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emergenza sgomberi

Strutture di accoglienza temporanea per 100 persone, al via la gara del Campidoglio

Famiglie accampate nell’atrio all’ingresso della chiesa dei Ss.  Apostoli  a Roma
Famiglie accampate nell’atrio all’ingresso della chiesa dei Ss. Apostoli a Roma

Mantenere uniti i nuclei familiari in condizione di fragilità, garantendo loro un alloggio. Con questo obiettivo il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale ha avviato una gara da 730mila euro (Iva esclusa), mediante procedura negoziata, per reperire strutture di accoglienza temporanea da destinare a un massimo di 100 persone. L’intervento si inserisce nel solco di quanto previsto dal decreto legge n.14/2017 sulla sicurezza urbana in cui si indica che, nei casi di sgomberi di immobili privati occupati, i livelli assistenziali devono in ogni caso essere garantiti agli aventi diritto dagli Enti Locali e dalle Regioni. Allo stesso tempo si va incontro alle indicazioni contenute nella circolare ai prefetti del Ministero dell'Interno (datata 4 settembre) “Misure in materia di occupazioni arbitrarie di immobili” che mette i «soggetti fragili» (donne con bambini, anziani e disabili) in cima alle priorità in caso di sgomberi. «La tutela dei nuclei familiari in situazioni di disagio economico e sociale - si legge nella circolare - è assunta a condizione prioritaria per la definizione delle modalità di esecuzione delle operazioni di sgombero».

Sgomberi fermi nella Capitale
Si tratta di regole diramate dal Viminale dopo lo sgombero, lo scorso 19 agosto, del palazzo di via Curtatone a Roma, che tante polemiche suscitò per le modalità con cui fu effettuato, in mancanza cioè di soluzioni alternative per gli occupanti, soprattutto profughi eritrei ed etiopi. A Roma esiste una top list di edifici da sgomberare all’interno di una lista stilata dall’ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Ma la road map degli sgomberi è stata recentemente rivista partendo dagli stabili pericolanti. Sarebbero cinque. E nella “short list” sono inseriti il palazzo Bankitalia di via Carlo Felice e quello di viale del Policlinico. In entrambi i casi un sopralluogo dei vigili del fuoco ha accertato rischio crolli. Dopo lo sgombero dell’immobile di via Curtatone, però, tutto è fermo nella Capitale. Soprattutto per la mancanza di soluzioni abitative per gli occupanti che hanno diritto ad alloggi alternativi. Ora la procedura negoziata avviata dal Campidoglio potrebbe consentire una ripresa degli sgomberi.

Il caso di viale del Policlinico
Del resto ci sono sentenze della magistratura che mettono sotto pressione le istituzioni competenti. È il caso dell'edificio di viale del Policlinico 137, un'altra bomba pronta a esplodere a due passi dall'università la Sapienza e dal Policlinico Umberto I. Attualmente ci vivono circa 45 nuclei familiari. Soprattutto stranieri (marocchini, eritrei, sudamericani) ma anche italiani. Il Tar del Lazio, con sentenza depositata lo scorso 21 luglio ha accolto il ricorso dei proprietari dell'edificio, chiedendo lo sgombero dell'immobile. E intimando a Roma Capitale e prefettura, «per quanto di rispettiva competenza», di adottare un provvedimento entro 12o giorni dalla pubblicazione della sentenza (ossia entro il 21 novembre). In caso contrario il tribunale provvederà alla nomina di un commissario ad acta.

In cima alla lista degli sgomberi c’è anche lo stabile Bankitalia di via Carlo Felice 69, in pieno centro, occupato dal 2004. Attualmente ci vivono 24 famiglie. Un sopralluogo dei vigili del fuoco nel novembre 2016 accertò la necessità di «sottoporre il fabbricato a immediati e uegenti interventi di consolidamento a tutela della privata e pubblica incolumità». Ma da allora non si è mosso nulla.

Il bando del Campidoglio
Il progetto del Campidoglio, che durerà un anno (dal 1° dicembre 2017 al 30 novembre 2018) si rivolge a nuclei familiari in situazione di emergenza in
condizioni di grave vulnerabilità sociale e/o sottoposti a sgomberi; nuclei residenti e non residenti, anche migranti in transito, rifugiati, richiedenti asilo e/o titolari di protezione umanitaria con gravi problematiche psicosociali.
Il soggetto che si aggiudicherà la procedura dovrà costituire un team multidisciplinare parametrato, come figure professionali, al numero e alla tipologia di utenti che si intende accogliere. Saranno assicurati servizio di accoglienza, fornitura pasti, servizio lavanderia, le utenze, pulizia, cambio
biancheria e ambienti accoglienti.

«Questa procedura consente un sostanziale aumento e un importante miglioramento qualitativo per il sistema dell’accoglienza. Abbiamo, inoltre, risposto con tempestività ed efficacia alla circolare del Ministero dell'Interno. Saniamo un vulnus storico di Roma: per la prima volta sarà garantita
accoglienza alle famiglie fragili, senza che i nuclei debbano dividersi» ha spiegato l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale Laura Baldassarre. «È una novità storica - ha aggiunto - e rappresenta una potenziale soluzione per le persone sgomberate da via Quintavalle e ora ospitate presso il porticato della Basilica dei SS Apostoli e per altre situazioni analoghe. Rinnoviamo, però loro l’appello ad accettare il censimento affinché emergano situazione e diritti di ognuno».

E già perché il Campidoglio dovrà occuparsi anche di un doppio censimento. Prima e dopo aver reperito un alloggio temporaneo, sarà il Comune a stabilire il numero di soggetti in stato di “fragilità” di cui doversi fare carico. «Si cercherà dislocare le persone in maniera diffusa - spiegano ancora dall’assessorato -. Il nostro obiettivo non è solo quello di fornire un alloggio, ma anche quello di avviare un percorso di autonomia, in connessione con i servizi socio-sanitari del territorio»

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