I dati sono chiari e il risultato generale anche: nessuna coalizione ha i numeri per governare. Ma dalle elezioni 2018 emergono comunque due vincitori: il Movimento 5 Stelle (primo partito) e la Lega di Matteo Salvini (guida della coalizione di centrodestra, dove ha superato Forza Italia). D’altra parte, ci sono tanti sconfitti, in primis il Partito democratico, sceso sotto alla soglia del 20% per la prima volta nella sua storia.
Questa la fotografia dell’Italia, scattata sui voti alla Camera. Il Movimento 5 Stelle è ampiamente il primo partito (32,64% dei consensi), con risultati che al Sud ricordano quelli della Dc anni ’60. Alle sue spalle, ma molto distante, c’è il Pd (fermo al 18,71%), seguito a circa un punto di distanza dalla Lega (17,4%). Il partito di Matteo Salvini cancella i numeri di quello di Bossi e si impone anche nelle (ex) regioni “rosse”, staccando così di oltre tre punti Forza Italia (14,03%) e portando il centrodestra alle soglie di una maggioranza autosufficiente (ma non oltre).
Le proporzioni di voto si confermano anche al Senato. Dove il Movimento 5 Stelle ribadisce il ruolo di primo partito assoluto (32,18%) e la Lega (17,64%) quello di pivot della coalizione di centrodestra (Forza Italia è dietro con il 14,44%). Anche qui il Pd non raggiunge la soglia del 20%, fermandosi al 19,13%; mentre la coalizione di centrosinistra si attesta nel complesso a uno scarso 23 per cento.
Il temuto crollo dell’affluenza non c’è stato. A recarsi al seggio è stato il 73,01% degli elettori al Senato e il 72,91% alla Camera: circa due punti in meno delle precedenti politiche del 2013, quando però si votò in due giornate. La maggior affluenza si è registrata nelle regioni del Centro-Nord, con il Veneto al top (78,85% al Senato e 78,72% alla Camera), seguito da Emilia-Romagna e Umbria. Al Sud, invece, c’è stata la più alta quota di astensione, a partire dalla Sicilia (62,99 al Senato e 62,72% alla Camera).
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