«Nelle prossime ore valuterò quello che emerso da questi colloqui e prenderò le iniziative necessarie per la soluzione della crisi di governo». Lo aveva detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in chiusura del giro di consultazioni per la crisi di governo. Il capo dello Stato aveva anche rimarcato l’esigenza generale, emersa dalle consultazioni, «di una armonizzazione delle due leggi elettorali di Camera e Senato», definita «condizione indispensabile per le elezioni». E si era augurato che «il clima possa articolarsi e svolgersi con un rapporto dialettico, come è necessario, per la nostra democrazia, ma sereno e costruttivo».

Pd: sostegno assoluto a soluzione Mattarella
Pieno sostegno alle decisioni del capo dello Stato è arrivato ieri dalla delegazione Pd, che ha incontrato per ultima il capo dello Stato. «Avevamo chiesto un Governo di responsabilità nazionale con l’obiettivo di portare Paese il prima possibile alle elezioni. Ma abbiamo registrato dalle varie dichiarazioni un larghissimo rifiuto da parte delle opposizioni a un governo di responsabilità nazionale e abbiamo assicurato al capo dello Stato tutto il sostegno del Pd alla soluzione della crisi che riterrà più opportuna» ha detto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, alla guida delegazione dem (composta anche dal capogruppo alla Camera e Senato, dal vice segretario Lorenzo Guerini e dal presidente dell'assemblea Pd, Matteo Orfini). Via libera dunque del Pd al sostegno a un governo che affronti «le emergenze», a cominciare dalla riforma elettorale, ma per poi tornare «al voto nei tempi più rapidi possibili». Un governo che dovrebbe essere guidato da Paolo Gentiloni, in base all’accordo trovato dal premier Matteo Renzi con le varie correnti dem.

Gentiloni in pole per l’incarico
L’incontro del capo dello Stato con la delegazione Pd aveva chiuso la terza e ultima giornata di consultazioni ieri al Colle. In mattinata gli incontri con Sel, Ala e Ncd. Nel pomeriggio Forza Italia, M5s e appunto Pd. Mentre lo stop della Bce alla proroga per l’aumento di capitale del Mps agita il mondo finanziario con riflessi anche sulla partita politica, è sempre in pole l’ipotesi di un mandato per l'attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Fonti dem confermano che anche oggi Renzi «ha escluso l’ipotesi di un reincarico». Stamattina il ministro dell’Economia del governo dimissionario, Pier Carlo Padoan e il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, si sono recati a palazzo Chigi per incontrare Matteo Renzi, insieme ai ministri Maria Elena Boschi (Riforme) e Carlo Calenda (Sviluppo economico).

Berlusconi: ok legge lettorale e voto, no larghe intese Berlusconi ha ribadito il no a un governo di larghe intese, confermando però la disponibilità a un tavolo per la messa a punto della nuova legge elettorale. «Abbiamo illustrato a Mattarella quella che ci sembra l’unica strada possibile, l’approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa per poi
consentire agli italiani di esprimersi con il voto» ha detto il Cavaliere, al termine delleconsultazioni al Colle. E ha aggiunto: «Forza Italia non è disponibile a sostenere un governo di larga coalizione. Tocca al Pd esprimere e sostenere un governo per la parte restante della legislatura, che deve essere la pià breve possibile». Resta ferma la «fiducia» nel presidente Mattarella e « nel suo ruolo di garante della vita democratica del Paese in questa fase delicata». Con l’auspicio che dopo le elezioni «riprenda il percorso di una costituente in termini finalmente condivisi».

M5S: no a nuovo governo calato dall’alto, subito al voto
«Renzi, tutto il suo governo, e il Pd hanno fallito. Non è una nostra asserzione, ma un'affermazione certificata dal voto del refendum. Qualunque nuovo governo calato dall'alto non avrebbe legittimazione popolare e se in continuità con quello precedente imporrebbe le stesse ricette economiche di lacrime e sangue». Questa la posizione del capogruppo M5S Giulia Grillo al termine delle consultazioni con il presidente Mattarella, ribadendo la necessità di andare subito al voto con la nuova legge elettorale «certificata dalla Consulta».

In mattinata al Colle Si, Ala e Ncd. Poi M5s, Fi e Pd
Ieri alle 11 è salita al Colle la delegazione di Sinistra Italiana - Sinistra Ecologia Libertà (Si-Sel); a seguire i verdinani di Ala e gli esponenti di Scelta civica guidati da Enrico Zanetti. Hanno chiuso la mattinata i centristi di Ncd. Si è ricominciato alle 16 con la delegazione di Forza Italia guidata da Silvio Berlusconi insieme ai capigruppo di Senato e Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta. A seguire il Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. L’incarico dovrebbe essere affidato a Gentiloni domenica. Lunedì alle 12 è convocata la direzione Pd.

Alfano: governo di tutti o Renzi-bis
Ncd è favorevole a un governo «di comune responsabilità di tutte le forze volenterose», con un diretto coinvolgimento di Forza Italia, o se ciò non fosse possibile, a una «prosecuzione nell’esecutivo Renzi nelle forme che il presidente Mattarella riterrà opportune». Questa la posizione di Angelino Alfano, leader del partito e ministro dell'Interno, al termine delle consultazioni al Quirinale. Alfano si è detto contrario a un governo di scopo («no a un governo a scadenza») e ha sottolineato la necessità di un «esecutivo vero» capace di «realizzare un programma», durando perciò l’intera legislatura. Poi si è detto disponibile a «non attendere» la sentenza della Consulta del 24 gennaio per cominciare a lavorare sulla modifica della legge elettorale.

Si-Sel: no Renzi-bis o governo Gentiloni
Da Si-Sel è arrivato stamattina il no a un esecutivo guidato da Gentiloni. «Discontinuità vuol dire discontinuità, non vale solo per Renzi ma anche per chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta» ha detto la capogruppo di Sinistra Italia al Senato Loredana De Petris al termine delle consultazioni rispondendo a chi le chiede se il gruppo appoggerebbe un governo Gentiloni. No anche a un governo Renzi-bis che «verrebbe vissuto come una sfida a milioni di elettori che hanno bocciato» la riforma costituzionale. Quindi la strada da percorrere è «nuova legge elettorale che non sia maggioritaria e poi subito al voto».

Ala-Sc: ok Renzi-bis o governo altro tipo
I verdiniani di Ala si sono detti disponibili a ogni formula di governo. «Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l'importante è che il Paese esca dall’impasse» e intervenga sui temi più di emergenza e sulla legge elettorale. Lo ha affermato il senatore di Ala-Sc Denis Verdini al termine delle consultazioni. E a chi gli chiede se Ala entrerà nel nuovo governo Verdini ha replicato: «Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare, e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato». Con una chiosa finale: «Il governo con una scadenza è una cosa assolutamente complicata. Un governo ha il suo corso naturale e lo si vara in base al programma».

Di Maio (M5s): no a Gentiloni o altro Avatar
Intanto un altro no a un governo Gentiloni è arrivato dal M5s che punta ad andare subito al voto (lasciando Renzi dimissionario a gestire l’ordinaria amministrazione) con il sistema elettorale che verrà fuori dalla sentenza della Corte costituzionale sull’Italicum il 24 gennaio. «Paolo Gentiloni o chi per lui, è un avatar: un prestanome di quello che aveva detto “se perdo il referendum lascio la politica” e invece è ancora tra i piedi a piazzare le teste di legno» ha scritto su Facebook il vicepresidente della Camera a M5s Luigi Di Maio.

Salvini: fantasma Gentiloni premier? Tutti in piazza
Secco no a Gentiloni anche dalla Lega. «Il fantasma Gentiloni come premier? Uno che ha ingoiato ogni idiozia imposta all'Italia (vedi immigrazione di massa, sanzioni contro Putin e invio dei soldati italiani ai confini con la Russia), uno che diceva “Trump non vincerà mai, io tifo Clinton”? Gli italiani hanno scelto:
#votosubito!!! Altrimenti il 17 e 18 dicembre tutti in piazza, da Nord a Sud» ha scritto il leader della Lega Nord Matteo Salvini su Facebook. E dopo le dichiarazioni di Mattarella ha aggiunto: «Si sente puzza di marcio, il quarto presidente del Consiglio non eletto sarebbe una vergogna. Confermiamo la presenza in 1.000 piazze italiane il prossimo weekend: #votosubito»

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