È accordo tra M5S e Lega sulla presidenza della Commissione speciale della Camera, appena istituita dalla Conferenza dei capigruppo per l’esame degli atti urgenti del Governo in attesa di parere. Nel corso di una telefonata, caratterizzata «dal reciproco spirito di collaborazione per rendere operativo il Parlamento al più presto» - informa una nota congiunta diffusa nel primo pomeriggio - i leader dei due partiti, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno concordato di votare domani alla presidenza dell’organismo temporaneo di Montecitorio il deputato della Lega Nicola Molteni.
Martina: spartizione M5s-Lega mentre Paese resta appeso loro litigi
Confermati dunque i timori del Pd, che ieri preannunciava la convergenza dei due partiti su un candidato comune, così come accaduto per l’elezione di Vito Crimi al vertice della Commissione speciale del Senato. «Salvini e Di Maio comunicano su carta intestata comune Lega e 5 Stelle l'accordo spartitorio dell'ennesima poltrona: quella della presidenza della Commissione speciale alla Camera, dopo aver già fatto la stessa cosa al Senato. Tutto questo mentre il Paese rimane appeso ai loro litigi sulle prospettive di governo», il commento del segretario reggente del Pd, Maurizio Martina.
Salvini contro: «noi governiamo bene, il M5S no»
Nonostante l’accordo telefonico, gli attriti tra M5S e Lega non mancano. «La strada è semplice: noi vogliamo dialogare con tutti, eccezion fatta del Pd. Se gli altri non ci stanno le vie sono due: o andiamo al voto dove penso potremo vincere da soli superando chi pone veti e fa capricci, oppure, come extrema ratio, andiamo da soli, ci facciamo carico noi della situazione», ha detto questa mattina Salvini presentando il candidato sindaco di Terni per le Comunali in calendario tra due mesi. Dopo il gelo degli ultimi giorni per le parole del candidato premier M5S Luigi Di Maio («Zero chance di accordo») il leader leghista è poi tornato ad attaccare i Cinquestelle. Tra noi e loro, ha spiegato, «ci sono molte idee in comune ma anche delle differenze: noi governiamo molto bene da tanti anni regioni molto importanti, invece loro, penso a Roma e Livorno, non stanno facendo una buona prova».
Gelmini (FI): preincarico a Salvini non ci vedrebbe contrari
Prova a far uscire dallo stallo le trattative tra i partiti per la formazione di un nuovo governo anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che a “Radio anch'io” (Radio 1 Rai) annuncia che un preincarico a Salvini «non ci vedrebbe contrari». Forza Italia, spiega, crede «che si possa partire dal centrodestra unito. La prima area politica del paese è il centrodestra. Chi è arrivato secondo non può porre veti. E forse dimostra infantilismo per questa ansia di andare a fare il premier, forse per il limite dei due mandati». Rimane il problema di garantire una unità non solo di facciata allo schieramento di Centrodestra, che al secondo giro delle consultazioni al Quirinale domani pomeriggio manderà una delegazione unica per FI, Lega e FdI. «Non so chi parlerà, anche perché credo che ci sarà ancora un incontro tra i tre leader. Ma ci sarà il centrodestra unito respingendo i veti di chi prova a spaccare il centrodestra. Crediamo che in Parlamento i numeri si possano trovare», conclude Gelmini.
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