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Dossier Renzi attacca il M5s: «È il partito degli ex onesti»

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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Renzi attacca il M5s: «È il partito degli ex onesti»

«I Cinque stelle sono il partito degli ex onesti». A poco più di una settimana dal voto del 4 marzo il segretario del Pd Matteo Renzi accende i toni della campagna elettorale, e dopo il “caso Caiata”, che ieri ha agitato i Cinque Stelle, torna ad attaccare il Movimento ricordando gli avvisi di garanzia ricevuti da molti loro amministratori locali come Virginia Raggi, Filippo Nogarin, e Chiara Appendino. «Se fossi in voi - spiega rivolgendosi alla platea nel corso di un incontro con gli imprenditori organizzato da Confindustria Firenze - ci penserei due volte prima di votare un partito che ci porterebbe fuori dall'Europa».

M5S incompetenti
«Di Maio - ha osservato Renzi - si candida a guidare un paese che ha un bilancio di 800 miliardi di euro e non sanno gestire i 23 milioni dei rimborsi: io non sto dicendo di non votarli per questo, ma per i vaccini, per l'idea di Europa, per il no alle Olimpiadi di Roma. Non hanno mostrato competenza, nemmeno Appendino che è laureata alla Bocconi». «A Firenze chi non vota per me, vota il candidato di centrodestra che vuole uscire dall'euro, o vinco io o vince Bagnai, sta a voi scegliere il futuro che desiderate: se volete ritornare all'Italietta di un tempo, fatelo pure», ha poi aggiunto Renzi, continuando a martellare sul M5S.

Pd mai al governo «con gli estremisti»
«In 13 anni – ricorda poi - non ho preso un avviso di garanzia ma so cosa si passa quando lo si riceve, come è accaduto a mio padre. È barbaro considerare l'avviso di garanzia come una condanna definitiva. I 5 stelle hanno un'atteggiamento giustizialista quando l'avviso di garanzia lo prende il Luca Lotti di turno e lo massacrano. E quando ce l'hanno loro tutti zitti, tutti garantisti». Renzi ha quindi espresso l'auspicio che il 5 marzo «il Pd sia al primo posto. È possibile? Sì, assolutamente, anche se è più facile in un ramo del Parlamento che in un altro». Di certo il Pd a guida renziana non intende valutare la possibilità di un governo «con gli estremisti». «Io non lo faccio – ha assicurato il segretario - bisogna essere chiari, bisogna dirlo prima: se si ritiene che gli estremisti siano un pericolo, poi non ci si fa il governo insieme».

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