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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Neo eletti allo specchio: giovani, “rosa” e alla prima esperienza parlamentare

Molto più giovane e “rosa” rispetto al passato, e con un elevatissimo tasso di ricambio degli eletti. Sono queste le tre novità di rilievo della classe parlamentare della 18ma legislatura che si apre il 23 marzo, ed evidenziate da Openpolis dopo una prima analisi delle caratteristiche socio-anagrafiche dei nuovi inquilini di Camera e Senato basata sull’elenco degli eletti disponibile al 9 marzo.

Parlamento sempre più giovane
In un paese considerato immobile e gerontocratico la prima sorpresa evidenziata dallo screening degli eletti riguarda l'età media, scesa a 44.3 anni alla Camera e a poco più di 52 anni al Senato. Una tornata elettorale da record anche sotto questo profilo, dunque, che conferma un trend iniziato nel 2013, quando l'età media a palazzo Montecitorio si era già abbassata di 5 anni. Se si prende in considerazione poi la XVma legislatura (2006-2008) in cui era stata eletta la Camera dei deputati con l'età media più alta, la media si è abbassata del 13,58 per cento. A Palazzo Madama l'età media è scesa di due anni rispetto alla scorsa legislatura, e del 9% rispetto a quella precedente (in media 57 anni). Il voto del 4 marzo - ed anche questa è una novità - ha “premiato” in particolare i quarantenni, con un ruolo determinante degli eletti M5S, che alla camera hanno un'età media di 38,5 anni «unica lista che può vantare questo primato» sottolinea il report Openpolis. Al Senato il primato dei “giovani” spetta sia al M5S che alla Lega, che sono gli unici partiti in cui l'età media non supera i 50 anni.

Elette al 34%, record della storia repubblicana
Tra i banchi parlamentari scende l'età media e aumenta la percentuale delle donne: questa legislatura segna infatti la percentuale più alta di elette (34%) nella storia repubblicana, sia alla Camera che al Senato. Un bel passo in avanti, se si pensa che dieci anni fa a Montecitorio la percentuale era della metà (17,2%; il 28,44 a palazzo Madama). Anche su questo fronte, a fare la differenza sono in pentastellati, che tra i partiti hanno portato in Parlamento la percentuale più alta di donne (poco meno del 40%). Più dietro Forza Italia (34,93%) e Partito Democratico (33,93%). L'altro grande vincitore delle urne, la Lega, si ferma al 30,89%, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto al M5S.

Tasso di ricambio parlamentare sopra il 64%
Infine, il capitolo del ricambio parlamentare, ovvero la percentuale di eletti al debutto assoluto sui seggi del Parlamento. Anche qui si può parlare di record: un tasso del 65,91% alla Camera e del 64,29 al Senato significa che il 19 e 20 marzo, quando nei due rami inizieranno le procedure di accreditamento dei neo eletti, per la stragrande maggioranza degli onorevoli sarà il “primo giorno di scuola” - in assoluto – in Parlamento. Dalla seconda legislatura a oggi, è il valore più alto mai registrato. Il rinnovamento è quindi davvero notevole, grazie in particolare all'apporto di Lega e M5S. In sintesi, il report evidenzia come il ricambio superi il 60% in tutte le forze politiche di centrodestra e nel Movimento 5 stelle (i più “nuovi” li troviamo tra i leghisti, con un tasso di ricambio dell'87% alla Camera e dell'83% al Senato), mentre Pd e Liberi e uguali si attestano su una più modesta forbice del 20-30 per cento.

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Debutto in politica e legame con il territorio, M5S e Lega in testa
L'analisi delle caratteristiche socio anagrafiche dei nuovi parlamentari italiani fa la felicità degli studiosi di scienze politiche e flussi elettorali anche per un altro dato significativo: la carriera politica precedente l'elezione in Parlamento. Alla Camera, rileva Openpolis, «il 35% dei parlamentari non ha mai avuto un incarico politico, né al livello locale, né a quello nazionale ed europeo», mentre al Senato la percentuale è del 30,16%. A dare le maggiori opportunità - anche perché movimento relativamente giovane quindi con una limitata storia di partecipazione alle competizioni elettorali – è il M5S, «partito in cui il 65% dei nuovi parlamentari non ha mai avuto un incarico politico, dato di gran lunga superiore a qualsiasi altra delle maggiori forze parlamentari della XVIII legislatura». La Lega invece conquista il podio per aver messo in pista il maggior numero di parlamentari “espressione del territorio”, con incarichi a livello comunale, o come consigliere o come assessore: parliamo del 40% dei deputati e il 30% dei senatori. Il Pd, terza forza parlamentare uscita dal voto, si è invece affidata all'esperienza: il 65% dei parlamentari eletti alla Camera e il 71% al Senato erano deputati o senatori della passata legislatura.

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