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Edifici occupati, il Tar chiede sgombero in viale del Policlinico

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dopo curtatone le altre emergenze a roma

Edifici occupati, il Tar chiede sgombero in viale del Policlinico

L’edificio  occupato di viale del Policlinico di cui il Tar, accogliendo il ricorso della proprietà, ha chiesto lo sgombero
L’edificio occupato di viale del Policlinico di cui il Tar, accogliendo il ricorso della proprietà, ha chiesto lo sgombero

A Roma esiste una top list di 15 edifici da sgomberare stilata dall'ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. E ci sono sentenze della magistratura che mettono sotto pressione le istituzioni competenti. È il caso dell’edificio di viale del Policlinico 137, un’altra bomba, dopo lo sgombero di piazza Indipendenza, pronta a esplodere a due passi dall’università la Sapienza e dal Policlinico Umberto I. In una città nella quale sono oltre 10mila famiglie in lista di attesa di un alloggio popolare e sono stimati circa 7.000 provvedimenti di sfratto annui, di cui oltre l'80% per morosità. E nella quale si sono registrate ieri nuove tensioni e disordini, con movimenti e migranti scesi in piazza per chiedere «case subito». Con urla, spintoni e denunce a via di Ripetta, bloccata per alcune ore dai manifestanti.

La direttiva del Viminale dopo il caso di via Curtatone (“no a nuovi sgomberi senza soluzioni alternative”) ha sancito uno stop a interventi a stretto giro delle forze dell’ordine. In base alla circolare inviata il 4 settembre dal ministero dell’Interno, saranno i prefetti a pianificare gli sgomberi, «verificando la sussistenza delle condizioni che garantiscono l’ordine pubblico, la sicurezza, l’incolumità e la salute pubblica, nonché le tutele alloggiative degli aventi diritto in relazione a ciascuno degli interventi di sgombero programmati». E a tenere conto nella scala di priorità in particolare dei soggetti “fragili” e dei nuclei familiari in situazione di disagio economico e sociale.

La sentenza del Tar del Lazio
A viale del Policlinico 137 si trova una palazzina occupata abusivamente una prima volta molti anni fa e sgomberata nel 2009. Senza che i proprietari potessero intervenire per i necessari interventi di recupero, l’immobile nel 2010 è stato rioccupato. Attualmente ci vivono circa 45 nuclei familiari. Soprattutto stranieri (marocchini, eritrei, sudamericani) ma anche italiani. Il Tar del Lazio, con sentenza depositata lo scorso 21 luglio ha accolto il ricorso dei proprietari dell’edificio, chiedendo lo sgombero dell’immobile. E intimando a Roma Capitale e prefettura, «per quanto di rispettiva competenza», di adottare un provvedimento entro 12o giorni dalla pubblicazione della sentenza (ossia entro il 21 novembre). In caso contrario il tribunale provvederà alla nomina di un commissario ad acta.

La storia dell’edificio di viale del Policlinico
Nell’ambito di un’operazione di valorizzazione immobiliare, l’edificio era stato inserito nel fondo “Patrimonio 1” gestito da Bnp Paribas Real Estate. Nell’ottobre 2011 (a occupazione in corso) l’edificio è stato acquistato per un importo di 9,7 milioni (cifra poi ridotta a 8,4 milioni) dalla Cammeo Azzurro srl, attiva nella gestione di case e appartamenti per vacanze. L’obiettivo della società era di affittare lo stabile, previa ristrutturazione. Ma l’occupazione abusiva ha stoppato i piani, costringendo a un brusco ridimensionamento delle ambizioni (a oggi risulta locato un solo appartamento a Roma, ndr). I dati del bilancio 2016 sono eloquenti: perdita di 58mila euro e 8,8 milioni di debiti.

La richiesta di sequestro preventivo
«Esistono motivi di urgenza e sicurezza che rendono necessario lo sgombero dell’edificio» spiega Sonia Macchia, uno degli avvocati della Cammeo Azzurro. In effetti già nell’aprile 2012, dopo la prima querela presentata dalla società nei confronti degli occupanti (per i reati di danneggiamento, occupazione di edifici, violazione di domicilio e violenza privata) il Tribunale di Roma aveva disposto il sequestro preventivo dell’edificio, evidenziando che «l’immobile versa in condizioni critiche di abitabilità, con grave pericolo per l’incolumità stessa dei residenti a causa della carenza di opere di manutenzione e dell’inosservanza delle norme di sicurezza per gli impianti elettrici nonché per la presenza di parti dell'edificio pericolanti».

Al secondo posto nella lista degli sgomberi
Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Roma in numerose delle sedute dedicate negli ultimi anni alle occupazioni abusive nel territorio della Capitale ha evidenziato la necessità di provvedere allo sgombero. Non solo. Nella delibera dell’ex commissario straordinario Tronca dell’aprile 2016 l’edificio di viale del Policlinico era inserito, come evidenzia il Tar nella sua sentenza «al secondo posto in ordine di priorità» nella lista «di sedici edifici da sgomberare prioritariamente». Ma non si è mosso nulla finora.

Le testimonianze degli occupanti
La sentenza del Tar ora sembra obbligare a un’accelerazione. «Siamo preoccupati, inutile nascondercelo - racconta un anziano eritreo che non vuole rivelare il suo nome - tanto più dopo quello che è successo a via Curtatone. Non possiamo fare altro che aspettare gli eventi». Chi invece sembra tranquillo è Mohammed, 50 anni, marocchino. «Vivo qui con mia moglie e i miei quattro figli da 7 anni. Spero che non succederà nulla e ci lasceranno in pace». T. 34 anni, romena, apre con difficoltà il cancello perché ha in braccio la figlia di pochi mesi. Non sa nulla dello sgombero di via Curtatone e del possibile sgombero di viale del Policlinico. «Se ci cacciano è un guaio. Non saprei dove andare» commenta. Si avvicina al cancello una donna musulmana con velo bianco. Ma alla parola «giornalista» fa segno con la mano di non voler parlare e torna in casa impaurita.

Ancora tensioni forze ordine-movimenti a Roma
Intanto vanno registrate ieri nuove tensioni e disordini a Roma, dove movimenti e migranti sono scesi in piazza per chiedere «case subito». Urla, spintoni e denunce in via di Ripetta, nel “salotto” della Capitale, bloccata per alcune ore dai manifestanti che hanno organizzato un'assemblea pubblica. Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno allontanato i partecipanti seduti in strada, soprattutto donne, sollevandoli e respingendoli verso Piazza del Popolo. Per la questura «l'intento» del sit-in era «di occupare lo stabile attualmente vuoto che in passato ospitava l'ospedale S. Giacomo». Accusa respinta dai movimenti per la casa e dai rifugiati ex occupanti di via Curtatone che hanno organizzato una conferenza stampa per «denunciare le bugie su quanto accaduto a via Ripetta». «Non è vero - dicono - che volevamo occupare l'edificio vuoto in via Ripetta, ma solo segnalarlo. La questura lo sapeva, avevamo fatto un comunicato. È una repressione vergognosa».

Dopo l'intervento del 19 agosto nel palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni soprattutto da rifugiati e il secondo sgombero nei giardini di piazza Indipendenza dove i migranti si erano accampati per giorni, i rifugiati sono rimasti poi in presidio per circa una settimana nei giardini vicino a via dei Fori Imperiali, alle spalle della Prefettura, e dopo essere stati allontanati per due volte solo alcuni hanno accettato le soluzioni alloggiative proposte dal Comune.

Assessore Roma dai senza casa ai Santi Apostoli
Oggi l’assessore alle Politiche sociali del Campidoglio, Laura Baldassarre è andata a trovare le famiglie che da settimane dormono nell'atrio della Basilica di Santi Apostoli, nel centro di Roma, dopo essere state sgomberate da un’edificio a Cinecittà. «Vogliamo solo sapere quanti siete per poter trovare una soluzione», ha detto Baldassarre, accompagnata da Jacopo Marzetti, garante regionale dell’infanzia. Tra gli sgomberati, italiani e stranieri, molti bambini e minori. Le parti si sono lasciate con l’impegno dei senza casa a convocare un’assemblea per decidere sul censimento richiesto dall’assessore.

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