«Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell'amministrare si qualifica non rispetto ai pochi ma alla maggioranza».
Gianluca Maria Calì, 45 anni, imprenditore siciliano che si divide tra Milano e Palermo in un eterno pendolarismo, ricorre a Pericle, oratore e militare ateniese, per spiegare il suo impegno con il M5S, «l'unica speranza di rinascita nel Paese», spiega al sole24ore.com. Un impegno sottotraccia – nonostante sia iscritto dal 2012 – che è venuto alla luce solo il 27 settembre 2017.
Quel giorno, infatti, il Tribunale di Palermo ha condannato in primo grado gli estorsori che Calì aveva denunciato. Tra gli atti allegati si legge che i mafiosi locali, venuti a sapere dell'acquisto di un capannone ad Altavilla Milicia (Palermo) per l'apertura dell'autosalone (dopo l'incendio appiccato a quello di Casteldaccia), lo volevano «contattare per vedere di farlo mettere in regola e fargli uscire qualcosa di soldi» ma «questo non voleva sentire nulla di pagare estorsioni o di uscire soldi per quanto riguarda il mantenimento dei detenuti». Uno dei pentiti dà agli amici il consiglio di stare attenti «a questo personaggio in quanto è facile a denunziare e di starci con le pinze».
Calì è uno di quei personaggi la cui vicinanza al M5S non ti aspetti. E' un imprenditore che ha investito in Sicilia e Lombardia nelle concessionarie automobilistiche e che nonostante le minacce, le intimidazioni, gli atti vandalici nei suoi confronti e della famiglia, in ambo le regioni, ha deciso di non arretrare di un millimetro e dal 2017 ha aperto a Cefalù la prima agenzia immobiliare della catena tedesca Engel & Voelkers, leader nell'intermediazione di immobili residenziali e commerciali di pregio. In Italia ha 30 sedi operative e in Sicilia, oltre a Cefalù, conta Palermo e il prossimo anno si aggiungerà Bagheria. Sempre per merito della volontà imprenditoriale di Calì che vuole «investire nella mia amata Sicilia».
Dopo un periodo in cui ha avuto una tutela, ora si trova senza vigilanza. «Temo molto per i miei figli» afferma senza scomporsi. Anzi. La voglia di combattere è sempre la stessa. «Dopo aver ricevuto tanto – dichiara al Sole-24 Ore – è giunto il momento che io dia. Il M5S in questi anni mi è stato vicino con due interrogazioni parlamentari, ora do il mio supporto.
Ho lavorato molto dietro le quinte e da domani mi metterò in gioco, chiacchierando con la gente e spiegando che cosa vuol dire votare in modo libero. Cerco di portare al voto quella percentuale di indecisi che possono vedere un esempio di impegno in chi, come me, proviene dalla società civile».
Nulla intacca il credo di Calì, neppure il fatto di essersi candidato per le elezioni politiche, ma essere stato escluso dalle liste. «Mi hanno escluso senza una valida ragione ma questo non scalfisce la mia adesione al Movimento. Gli esseri umani possono sbagliare e me la posso prendere con il singolo. Non protesto. Anzi, se qualcuno vuole che io mi disaffezioni, si sbaglia di grosso». La famiglia lo appoggiato in tutto e per tutto ma Calì non sa ancora se il fratello, Alessandro Maria. Voterà per il M5S («fa parte di quella percentuale che devono convincere», spiega Gianluca Maria).
Alessandro Maria Calì non è un ingegnere tra i tanti. Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo dal 2005 al 2009 riuscì a far cancellare dall'Albo Michele Aiello, re Mida della sanità siciliana. Nel 2010 raccontò questo e altro nel libro “Disordini” che puntò dritto alla denuncia nei confronti dei professionisti condannati, mafiosi o vicini alle cosche e mai espulsi dai rispettivi Albi.
Domani vedremo se il M5s potrà contare anche sul suo voto
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