L’aggiustamento dei conti pubblici che il governo si appresta a varare su indicazione della Commissione europea è pari allo 0,2% del Pil. Lo ha precisato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al question time al Senato, in un’Aula semideserta. Definendo l’ipotesi di procedura di infrazione «allarmante», il ministro ha giudicato l’aggiustamento «indispensabile». Non si tratterà, ha ribadito, di una manovra estemporanea «ma di misure bilanciate anche di sostegno». Non solo. Le misure verranno adottate «al più tardi entro fine aprile, presumibilmente anche prima» della presentazione del Def. La Commissione Ue ha chiesto all’Italia una riduzione del deficit pubblico in termini strutturali quest’anno pari allo 0,2% del Pil, pari a 3,4 miliardi.
Quanto all’idea di una 'bad bank' europea, lanciata dal presidente dell’Eba Andrea Enria per risolvere il problema dei crediti deteriorati che affligge le banche del vecchio continente e soprattutto le italiane, Padoan ha parlato di «idea interessante», spiegando che ne andrà verificata la fattibilità.
1 mld da misure anti-evasione, Iva non si tocca
Preannunciando che la riduzione necessaria dell’indebitamento strutturale dello 0,2% del Pil sarà composto per «circa un quarto da tagli di spesa selettivi e per tre quarti da misure sulle entrate», Padoan ha dichiarato che il governo punta ad ottenere 1 miliardo di euro di maggiori entrate con misure anti evasione già sperimentate, mentre «sono esclusi interventi sull’aliquota Iva e sulle agevolazioni fiscali» ha affermato il ministro dell'Economia. Sono esclusi anche «ulteriori round di voluntary disclosure». Il ministro ha aggiunto durante il question time che «l’ipotesi di procedura di infrazione è estremamente allarmante», perché «comporterebbe una riduzione di sovranità nella politica economica e costi ben più superiori per la finanza pubblica del Paese a seguito del probabile aumento dei tassi di interesse».
Moscovici: obiettivo Eurogruppo è evitare procedure
Ma sull’ipotesi infrazione, ha gettato in serata acqua sul fuoco il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. «È da cinque anni che sono all’Eurogruppo, prima come ministro e poi come commissario, e posso dire che il suo obiettivo è evitare procedure», non aprirle, ha detto Moscovici alla presentazione del suo libro “S’il est minuit en Europe” rispondendo a chi gli chiedeva se l’Italia rischia una procedura per debito. E ha aggiunto: l’Italia «faccia quello che deve fare, che riduca il deficit è indispensabile, mentre altri Paesi con surplus devono usarlo per investimenti».
Commissione Ue insoddisfatta
La reazione della Commissione Ue alla lettera inviata ieri sera dal governo italiano per rispondere alla richiesta di aggiustamento da due decimali di Pil è stata fredda. La Commissione si aspettava dal governo italiano «una risposta con impegni dettagliati» per assicurare una riduzione del deficit pubblico in termini strutturali quest'anno pari allo 0,2% del pil. Lo hanno indicato a Il Sole 24 Ore Radiocor fonti Ue riferendosi alla lettera inviata dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan al vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e al commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Secondo alcuni, i contenuti della lettera italiana relativi all'impegno generico di definire misure più avanti in primavera, sono stati una sorpresa per la Commissione.
Perché inviare lettera entro il primo febbraio
Neppure questa mattina si sono registrati commenti sulla lettera di Padoan da parte della Commissione europea: la consegna è stata nessuna indiscrezione fino al 13 febbraio, quando saranno pubblicate le nuove stime macroeconomiche Ue sulla base delle quali l'esecutivo comunitario fonda le decisioni legali su procedure per violazione delle regole di bilancio. A proposito di stime, il motivo della richiesta all'Italia di indicare entro il primo febbraio “pubblicamente su una serie di impegni specifici sufficientemente dettagliati” (cosi' avevano scritto il vicepresidente Dombrovskis, responsabile dell'euro, e Moscovici, responsabile degli affari economici) era legato alla necessità di tenere conto delle nuove 'cifre' italiane nelle nuove previsioni. Oltreché, di “riflettere” sulle valutazioni del governo sui 'fattori rilevanti' di cui tenere conto nel giudizio sulla mancata riduzione del debito pubblico.
Assenza di cifre precise
Nella lettera del governo alla Commissione Ue non ci sono elementi, cifre, che possano essere infilate all'ultimo momento nella complessa serie di dati con i quali vengono elaborate le stime macro-economiche. Lo sforzo strutturale per ridurre il deficit sarà composto per un quarto di tagli di spesa e per il resto di aumento delle entrate. Se si prende per buono l’obiettivo di 3,4 miliardi si tratta di 900 milioni di euro i tagli di spesa, 100 milioni provenienti dalle facilitazioni fiscali. Dal lato delle entrate 2,5 miliardi così ripartiti: tassazione indiretta, accise, miglioramento del contrasto dell'evasione. Quest’ultima per propria natura è incerta. Nel caso dello «split payment», cioè il versamento dell'imposta sul valore aggiunto direttamente all'erario, senza passare dal fornitore della pubblica amministrazione, Bruxelles l'accettò in passato, però non ha accettato come misura certa la rottamazione delle cartelle esattoriali.
Fari puntati su discussioni Gentiloni-Juncker venerdì a Malta
Adesso tutti i fari sono puntati su La Valletta, Malta, dove domani si riuniscono i capi di Stato e di governo della Ue per un vertice informale dedicato all’ immigrazione, alle relazioni con gli Stati Uniti dopo le prime mosse di rottura e di attacco all'Unione europea e all'euro di Donald Trump, la Brexit.
Questo è il contesto in cui il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, dovranno parlare bilateralmente dei conti pubblici. Obiettivo: verificare se c’è un margine, e quanto ampio, per un compromesso sulla manovra di bilancio aggiuntiva chiesta da Bruxelles per evitare la procedura Ue per violazione della regola di riduzione del debito. Attraverso la lettera inviata dal ministro Padoan ai due esponenti comunitari Dombrovskis e Moscovici, il governo ha indicato un generico impegno a misure di bilancio senza alcuna cifra e senza il calendario sui tempi di adozione richiesti dalla Commissione. L'insoddisfazione ai piani alti di Palazzo Berlaymont è evidente anche se nessuno la esprime pubblicamente. La partita è ormai solo politica: l'Italia chiede sostanzialmente tempo fino ad aprile, quando definira' il documento di economia e finanza.
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