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Aumento debito, sì delle Camere. Padoan: 20 mld…

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il piano per le banche

Aumento debito, sì delle Camere. Padoan: 20 mld precauzione, situazione non grave

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Giornata di votazioni sia alla Camera che al Senato, chiamate a dare il via libera alla relazione del Governo per autorizzare un debito aggiuntivo fino a 20 miliardi di euro per finanziare eventuali misure “salva banche”, con scostamento rispetto agli obiettivi programmatici. A Montecitorio l’approvazione arriva intorno alle 12, come da programma: 389 voti a favore, 134 i contrari. Il quorum richiesto era pari alla maggioranza assoluta dei componenti della Camera: 316 deputati. A favore della relazione presentata dal Governo hanno votato Pd, Ap-Ncd e i deputati di Ala e di Forza Italia. Contro M5S, Sel, Cor e Lega. Poco dopo la replica la Senato, dove la risoluzione di maggioranza passa con 221 sì, 60 no e 3 astensioni. Anche in questo caso Forza Italia e i verdiniani di Ala-Sc sono andati ad ingrossare le fila della maggioranza.

Padoan: scostamento tassello di una «strategia complessiva»
Nel suo intervenento in Aula alla Camera di questa mattina il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha confermato il quadro già delineato ieri sera davanti alle commissioni Bilancio dei due rami riunite: « Anche se la richiesta di autorizzazione riguarda un aspetto specifico lo strumento che si chiede di attivare si inserisce in una strategia complessiva che tiene conto delle esigenze del paese, della necessità di tutela dei risparmiatori e del sistema».

In cantiere misure “one off” per ricapitalizzazioni mirate
Più in generale, il ministro ha chiarito che al momento non è possibile «fornire valutazioni specifiche sui singoli istituti» coinvolti nelle difficoltà del nostro sistema del credito. Questa valutazione infatti «deve essere fatta caso per caso, visto che alcuni istituti sono ancora impegnati in operazioni di mercato su cui non si deve intervenire». Le misure in cantiere sono misure one off «che prefigurano una ricapitalizzazione di eventuali istituti a condizione che questi istituti presentino piani di ristrutturazione che mettano gli istituti in condizione di viaggiare con le proprie gambe e di essere profittevoli, di finanziare l'economia». «Perché ora? Perché - ha proseguito Padoan - nel frattempo le condizioni di mercato sono mutate, le condizioni anche di fiducia dei mercati sono mutate e inoltre dal lato delle istituzioni europee sono stati messi dei vincoli temporali alle operazioni di ricapitalizzazione. Quindi i tempi sono in qualche modo dettati da fattori esogeni».

Voto a metà giornata, necessaria la maggioranza assoluta
Il ministro ha invece escluso anche ogni ipotesi di «uso alternativo» dei 20 miliardi, per esempio sul fronte degli investimenti pubblici, come richiesto dal M5S perchè in questo caso «staremmo parlando di grandezze che impattano sull'indebitamento e in questo caso non c'è alcuna richiesta di modificare gli obiettivi di indebitamento». Il dibattito sulla relazione è stato seguito da pochissimi deputati: circa una quarantina i parlamentari presenti nell’emiciclio, mentre Padoan era seduto da solo nello spazio rieservato al Governo.

Impatto sui risparmiatori «reso inesistente»
Nel suo intervento il ministro ha poi insistito sul fatto che la “dote” da 20 miliardi di euro di aumento del debito richiesti dal Governo al Parlamento per interventi precauzionali sulle banche costituisce «una cifra sufficiente a dare un impatto segnaletico, ma non esagerata, perché indurrebbe a pensare che la situazione è più grave di quello che è. E non lo è, perché il sistema è solido e sano con alcune criticità, ben note, di casi specifici con caratteristiche precise». Il Governo, ha garantito poi Padoan, definirà gli eventuali criteri di intervento con la massima attenzione «alla tutela dei risparmiatori retail, tenendo conto dei margini» concessi dalle norme europee in materia di aiuti di Stato e di direttiva bancaria. Gli impatti sui risparmiatori, ha assicurato, saranno «minimizzati o resi inesistenti».

Brunetta: noi favorevoli se Governo condivide scelte
Dopo le parole del ministro, dall’opposizione è arrivata l’apertura di Forza Italia, poi confermata al momento del voto, in linea con l’ultimo orientamento del leader Silvio Berlusconi che ieri si era detto favorevole («noi ci siamo su tutto») alle misure che il Governo potrebbe mettere in campo per il salvataggio di Mps. «Se il ministro Padoan darà un impegno di forte discontinuità rispetto al passato, quando il Parlamento non è mai stato ascoltato, allora noi esprimeremo un voto favorevole altrimenti ne trarremo le conseguenze. Vorrei da lei chiarezza adesso, nell'intervento in sede di replica», ha spiegato il capogruppo di Fi, Renato Brunetta: «Se davvero ci vogliamo lasciare il passato alle spalle allora è necessario condividere le decisioni».

M5S: nazionalizzare Mps, Padoan si dimetta
Per il M5S l'unica soluzione è invece quella di «nazionalizzare Mps». Intervenendo in Aula per il Movimento Alessio Villarosa ha rilanciato la proposta lanciata qualche giorno fa dai pentastellati e ha ricordato al ministro che « ogni volta che parla fallisce una banca. Si dimetta. Perché subito dopo gli stress test di giugno non avete subito messo» in sicurezza in sistema? Perchè, ha proseguito, c'era il referendum e il governo Renzi era interessato «solo ai voti» e non ai «cittadini».

Padoan: sì ad azioni di controllo su manager e valutazioni condivise
In sede di replica, il ministro dell’Economia ha fornito alcuni elementi aggiuntivi ripsetto al piano salvabanche che il Governo intende seguire in caso di fallimento della conversione dei bond Mpd. Il Governo, ha annunciato il ministro, intende «continuare con un'azione di controllo e di responsabilità nei confronti di manager che dovessero deviare da comportamenti leciti e congrui con i piani di ristrutturazione». Il via libera del Parlamemento «rafforza la capacità del sistema italiano di crescere e consolidarsi», e la crescita, a sua volta, ha spiegato il titolare di via XX settembre, «sarà un ulteriore elemento facilitatore del risanamento bilanci bancari». Rispondendo alle sollecitazioni arrivate da Forza Italia Il ministro ha quindi assicurato che, in caso di presentazione di uno o più interventi, il Governo «cercherà una valutazione condivisa, la più ampia possibile, delle misure specifiche».

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