FIRENZE - E chi voleva andarsene, dallo stadio Franchi? Giusto gli Springboks, perché gli Azzurri in campo e i 20mila loro supporter sugli spalti desideravano solo una cosa: rimanere lì e continuare a festeggiare. Il “materiale” indubbiamente c'era: una vittoria bella e insperata sul Sudafrica, una delle tre grandi dell'emisfero Sud, quelle che abbiamo affrontato tante volte uscendone sempre battuti. Ora rimangono tre le Nazionali incontrate su base regolare con cui abbiamo sempre abbassato la testa: Nuova Zelanda, Australia e Inghilterra.
Ma i dati statistici oggi pomeriggio devono lasciare spazio ad altro, a un collettivo azzurro che ha stupito innanzitutto per la difesa, andata davvero oltre ogni possibile immaginazione, e poi per la capacità di tenere il punto, di limitare gli errori, di compiere le scelte adeguate al momento.
Un Sudafrica sicuramente non al top ha comunque attaccato a testa bassa, trovando quasi sempre qualcuno a costruire un fossato, a tirare su un argine. Buono l'inizio azzurro, ma era troppo il timore del solito fuoco effimero. Ed effettivamente, quando al 20' ci si trovava a dover già fare i conti con due mete ospiti (azione al largo finalizzata da Habana e lunga fuga di de Allende sull'out destro) si poteva pensare a quella specie di controsenso (onorevole sconfitta) con cui ci siamo arrovellati per anni. In fondo, per guadagnarsi l'onore sportivo le sconfitte non bastano.
“Il collettivo azzurro ha stupito per la difesa, andata oltre ogni possibile immaginazione, e poi per la capacità di tenere il punto e di limitare gli errori”
Fatto sta che quelle due mete rimarranno le uniche degli uomini in Verde, più e più volte ricacciati indietro da una pressione difensiva efficacissima, con un protagonista su tutti: il terza linea Simone Favaro. Tra le due segnature pesanti targate Springboks era arrivata la prima metà dell'Italia: punizione giocata in touche, palla conquistata da Van Schalkwyk che, al termine di una fase di spinta, tornerà in possesso dell'ovale giusto per schiacciarlo oltre la linea.
Anche la mischia azzurra faceva il suo dovere, nel primo tempo terminato 10-12 dopo che Padovani centrava ottimo piazzato da quasi metà campo. E prima che cominciasse la ripresa sono arrivate subito le forze fresche con l'esordio assoluto dei piloni Ferrari e Quaglio. Neanche il tempo di assestarsi ed ecco il giallo a Fuser. Italia in 14 per 10 minuti, un altro snodo fondamentale della gara, come ricorderà poi il ct O' Shea, perché nella circostanza gli Azzurri hanno concesso solo tre punti, allo stesso Lambie che nel primo tempo aveva più volte disdegnato la soluzione del penalty per cercare segnature più “solide”.
Il Sudafrica stava cominciando a sbagliare troppo, l'Italia metteva una prima volta la freccia intorno al quarto d'ora: rimessa vinta, serie di avanzamenti efficaci e poi palla al largo, verso sinistra, dove Venditti segnava la metà poi trasformata da Canna. Quattro minuti e Jantjies, entrato da poco, riportava avanti i suoi con un calcio, ma al 23' Canna replicava e portava il punteggio su quel 20-18 che non sarebbe più cambiato.
A quel punto c'era ancora da stringere i denti, e i timori non erano certo svaniti. Eppure toccava proprio all'Italia trovare il suo migliore momento, senza perdere la lucidità ed esibendosi ancora in grandi recuperi difensivi. Usciva l'ottima mediana Canna-Bronzini, ma anche Gori e Allan erano in grado di gestire la situazione. Un pallone recuperato e prontamente calciato in avanti diventava una trappola per de Allende, catturato e trascinato in touche a cinque metri dalla sua linea di meta. Azzurri disposti a tutto pur di non mollare l'osso, bravi a rimanere in attacco per tutti gli ultimi minuti e anche a segnare una meta in spinta con Fuser, annullata dopo la prova televisiva. Poco male, ancora pochi secondi e poi la realtà di un magnifico successo. Grazie, giovane Italia.
LA PARTITA
Italia-Sudafrica 20-18 (primo tempo 10-12). Per l'Italia: 2 mete (Van Schalkwyk, Venditti), 2 calci piazzati (Canna, Padovani), 2 trasformazioni (Canna). Per il Sudafrica: 2 mete (Habana, de Allende), 2 calci piazzati (Lambie, Jantjies), 1 trasformazione (Lambie). Calci fermi: Canna 3 su 3, Padovani 1 su 1; Lambie 2 su 3, Jantjies 1 su 1. Cartellino giallo a Fuser (Italia)
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