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    Dossier | N. 18 articoliFree Lunch

    Mps: ecco che cosa succederà ora a correntisti, risparmiatori e investitori

    (Agf Creative)
    (Agf Creative)

    Il Monte dei Paschi di Siena diventerà una “good bank”, una banca alleggerita dal suo vecchio fardello gigantesco delle sofferenze (una trentina di miliardi a valore lordo), con una patrimonializzazione solida a prova di bomba, con un business model che promette redditività negli anni futuri. Per arrivare a questo ambizioso traguardo, che indirettamente rafforza l’intero sistema bancario italiano mantenendo in operatività il terzo-quarto istituto di credito nonostante i suoi annosi problemi, Mps è stato oggetto di una “ricapitalizzazione precauzionale”, ovvero, l’ingresso dello Stato nel capitale in base alle nuove regole della direttiva europea BRRD sul risanamento e risoluzione delle banche.

    Questo speciale aumento di capitale non è indolore: prevede infatti il burden sharing, cioè, la ripartizione di parte delle perdite sui privati tramite l’azzeramento del capitale degli azionisti e dei sottoscrittori delle obbligazioni subordinate (per gli investitori istituzionali il burden sharing “adeguato” alla ricapitalizzazione precauzionale è al momento oggetto di trattativa tra l’Italia e le istituzioni europee), ma dove questi ultimi - quando risparmiatori, investitori privati retail- non perderanno un centesimo di euro nel caso in cui potranno dimostrare di essere stati ingannati dalla banca e di essere stati acquirenti di questi bond in maniera inconsapevole dei rischi potenziali della subordinazione del prestito.

    I detentori delle obbligazioni senior e i depositanti oltre i 100mila euro del Monte sono intoccati nella ricapitalizzazione precauzionale, in quanto non rientrano nella ripartizione delle perdite. Diventano quindi tra i principali beneficiari della ricapitalizzazione precauzionale perchè il loro investimento migliora dopo l’ingresso dello Stato. I depositanti fino a 100mila euro non sono comunque mai a rischio, perchè tutelati da una garanzia a livello nazionale e in prospettiva a livello europeo.

    Gli impatti della ricapitalizzazione di MPS

    Il risparmiatore. La ricapitalizzazione precauzionale evita il bail-in che può sempre scattare nel caso di risanamento di una banca. Nel caso del Monte la distribuzione delle perdite si è fermata ai detentori investitori istituzionali di azioni e prestiti subordinati, non ha coinvolto i possessori dei senior bond, i depositi oltre i 100mila euro e non ha toccato i sottoscrittori retail truffati per aver acquistato bond subordinati senza essere consapevoli dell’alto rischio di credito. La ricapitalizzazione precauzionale è un risultato incoraggiante per tutti i risparmiatori che detengono le obbligazioni bancarie senior e i depositi sopra i 100 mila euro: è la dimostrazione che il bail-in non si applica in automatico quando esplode una crisi bancaria, per evitare gravi turbolenze le norme europee prevedono, in casi particolari, di applicare solo il burden sharing.

    Gli investitori istituzionali. La ricapitalizzazione precauzionale applicata al Montepaschi fa perdere il capitale agli investitori istituzionali detentori dei bond subordinati ma questo non ha un impatto negativo sul mercato perchè la subordinazione è un concetto arcinoto ed equo. Nonostante il caso MPS, i prezzi delle obbligazioni subordinate europee stanno salendo perchè gli investitori prevedono che le banche andranno meglio, faranno più margini e più utili e si rafforzeranno, con la crescita e il rialzo dei tassi. E chi è a caccia di alti rendimenti, non rifugge il rischio del bond subordinato solo perchè è scattata la ricapitalizzazione precauzionale per il Monte. Altra cosa è il rendimento, che deve remunerare adeguatamente il rischio.

    L’ingresso dello Stato. La ricapitalizzazione precauzionale è a carico del Tesoro, utilizza le casse dello Stato, e quindi contrariamente a quanto il bail-in promette in linea di principio, per risanare e rimettere in piedi il Montepaschi sono stati utilizzati i soldi dei contribuenti. A chi pensa che queste risorse pubbliche sarebbero potute essere spese in altra maniera, va detto che la ricapitalizzazione precauzionale si applica solo a banche in bonis che non sono in grado di effettuare un aumento di capitale sul mercato, che non si tratta di un salvataggio di una banca decotta in via di fallimento: la ricapitalizzazione precauzionale è un investimento e non un intervento pubblico a fondo perduto che getta in un pozzo senza fine i soldi dei contribuenti.

    Salva la concorrenza. Inoltre, va anche detto che la DG competition ha dato il via libera a questa operazione, che non ha precedenti in Europa, solo dopo essersi accertata che questo intervento pubblico non è un aiuto di Stato che danneggia la sana concorrenza tra banche europee. Il Montepaschi non avrà alcun vantaggio competitivo: per garantire un buon livello di redditività, dovrà sbarazzarsi delle sofferenze e contenere i costi fissi, prestando solo a chi ha un merito di credito adeguato. L’erogazione di prestiti a imprese o famiglie non affidabili da parte di una banca dovrebbe esseere sempre fuori discussione, ma soprattutto dopo una ricapitalizzazione precauzionale con il coinvolgimento dei contribuenti.

    Un beneficio per l’economia. Il fatto che il Monte continuerà a prestare denaro a imprese e famiglie, tramite un modello di business ristrutturato che mira al profitto senza mettere a rischio la solidità e solvibilità della banca, è il vero grande obiettivo della ricapitalizzazione precauzionale: un’operazione che crea valore per l’economia del Paese, non lo distrugge.

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