Cresce il volume d’affari del sistema calcio in Italia ma allo stesso tempo aumentano i debiti legati ai costi, in particolare quelli della Serie A. È quanto emerge dai dati sul report del calcio 2015-16 presentati dalla Figc e sviluppati in collaborazione con Arel (Agenzia di ricerche e legislazione) e PricewaterhouseCoopers secondo cui il valore della produzione aggregato è aumentato con mai prima nell’ultimo quinquennio, dai 2.625 milioni di euro del 2014-2015 a 2.858 milioni, con un incremento dell’8,9%.
In particolare i ricavi da diritti media continuano a rappresentare la voce più consistente del valore della produzione del calcio professionistico italiano, salendo da 1.091 milioni di euro a 1.153 milioni (+5,7%) anche se l’incidenza sul totale si riduce dal 42 al 40%.
Le variazioni positive principali - secondo il report 2015-16 - vengono dall’aumento da 409 a 466 milioni di euro dei ricavi da sponsor e attività commerciali (+13,8%) - primo timido segnale di un processo di internazionalizzazione, che comincia ad essere avvertito - e dall’incremento da 482 milioni a 532 milioni della voce “altri ricavi”. D’altro canto, sale il costo della produzione da 3.078 a 3.143 milioni (+2,1%), a causa principalmente dell’aumento del costo del lavoro - da 1.528 a 1.633 milioni di euro - di nuovo fuori controllo (+6,9%), dopo i tentativi di contenimento degli scorsi anni.
L’incidenza del costo del lavoro sul costo della produzione totale sale di due
punti, dal 50 al 52%, la più alta degli ultimi cinque anni. Una crescita provocata quasi interamente dalle società di Serie A.
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