Tanti dettagli, tante situazioni che potevano girare meglio e alcune verità sostanziali: l'Italia era forse un po' stanca e sicuramente non concentrata a sufficienza, rispetto a sette giorni fa la prestazione è stata di un livello decisamente inferiore e, inoltre, Tonga ha fatto la sua buona partita, meritando di vincerla. Con l'ultimo dei sorpassi, per un 19-17 (primo tempo 7-3 per gli Azzurri) che segna la loro prima affermazione in casa nostra.
Peccato, stavolta si partiva favoriti e la situazione si è ribaltata: a Firenze un match quasi perfetto per battere il colosso Sudafrica, a Padova oggi pomeriggio una serie di “opacità” a compromettere il risultato. “Non eravamo fenomeni, non siamo diventati brocchi”, dice più di un azzurro a fine partita. Ed è giusto, rimane un po' di amarezza e una giusta consapevolezza: c'è tanta strada da fare e la cosa più importante è che tutti sembrano convinti della direzione intrapresa.
Oggi, però, le cose non hanno funzionato: perdiamo la sfida dei cartellini gialli (perché becchiamo due espulsioni temporanee contro una sola inflitta agli avversari, e anche perché loro chiudono i 10 minuti in inferiorità con un 3-0 a proprio favore), valutiamo male alcune opportunità, cercando di segnare mete che non arrivano tramite la rinuncia a calci piazzabili, segniamo due mete ma altrettante ce le vediamo “soffiare” dalla prova tv.
Tonga gioca un primo tempo di attesa, per quanto un atteggiamento del genere sia possibile anche nel rugby, e non si fa quasi mai prendere dalla frenesia che più volte ha compromesso le prestazioni delle formazioni del Sud Pacifico. Nella ripresa fanno male alcune incursioni veloci degli uomini in rosso, dotati di gran fisico ma anche di tecnica. Mentre noi prima non affondiamo il colpo quando sembra possibile e poi gestiamo gli ultimi minuti con un eccesso di nervosismo.
Di sicuro è stato forse paradossalmente più semplice predisporsi alla trincea contro gli Springboks piuttosto che essere chiamati a “fare” la partita. Nel primo tempo, però, almeno la difesa è stata quasi perfetta, e i tongani sono entrati seriamente nell'area azzurra dei 22 metri sono negli ultimissimi minuti, quando Panico aveva lasciato in 14 i suoi per un cartellino giallo. Subito due calci per capitan Siale Piutau e i suoi, uno sbagliato e uno messo dentro dal mediano di mischia Takulua, sicuramente uno dei migliori. Ma l'Italia preme e, prima di arrivare al quarto d'ora, trova la meta: punizione giocata in touche, bella spinta in raggruppamento, uscita lungo l'out sinistro di Cittadini che si catapulta a segnare. Canna centra anche la difficile trasformazione e l'Italia si convince di avere trovato la soluzione del problema Tonga: peccato che da quel momento la formula non funzioni più.
Il secondo tempo si avvia con gli Azzurri ancora in 14 e Tonga ne approfitta per portarsi a meno uno con un calcio. A uomini pari arriva la meta di Piutau (fratello di Charles, giocatore negli All Blacks), che si inserisce a mille all'ora dopo che Takulua, con un altro pezzo di bravura, aveva confezionato un break da 40 metri portando i suoi in attacco. L'Italia cambia la mediana e reagisce subito: calcio a seguire di McLean che recupera il pallone e serve Allan, neo-entrato, che fa meta e trasforma per il 14-13 azzurro. Sembra il punto di svolta, l'Italia arremba e pare sul punto di sfondare di nuovo. Ma non ce la fa, la partita torna sui soliti binari, Takulua inscena un'altra grande fuga e sotto i pali c'è il fallo di Allan con espulsione.
Tonga va avanti16-14, poi ci regala una touche in attacco con un errore incredibile e l'Italia si trova ad attaccare a pieno regime, l'arbitro concede un vantaggio e, a meno di tre minuti dalla fine, bisognerebbe occupare tempo prima a proseguire l'azione (con il vantaggio che restava assicurato) e poi a far durare tutti i preparativi del piazzato il più a lungo possibile. Invece Padovani centra velocemente i pali e noi ci troviamo sì davanti 17-16 ma con l'ultima chance colorata di rosso. Tonga attacca, l'arbitro sanziona Favaro per un fallo e Takulua non sbaglia il penalty. Non c'è più tempo, e i tongani - inginocchiati in cerchio - cominciano a pregare e a cantare.
LA PARTITA
Italia-Tonga 17-19 (primo tempo 7-3). Per l'Italia: 2 mete (Cittadini, Allan), 1 calcio piazzato (Padovani), 2 trasformazioni (Canna, Allan). Per Tonga: 1 meta (Piutau), 4 calci piazzati (Takulua), 1 trasformazione (Takulua). Calci fermi: Canna 1 su 1, Allan 1 su 1, Padovani 1 su 1; Takulua 5 su 6.
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