L’effetto Suning vale circa 60 milioni di euro. Il Consiglio d’amministrazione dell’Inter ha approvato il bilancio al 30 giugno 2017 con una perdita di 24 milioni. I parametri del fair play finanziario, al netto delle spese per il settore giovanile, di Inter Campus e di quelle sostenute per gli impianti, sono stati rispettati soprattutto grazie all’impatto delle nuova proprietà cinese. I ricavi, rispetto al 2016, sono aumentati infatti del 33% e si attestano sui 320 milioni di euro.
Al netto delle plusvalenze da calciomercato che hanno portato incassi per circa 40 milioni e dei “bonus” legati alla partecipazione al girone dell’Europa League (una quindicina di milioni complessivi) significa che il fatturato strutturale del club nerazzurro - diritti tv, stadio e area commerciale - è cresciuto di circa 60 milioni rispetto alla stagione 2015/16 quanto si era fermato a poco più di 200 milioni. Il primo anno cinese dunque ha portato in dote quasi 60 milioni in più, il vero “tesoro” dell’Inter, grazie principalmente alla cessione dei naming rights della Pinetina e alla vendita di prodotti con il logo Inter in Cina attraverso la piattaforma digitale di Suning (partner di Alibaba).
In attesa di tornare in Champions e di attingere al montepremi della massima competizione continentale la società interista si candida così ad essere il vero rivale economico della Juventus che ha un fatturato strutturale di 411 milioni.
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