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Dossier Le «divergenze parallele» tra Berlusconi e Salvini

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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Le «divergenze parallele» tra Berlusconi e Salvini

Matteo Salvini «ha un modo pirotecnico di porsi» ma «quando
si siede a un tavolo è ragionevole», dice Silvio Berlusconi. «Vanno bene i toni moderati, non i contenuti molli» disse il leader della Lega al Cavaliere dopo il voto in Sicilia che aveva confermato il Movimento 5 Stelle come primo partito sull’isola.
Berlusconi e Salvini sono gli alleati molto litigiosi di una campagna elettorale dove la concorrenza si gioca non solo tra schieramenti ma all’interno delle coalizioni. Tra Forza Italia e Lega, ha assicurato il leader del Carroccio, «sono più i punti di accordo che di disaccordo, altrimenti non avremmo firmato il programma». Ma la lista delle divergenze e delle liti è già lunga: si va dal trattamento da riservare alla legge Fornero, al rispetto del vincolo europeo del 3% deficit/Pil, passando per il nome del premier in un futuro governo di centrodestra. E oggi l’ultimo duello sul condono fiscale.

Il terreno dello scontro più aspro sono state le pensioni. Nell’«accordo di Arcore» si prevedeva la «revisione del sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero. Berlusconi, però, in un’intervista al Sole 24 Ore, ha precisato: anticipare l’accesso alla pensione rispetto agli attuali 67 anni sarà possibile «solo in alcuni casi, individuati con equità e per un periodo di tempo limitato». Una distinzione che Salvini non ha apprezzatto affatto: «A Berlusconi dico “patti chiari, amicizia lunga”. Via la legge Fornero. È il primo punto del programma del centro-destra che abbiamo firmato tutti». E ancora: «Abbiamo fatto un programma scritto e firmato da tutti: sulla Fornero è passata la linea della Lega, che parla di azzeramento, e sui rapporti con l’Europa c’è scritto che ci impegniamo a rinegoziare i trattati europei e a difendere il made in Italy».

Già, l’Europa. Altro tema dove le divergenze si sono fatte sentire. «Io sono per mantenere gli impegni e lo faremo se sarà possibile» ha dichiarato Berlusconi riferendosi al vincolo del 3% nel rapporto deficit/Pil imposto dai trattati europei nei giorni del suo viaggio a Bruxelles per farsi “garante” della coalizione di centrodestra. «Ho parlato con Juncker, gli ho fatto vedere che il nostro programma è stato firmato anche dalla Lega, quindi l’ho rassicurato» disse l’ex premier. Parole rassicuranti che hanno irritato il segretario del Carroccio: «Berlusconi si atterrà a quello che tutti abbiamo firmato, come mi atterrò io».

Poi c’è il capitolo della possibile composizione del governo nel caso in cui il centrodestra avesse i numeri sufficienti nel nuovo Parlamento. Berlusconi non può aspirare a un ritorno a Palazzo Chigi per la sua condanna per frode fiscale che ha fatto scattare la legge Severino. Eppure per il ruolo di premier non ha mai indicato il suo alleato-avversario. «Ci sono delle differenze tra noi - ha detto in più occasioni Salvini - ma saranno gli italiani a decidere se il centrodestra dovrà avere la guida di Berlusconi o quella mia».

Oggi lo scontro sul condono fiscale. «Bisogna cambiare le regole: chi deve costruire una casa o aprire un’attività commerciale, non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze» ha detto Berlusconi a Radio 24. «Dico no, dico
fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizio» risponde Salvini. Più veloce degli avversari della sua coalizione.

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