 40-29 (primo tempo 25-8). Per l'Irlanda: 5 mete (Murphy, Stander, Murray, Zebo, Henshaw), 3 calci piazzati (Sexton 2, Murray), 3 trasformazioni (Sexton 2, Carbery). Per la Nuova Zelanda: 4 mete (Moala, Perenara, B. Smith, S. Barrett), 1 calcio piazzato (B. Barrett), 3 trasformazioni (B. Barrett). Calci fermi: Sexton 4 su 6, Murray 1 su 1; Carbery 1 su 2; B. Barrett 4 su 5. Cartellino giallo per Moody (Nuova Zelanda)
LE ALTRE PARTITE DI IERI
Galles-Sudafrica 8-32
Giappone-Argentina 20-54
Barbarians-Sudafrica 31-31
LA SERIE VINCENTE DEGLI ALL BLACKS
1. Nuova Zelanda-Australia 41-13 (Auckland, 15 agosto 2015) 2. Nuova Zelanda-Argentina 26-16 (Londra-Wembley, 20 settembre 2015, Coppa del Mondo) 3. Nuova Zelanda-Namibia 58-14 (Londra-Stadio Olimpico, 24 settembre 2015, Coppa del Mondo) 4. Nuova Zelanda-Georgia 43-10 (Cardiff, 2 ottobre 2015, Coppa del Mondo) 5. Nuova Zelanda-Tonga 47-9 (Newcastle, 9 ottobre 2015, Coppa del Mondo) 6. Nuova Zelanda-Francia 62-13 (Cardiff, 17 ottobre 2015, Coppa del Mondo) 7. Nuova Zelanda-Sudafrica 20-18 (Londra-Twickenham, 24 ottobre 2015, Coppa del Mondo) 8. Nuova Zelanda-Australia 34-17 (Londra-Twickenham, 31 ottobre 2015, Coppa del Mondo) 9. Nuova Zelanda-Galles 39-21 (Auckland, 11 giugno 2016) 10. Nuova Zelanda-Galles 36-22 (Wellington, 18 giugno 2016) 11. Nuova Zelanda-Galles 46-6 (Dunedin, 25 giugno 2016) 12. Australia-Nuova Zelanda 8-42 (Sydney, 20 agosto 2016, Championship) 13. Nuova Zelanda-Australia 29-9 (Wellington, 27 agosto 2016, Championship) 14. Nuova Zelanda-Argentina 57-22 (Hamilton, 10 settembre 2016, Championship) 15. Nuova Zelanda-Sudafrica 41-13 (Christchurch, 17 settembre 2016, Championship) 16. Argentina-Nuova Zelanda 36-17 (Buenos Aires, 2 ottobre 2016, Championship) 17.Sudafrica-Nuova Zelanda 15-57 (Durban, 9 ottobre 2016, Championship) 18. Nuova Zelanda-Australia 37-10 (Auckland, 22 ottobre 2016).
© Riproduzione riservata