Italia

Il Papa ai neo cardinali: il virus dell'inimicizia è tra noi

  • Abbonati
  • Accedi
il concistoro di francesco

Il Papa ai neo cardinali: il virus dell'inimicizia è tra noi

Ai nuovi cardinali della Chiesa universale il Papa affida il messaggio di vicinanza e inclusione verso chi, nella società, sempre più spesso è percepito come un nemico. Nella Basilica di San Pietro Francesco ha celebrato il rito del Concistoro con cui ha creato 17 nuovi cardinali, di cui 13 “elettori” in un eventuale Conclave (uno era assente per motivi di salute). È un'omelia-messaggio al mondo: «Rapidamente chi sta accanto a noi non solo possiede lo status di sconosciuto o di immigrante o di rifugiato, ma diventa una minaccia, acquista lo status di nemico. Nemico perché viene da una terra lontana o perché ha altre usanze. Nemico per ilcolore della sua pelle, per la sua lingua o la sua condizione sociale, nemico perché pensa in maniera diversa e anche perché ha un'altra fede. Nemico per…possiamo aggiungere».

Insomma, solo «polarizzazione e esclusione» e per «risolvere conflitti».

Alle nuove porpore ricorda la loro missione, come per gli apostoli: «L'elezione invece di mantenerli in alto sulla montagna, sulla cima, li conduce al cuore della folla, li pone in mezzo ai suoi tormenti, sul piano della loro vita». Tutto in quadro di inclusione e accoglienza, quindi i rifugiati per primi, le prime vittime di quell'atteggiamento che marca le differenze e poco a poco «si trasformano in sintomi di ostilità, minaccia e violenza. Quante ferite si allargano a causa di questa epidemia di inimicizia e di violenza, che si imprime nella carne di molti che non hanno voce perché il loro grido si è indebolito e ridotto al silenzio a causa di questa patologia dell'indifferenza! Quante situazioni di precarietà e di sofferenza si seminano attraverso questa crescita di inimicizia tra i popoli, tra di noi! Sì, tra di noi, entro le nostre comunità, i nostri presbiteri, le nostre riunioni».

Cerimonia durata un’ora e mezzo
Ma c'è anche un forte messaggio “interno” alla Chiesa, dove spesso i cardinali si trasformano in centri di potere o capi-corrente: nell'omelia ha osservato che «il virus della polarizzazione e dell'inimicizia permea i nostri modi di pensare, di sentire e di agire. Non siamo immuni da questo e dobbiamo stare attenti
perché tale atteggiamento non occupi il nostro cuore, perché andrebbe contro la ricchezza e l'universalità della Chiesa che possiamo toccare con mano in questo Collegio Cardinalizio». Una cerimonia durata poco meno di un'ora e mezzo: sono entrati in processione, poco prima delle 11, 16 dei 17 nuovi cardinali che il Papa ha scelto per il Concistoro che presiede oggi a San Pietro. Uno dei 17, l'anziano vescovo emerito di Mohales Hoek, in Lesotho, non è riuscito a viaggiare fino a Roma.

I nuovi cardinali
I nuovo cardinali, provenienti da 11 Nazioni, sono, Mario Zenari, unico italiano “elettore”, nunzio apostolico in Siria, dove rimane, in segno dell'attenzione del Papa per la guerra in corso nel paese mediorientale; Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, in Repubblica Centrafricana, dove il Papa si è recato recentemente in visita, giunto peraltro a Roma con i due leader protestante e musulmano del suo paese; lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid; il brasiliano Sérgio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, lo statunitense Blase J. Cupich, arcivescovo di Chicago (è giunto a Roma, per partecipare al concistoro, il sindaco della città, ex capo dello staff di Barack Obama, Rahm Emanuel, seduto in prima fila).

Ricevono, ancora, la porpora, Patrick D'Rozario, arcivescovo di Dhaka, in Bangladesh; Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida, in Venezuela; Jozef De Kesel, arcivescovo di Bruxelles (il suo predecessore, il conservatore André Leonard, non aveva avuto la porpora); Maurice Piat, vescovo di Port Louis nell'Isola Maurizio; il secondo statunitense, Kevin Joseph Farrell, prefetto del nascituro Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (già vescovo a Dallas, presule molto vicino alla gente immigrata); Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla in Messico; John Ribat, arcivescovo di Port Moresby in Papua Nuova Guinea; e il terzo statunitense, Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis (dove, peraltro, decise di accogliere una famiglia di profughi siriani nonostante la contrarietà del governatore locale, Mark Pence, oggi vicepresidente degli Stati Uniti) recentemente trasferito dallo stesso Francesco nella più grande diocesi di Newark, confinante la diocesi dell'ultra conservatore Timothy Dolan di New York City.

A questi si aggiungono anche un arcivescovo ed due vescovi emeriti che si sono distinti nel loro servizio pastorale ed un prete che ha reso una chiara testimonianza cristiana: Anthony Soter Fernandez, arcivescovo emerito di Kuala Lumpur (Malaysia), Renato Corti, vescovo emerito di Novara, don Ernest Simoni, sacerdote albanese vittima delle persecuzioni del regime comunista, e, appunto, Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohales Hoek (Lesotho), che riceverà la berretta cardinalizia nel suo paese.

L’incontro con Papa Ratzinger
La cerimonia è stata preceduta dal messaggio del neo cardinale Zenari. «Santo Padre - gli ha detto evocando la parabola del Buon Samaritano - qualcuno di noi viene da luoghi dove molti, milioni, sono i “malcapitati”, adulti e bambini, lasciati morti o mezzi morti suite strade dei loro villaggi e quartieri, o sotto le macerie delle proprie case e scuole, a causa di efferate violenze e di sanguinosi, disumani e inestricabili conflitti, le cui tragiche conseguenze ricadono assai spesso suite inermi popolazioni civili, causando immani sofferenze e catastrofi umanitarie di enormi proporzioni». «Alcune regioni del mondo - ha sottolineato il nuovo porporato - sono divenute cosi luoghi di esercizio delle opere di misericordia a tutto campo per tanti “Buoni Samaritani”: Chiese, Organizzazioni umanitarie, persone di ogni credo o semplicemente mosse da sentimenti di umana compassione».

Al termine della celebrazione del concistoro, Papa Francesco e i nuovi cardinali saliranno su due pulmini per andare al Monastero Mater Ecclesiae e incontrare Benedetto XVI che non sarà presente alla liturgia nella Basilica Vaticana. Nel pomeriggio le “visite di cortesia” ai nuovi cardinali nel grande spazio dell'aula Paolo VI.

© Riproduzione riservata