Servono ulteriori passi avanti, «e non retromarce», sul terreno delle riforme e su quello della finanza pubblica. Bisogna approfittare del consolidamento della ripresa per accelerare l’aggiustamento strutturale dei conti pubblici. Indispensabile «rimuovere i vincoli all’attività d’impresa, incoraggiare la concorrenza, stimolare l’innovazione, misurarsi apertamente con il progresso tecnologico per creare lavoro e benessere». Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle considerazioni finali, in occasione dell’Assemblea ordinaria dei partecipanti.
E poi, nelle considerazioni del Governatore, la ripresa ancora debole rispetto al resto dell’Europa, il rapporto debito Pil su livelli elevati da oltre trent’anni, il forte freno della disoccupazione, il peso delle sofferenze e dei crediti sui bilanci delle banche e di riflesso sulla capacità di queste di elargire credito. A palazzo Koch anche il presidente della Bce Mario Draghi, seduto in prima fila, al quale il Governatore Visco ha dato il benvenuto.
Pil Italia come in 2007 a metà prossimo decennio
Visco ha ricordato che le conseguenze della doppia recessione sono state più gravi di quelle della crisi degli anni Trenta. E che «agli attuali ritmi di crescita il Pil tornerebbe sui livelli del 2007 nella prima metà del prossimo decennio». Se è vero infatti che «In Italia l’espansione dell’economia, ancorché debole, si protrae da oltre due anni», tuttavia restiamo indietro rispetto ai nostri partner in Europa. L’aumento del Pil nell’area euro, infatti, «dovrebbe essere prossimo, quest’anno, al 2%, circa il doppio del nostro paese».
Sforzo eccezionale anti-crisi, tema lavoro centrale
«L’esigenza di superare la crisi ha sollecitato, sollecita ancora, uno sforzo eccezionale» ha detto Visco. E non minore è «l’impegno necessario per ritrovare un sentiero di crescita stabile ed elevata, per risolvere la questione del lavoro, così difficile da creare, mantenere, trasformare».
La questione del lavoro «è centrale» per il Governatore. Tanto più che sono peggiorati gli standard di vita delle famiglie, soprattutto di quelle più disagiate. «Un aumento della partecipazione al mercato del lavoro e un inserimento efficace e razionale degli immigrati saranno elementi necessari per lo sviluppo del Paese. Ma occorre che torni a crescere la produttività».
Debito pubblico e Npl rendono vulnerabile il Paese
Il Governatore ha poi sottolineato come il debito pubblico e i crediti cosiddetti deteriorati «riducono i margini di manovra dello stato e degli intermediari finanziari; entrambi rendono vulnerabili l’economia italiana alle turbolenze sui mercati e possono amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche». Visco ha anche ricordato che «l’elevato debito pubblico è un fattore di vulnerabilità grave, condiziona la vita economica del paese».
Possibile riportare debito sotto 100% in 10 anni
«Con un tasso di crescita annuo intorno all'1%, l'inflazione al 2 e con l'onere medio del debito in graduale risalita verso i valori osservati prima della crisi, un saldo primario (ossia al netto degli interessi) in avanzo del 4% del Pil, sostanzialmente in linea con il quadro programmatico del governo, consentirebbe di ricondurre il rapporto tra debito e prodotto al di sotto del 100 per cento in circa 10 anni», ha detto il governatore di Bankitalia, precisando comunque che «con una crescita più elevata, conseguibile in un quadro di riforme incisive, di ripresa degli investimenti e con una diversa composizione del bilancio pubblico, i tempi sarebbero più brevi». Visco ha ammonito che «l’avvio di una diminuzione continua e tangibile dell'incidenza del debito sul Pil non deve essere ritardato».
Illusorio pensare che uscita da Euro possa curare i mali dell’Italia
Un altro monito il governatore lo ha rivolto a chi parla di uscire dall’euro. «È illusorio pensare - ha argomentato - che la soluzione dei problemi economici nazionali possa essere più facile fuori dall'Unione economica e monetaria», perché «l'uscita dall'euro, di cui spesso si parla senza cognizione di causa, non servirebbe a curare i mali strutturali della nostra economia. Di certo non potrebbe contenere la spesa per interessi, meno che mai abbattere magicamente il debito accumulato». Al contrario, ha precisato il Governatore, «determinerebbe rischi gravi di instabilità».
Norme Ue non intacchino risparmio e banche
Con riferimento al bail-in, Visco ha affermato che «non possiamo correre il rischio di intaccare la fiducia nelle banche e nel risparmio da esse custodito» a causa degli interventi delle autorità con le norme Ue che hanno segnato «una brusca cesura». E ha ricordato come «nell'applicazione delle nuove regole occorre evitare di compromettere la stabilità finanziaria» e nel «rispetto dei principi alla base del nuovo ordinamento europeo» gli interventi devono «preservare il valore dell’attività bancaria».
Nessuno aveva piena consapevolezza norme bail in
Poi ha aggiunto che «non c'è stata piena consapevolezza anche al livello politico» dei rischi derivanti dalle norme sul bail in e della vendita, che era «del tutto legittima» secondo le norme, delle obbligazioni subordinate delle quattro banche finite in risoluzione( Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti, Carife).
Casi mala gestione banche indipendenti da Bankitalia
E ha difeso così via Nazionale dagli attacchi, anche aspri, subiti negli ultimi anni: «Siamo stati accusati di non aver capito cosa accadeva o di essere intervenuti troppo tardi. Non sta a me giudicare, posso solo dire che l'impegno del direttorio è stato massimo». Tanto più che «i casi di cattiva gestione delle banche si ripetono con regolarità indipendentemente da chi sta al governo o in Banca d'Italia».
Visco ha poi rivendicato che Banca d’Italia «a fronte di gravi mancanze» delle banche «ha irrogato sanzioni nelle misura massima prevista dall'ordinamento e nei casi di mala gestio, le ipotesi di reato sono state segnalate all'autorità giudiziaria con tempestività, avviando la collaborazione con la magistratura già nel corso degli accertamenti ispettivi». E ha affermato che «la crisi ha colpito soprattutto quelle banche che, anche a causa di carenze negli assetti di governo societario e di comportamenti a volte illeciti, le avevano affrontate già deboli» come ad esempio le 4 banche in risoluzione.
Non trascinare crisi banche per anni
Certo è per il numero uno di Bankitalia, che «le crisi bancarie vanno risolte prima possibile. Lasciare che si trascinino per mesi, per anni è deleterio perché con il passare del tempo cambiano le regole, cambiano le persone, cambia la
congiuntura, cambia il mercato bancario». Non solo. «È diventato più difficile trovare compratori per le banche in crisi perché quel mercato, anche se non si è esaurito, si sta restringendo».
La commissione europea deve decidere presto sulla bad bank Ue
Una bad bank secondo Visco «sarebbe ancora utile», ma c’è un'incertezza in Europa su come farla che va rimossa al più presto. La Commissione europea, dunque, deve decidere in fretta se andare avanti o meno sulla costituzione o meno di una bad bank europea perchè «l'incertezza rallenta la definizione delle transazioni in corso, scoraggia quelle che potrebbero realizzarsi nei prossimi mesi». Per Visco si è tornati a parlarne dopo le proposte della Bce e dell'Eba e la Banca d’Italia «è ancora convinta che sarebbe una misura potenzialmente utile a condizione che il prezzo di trasferimento degli attivi non sia distante dal loro valore economico», purchè la «decisione sia volontaria e che le caratteristiche dei piani di ristrutturazione delle banche siano ben definite “ex ante”».
Per target inflazione serve politica monetaria accomodante
Affinché si realizzi infine una piena convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo della banca centrale (intorno al 2%, ndr), per Visco «serve ancora un grado elevato di accomodamento monetario». Perciò «la revisione dell’orientamento della politica monetaria, da attuarsi con la necessaria gradualità, dovrà costituire la conferma che crescita della domanda e stabilità dei prezzi possono sostenersi autonomamente nel medio periodo».
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