«Al di là di quel che appare sui giornali il centrodestra è compatto. Tutti i partiti che lo compongono sanno che se rompono la coalizione si condannano all'irrilevanza. Lavoriamo a un programma da presentare gli italiani». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Radio Anch'io, aggiungendo: «Il resto appartiene alle schermaglie politiche e alle ambizioni personali che non interessano agli elettori». Circondato da cartelli con su scritto “Salvini premier”, il leader della Lega ha lanciato sabato da Firenze la sua candidatura alla leadership del centrodestra.
Da Padova, nella stessa giornata, la risposta di Parisi, investito da Berlusconi del compito di rifondare il centrodestra, è stata lapidaria. «Noi non siamo quella roba che è a Firenze», «la risposta non è Salvini, non sono le ruspe, gli slogan ma la capacità di dare risposte» ha detto Mr Chili, accompagnato da un messaggio di sostegno Berlusconi.
Berlusconi: no ruoli Parisi se contrasto con Salvini
Oggi, per la prima volta la presa di distanza dell’ex Cavaliere, consapevole del rischio rottura nel centrodestra. «Parisi cerca di avere un ruolo nel centrodestra - ha detto Berlusconi - ma avendo questa situazione di contrasto con Salvini credo che questo ruolo non possa averlo». Berlusconi ha poi assicurato che tra Lega e Forza Italia non ci sono «rotture definitive» ma solo «scontri personali» tra Matteo Salvini e Stefano Parisi. Con la consapevolezza che se Lega e Forza Italia rompono la coalizione si condannano all’irrilevanza. A seguire un messaggio rassicurante per i colonnelli del partito. «Noi cerchiamo protagonisti nuovi, senza fare rottamazioni di cui non abbiamo bisogno».
Parisi: chi sta con Salvini perde le elezioni
E in serata è arrivata la replica dell'ex candidato alla poltrona di sindaco di Milano, Stefano Parisi: «Non si governa con gli slogan. Con le ruspe non si governa l'Italia», ha detto Parisi a Porta a Porta, aggiungendo un lapidario: «Chi sta con Salvini perde le elezioni».
Salvini: su leadership scelgono i cittadini
«Non vedo l’ora che arrivi il 4 dicembre per mandare in soffitta una brutta riforma, poi sceglieranno i cittadini», ha rilanciato invece il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando la sua candidatura alla leadership del centrodestra. «Io sono pronto a sfidare anche domani Renzi», ha aggiunto, spiegando che «è il momento del coraggio, delle scelte di osare», come ha dimostrato la vittoria di Trump, fino al 4 dicembre. «Il mio impegno è per il No alla pessima riforma costituzionale - ha aggiunto - poi si discuterà di tutto il resto». E ha rincarato così la dose: «Con gli amici di Alfano, Verdini e
Cicchitto non si costruisce il futuro del Paese».
Meloni: primarie per la leadership
E Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a proposito dello scontro nel centrodestra sulla leadership, ha rilanciato sulle primarie: «Siamo una classe dirigente - ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera - che ha l’età giusta per competere. La piazza di Firenze può essere l'embrione da cui si svilupperà nelle prossime settimane un nuovo percorso». E ha aggiunto: «Sono favorevole alle primarie. Poi il sistema di selezione può essere questo o un altro, ma la selezione dovrà avvenire dal basso senza alcuna investitura».
«Vincerà il No al referendum, buonsenso prevarrà»
Quanto al referendum costituzionale del 4 dicembre, Berlusconi si è detto convinto che «il buonsenso prevarrà e bocciatura di questa riforma consentirà di scrivere poi una riforma seria e condivisa di cui il paese ha bisogno». Una riforma che «deve contenere l’elezione diretta del capo dello Stato». Il leader di Fi ha ribadito suo punto di vista molto critico sull’impianto della riforma costituzionale oggetto di referendum confermativo: «Chi vince - ha detto - diviene padrone del governo, padrone della Camera che fa le leggi, elegge il Capo dello Stato, della corte Costituzionale, insomma padrone dell’Italia e degli italiani. C’è il rischio di deriva autoritaria che metterebbe a rischio la democrazia».
«Con No succede nulla, mente chi dice contrario»
Nessun rischio poi verrebbe, secondo Berlusconi, da una vittoria del No. «Non succede nulla come non è successo nulla con la Brexit e con Trump: sono quelli del sì con le loro bugie che dicono che succederà qualcosa. Noi andremo avanti come adesso», ha affermato l’ex Cavaliere.
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