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Ai Mondiali arriva il Var e anche gli spettatori potranno vedere le immagini

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Ai Mondiali arriva il Var e anche gli spettatori potranno vedere le immagini

L’Italia ai Mondiali 2018 non ci andrà, ma un pezzettino di calcio italiano in Russia ci sarà: il Var. L’Ifab - International football association board - ha approvato all’unanimità l’impiego della tecnologia che permette agli arbitri di rivedere su un monitor le azioni dubbie per poter decidere correttamente. Sia chiaro: il Var non è un’esclusiva italiana, ma la Serie A è una delle quattro leghe europee in cui viene utilizzato: oltre all’Italia ci sono la Germania, il Portogallo e la Polonia. Gli italiani sono, quindi, tra i più abituati all’uso dell’assistenza video nelle decisioni arbitrali. Peccato che in Russia tutta questa esperienza non potrà essere messa a frutto.

Nonostante l’assenza della nazionale, il presidente della Fifa Gianni Infantino trova motivi per festeggiare: «Si tratta di un giorno storico per una maggiore giustizia nel calcio», ha spiegato. Per l’ok definitivo però bisognerà aspettare il 16 marzo, quando il consiglio della Fifa si riunirà a Bogotà. Secondo quanto riportato dall’Ansa si tratta di una formalità: il Var in Russia ci sarà, assieme all’altra novità che riguarderà le sostituzioni. Sarà infatti possibile effettuare un quarto cambio durante i tempi supplementari.

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A convincere i membri dell’Ifab a introdurre il Var ai Mondiali sono state le cifre e le conclusioni di uno studio dell’Università di Leuven, in Belgio. Su quasi mille partite esaminate, con l’ausilio del Var la percentuale di decisioni corrette degli arbitri è passata dal 93% al 98,8%. Altro dato significativo: gli errori rilevanti degli arbitri sono passati da uno ogni tre gare a uno ogni 19 partite. Nel girone di andata della Serie A il Var è stata utilizzato 45 volte, e il tempo “perso” è passato da 82 secondi all’inizio del campionato a 29 secondi alla fine del girone di andata.

«Nel 2018 non è concepibile che la più importante competizione sportiva al mondo possa essere potenzialmente decisa da un errore arbitrale - ha commentato Infantino -. Certo, la perfezione non esiste e c’è ancora tanto da lavorare ma siamo convinti che il Var sia buono per l’arbitraggio e il calcio in generale».

L’ex arbitro David Elleray, ora responsabile tecnico dell’Ifab, ha spiegato che il Var «assicura un’interferenza minima per un beneficio massimo». Pur ricordando che «l’accuratezza della decisione deve sempre prevalere sulla velocità», Elleray ha aggiunto che il Var ferma il gioco per 55 secondi in media ogni partita, mentre si perdono più di 7 minuti a gara per i falli laterali. L’Ifab ha ricordato che la tecnologia della “moviola” deve servire solo a correggere le ingiustizie causate da «errori chiari ed evidenti o da seri incidenti sfuggiti all’arbitro». I campi di applicazione restano quattro: i gol, i calci di rigore, le espulsioni dirette e gli errori di persona.

Rimane la questione della comunicazione agli spettatori e ai telespettatori, spesso confusi quando entra in gioco il Var. Per questo la Fifa sta valutando la possibilità di trasmettere le immagini Var sugli schermi giganti dei Mondiali in Russia. Intanto però l’Uefa continua a non voler utilizzare questa tecnologia nella Champions League. «Non significa che la Uefa sia contraria alla tecnologia - chiarisce Pierluigi Collina, presidente della commissione arbitrale Fifa - . Semplicemente, attualmente non siamo pronti a impiegarla. Non si può improvvisare. Mi sembra un bel segno di onestà».

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