Per una Regione che viene da dieci anni di commissariamento della sanità, motivo per cui i cittadini e le imprese del Lazio pagano l’Irpef e l’Irap tra le più alti d’Italia, era quasi inevitabile che la campagna elettorale per scegliere il nuovo governatore fosse quasi monopolizzata da tasse e salute. Da una parte il governatore uscente (e ricandidato) Nicola Zingaretti, alla guida di una coalizione di centrosinistra che va dal Pd a LeU, ha rivendicato i risultati ottenuti: il risanamento della sanità, con l’uscita del commissariamento il 31 dicembre 2018, e l’esenzione dall’addizionale Irpef per le fasce più deboli già dal 2016. Dall’altro, i candidati all’opposizione, Stefano Parisi (centrodestra) e Roberta Lombardi (M5S) hanno accusato il governatore di aver attuato solo tagli, con disservizi per i cittadini.
Zingaretti si impegna a proseguire l’abbassamento delle tasse: un ulteriore calo dell’Irpef con progressiva esenzione delle fasce deboli, e un intervento al ribasso sull’aliquota Irap pagata dalle imprese, per innalzare la capacità competitiva, in particolare per i settori esposti alla concorrenza. Anche per Parisi Irap e Irpef vanno ridotte, compatibilmente con l’enorme debito della Regione: bisogna «eliminare gli sprechi e i finanziamenti inutili, e serve una razionalizzazione della spesa pubblica». Lombardi, invece, punta ad utilizzare la leva fiscale per incentivare lo sviluppo: riduzione degli oneri fiscali per le startup innovative con un rimborso Irap strutturale e l’abolizione strutturale dell’addizionale Ires regionale sulle buste paga dei dipendenti di startup innovative e Pmi innovative.
Sul fronte salute Zingaretti rivendica di aver già ridotto le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie, ma si impegna a proseguire con il «rafforzamento della rete, del personale e delle infrastrutture». Per Parisi, servono investimenti in tecnologie e una riorganizzazione che «superi la logica dei soli tagli: rafforzare i presidi territoriali (dal medico di famiglia ai sistemi ambulatoriali) per evitare di scaricare sul sistema ospedaliero tutti i costi». Lombardi punta all’abbattimento delle liste d’attesa in 6 mesi-un anno, anche con tempi più lunghi di utilizzo di macchinari ed attrezzature e con orari più lunghi di apertura delle strutture pubbliche.
In una regione che ha assistito alle periodiche crisi dei rifiuti di Roma, tutti i candidati guardano all’aumento della raccolta differenziata. Tuttavia, Parisi nel breve periodo punta a chiudere il ciclo dei rifiuti «facendo funzionare i termovalorizzatori e le discariche che già ci sono». Per Zingaretti, invece, nell’arco dei 5 anni si può «ridurre del 50% il fabbisogno di conferimento in discarica e inceneritore nella prospettiva di una conseguente chiusura degli impianti esistenti». Una visione poi non così lontana da quella di Lombardi: «Con la riduzione della produzione di rifiuti, con piani di riuso, raccolta differenziata e recupero di materia – conclude la candidata M5S – la quantità di rifiuti da incenerire sarà sempre minore e in futuro si dovrà programmare la dismissione di tali impianti».
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