
Due coalizioni (una di centrodestra e una di centrosinistra) ognuna con quattro “gambe”, pronte a contendersi i seggi nei collegi uninominali di Camera e Senato e a contare il peso di ciascun partito nei listini proporzionali. Alle quali vanno aggiunti, tra i partiti maggiori, M5s e Liberi e Uguali, che corrono da soli e schierano un loro candidato in tutti i collegi uninominali. Mentre nel centrosinistra va registrata anche alleanza locale con la Südtiroler Volkspartei nei collegi uninominali in Alto Adige.
È questo lo scenario che si delinea per le elezioni del 4 marzo. Scaduti domenica 21 gennaio i termini per la presentazione di contrassegni, programma, statuto e apparentamenti in coalizione (98 i simboli presentati), è iniziata l’attività istruttoria del Viminale per le integrazioni che possono venir richieste nelle prossime 48 ore. Alla fine si saprà dunque chi è stato ammesso e chi ricusato, e potranno partire gli eventuali ricorsi. I partiti 'promossi' dovranno presentare, il 28 e 29 gennaio, la lista dei candidati nei tribunali e nelle Corti d'appello dei capoluoghi.
Coalizione a quattro per il centrodestra
In occasione delle elezioni del 2013 il centrodestra si presentò con nove liste. Accanto a Pdl, Lega e Fratelli d'Italia, c'erano infatti la Destra di Storace, Grande Sud-Mpa, ed altre piccole liste di appoggio: il Mir-Moderati in rivoluzione, il partito dei pensionati, Intesa popolare e Liberi per una Italia Equa. Nessuna di queste liste raggiunse l’1% dei voti. Questo è probabilmente il motivo per cui la coalizione stavolta sarà più snella. La nuova legge elettorale, a differenza del Porcellum, infatti, prevede che una lista debba superare almeno l’1% a livello nazionale per poter contribuire con i suoi voti alla ripartizione dei seggi all’interno della coalizione (mentre la ripartizione dei seggi proporzionali avviene su base nazionale tra le liste che avranno superato il 3% dei voti). Forza Italia, che non può candidare il suo leader per via della legge Severino (che dopo la condanna per frode fiscale vieta a Berlusconi di tornare in Parlamento) fa campeggiare però «Berlusconi presidente» nel suo logo. Poi c'è la Lega, che ha tolto la parola Nord dal simbolo: resta lo stemma di Alberto da Giussano e si aggiunge “Salvini premier”. Fratelli d'Italia evidenzia nel simbolo la fiamma tricolore e il nome della sua leader Giorgia Meloni. La quarta gamba del centrodestra, Noi con l'Italia (nel simbolo uno scudocrociato), mette insieme i centristi fedeli a Berlusconi. Nella formazione convergono l’ “ala destra” di Ap, Direzione Italia di Raffaele Fitto, l'Udc di Lorenzo Cesa, il 'Cantiere Popolare' di Saverio Romano, 'Fare' di Flavio Tosi, Scelta Civica, l’ex Ap Enrico Costa e “Idea” Gaetano Quagliariello. Maurizio Lupi è coordinatore e Raffaele Fitto presidente.
Le liste non apparentate nel centrodestra
Non va dimenticato il simbolo giallo con le lampadine di Energie per l'Italia, ossia la lista guidata da Stefano Parisi(ex dg di Confindustria). Parisi ha incassato un rifiuto all’apparentamento da parte degli altri partiti di centrodestra. E corre da solo. Mentre Vittorio Sgarbi alla fine ha chiuso un accordo con Berlusconi per tre seggi sicuri. E la lista “Rinascimento”, da lui promossa, pur avendo presentato il simbolo al Viminale, non è detto che sarà davvero presente alle elezioni, avendo bisogno di raccogliere le firme. E anche se dovesse correre, lo farà da sola. Infine il Movimento animalista di Michela Vittoria Brambilla, che nei mesi scorsi aveva annunciato l'intenzione di presentare una sua lista alle elezioni sia nazionali che locali, alla fine ha trovato un accordo con Berlusconi schierando i suoi candidati nelle liste di Forza Italia.
Centrosinistra con quattro gambe
Alle scorse elezioni del 2013 il centrosinistra si presentò con quattro liste: Pd, Sinistra ecologia e libertà, Centro democratico e Svp. Quest'anno, a parte l'alleanza con la Südtiroler Volkspartei nei collegi uninominali in Alto Adige, il Pd sarà affiancato a sinistra da Insieme, lista nata dall'unione di tre raggruppamenti: il Psi di Riccardo Nencini, i Verdi di Angelo Bonelli e una pattuglia di prodiani guidata da Giulio Santagata. Nel simbolo in origine c'era l'Ulivo, ma Prodi non ha gradito e ora sono rimaste solo alcune foglioline. Al centro dello schieramento c'è Civica popolare, la neonata formazione dei centristi di Ap restati fedeli al Pd, guidata dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin (il simbolo è una peonia gialla su un fondo rosso, con sotto i simboli di Idv, Centristi per l'Europa, Democrazia solidale, Italia è popolare e Ap). L'ultima “gamba” - ma non per importanza - è quella radicale. Il ritorno dei radicali in Parlamento è affidato alla lista +Europa guidata da Emma Bonino. Al suo interno l'ex Dc Bruno Tabacci: grazie al suo Centro Democratico gia' presente in Parlamento non dovranno raccogliere le firme. Tra i candidati il segretario Riccardo Magi e il sottosegretario Benedetto Della Vedova.
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