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M5S: dal reato di clandestinità alle unioni civili, quando a…

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voto sul contratto di governo

M5S: dal reato di clandestinità alle unioni civili, quando a decidere è il web

Un voto online sulla piattaforma Rousseau (la Lega si affiderà ai più tradizionali gazebo) segnerà il destino del contratto di governo, che il M5s sta definendo con la Lega. Non è la prima volta che i Cinquestelle ricorrono al voto della base sul blog per ratificare questioni di carattere programmatico. Un voto che dopo la morte di Gianroberto Casaleggio (nell’aprile 2016) è avvenuto sulla piattaforma Rousseau. Sulle unioni civili e l’abolizione del reato di clandestinità le votazioni più famose. Oltre alla definizione del programma per le ultime politiche.

Dal fisco allo sviluppo economico
In vista delle elezioni del 4 marzo 2018 il Movimento ha puntato alla costruzione di un programma dal basso, sottoponendo agli iscritti una serie di quesiti su tutti i principali capitoli politici. Una consultazione, riservata agli iscritti, andata avanti con stop and go per un anno. Si è cominciato a dicembre 2016 con l’energia, per continuare con esteri, lavoro, trasporti, agricoltura, difesa, ambiente, fisco, giustizia, università, e, per finire, sviluppo economico (dicembre 2017).

Voto e dietrofront sulle unioni civili
Altra questione di merito rilevante, quella delle unioni civili. A ottobre 2014, il blog di Beppe Grillo lanciò una consultazione on line sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. Un quesito approvato dalla base. Ma sul tema è noto il dietrofront dei vertici del M5s. La difesa del testo originario, “stepchild adoption” compresa, subì un primo colpo quando Grillo decise di lasciare libertà di coscienza sulle adozioni (giustificata con il fatto che il tema non era inserito nel quesito su cui si erano espressi gli iscritti on line). Poi crollò con il no all’emendamento “canguro” proposto dal Pd. Si sa come è finita: l’adozione è stata stralciata. E alla fine il M5s si è astenuto sulla legge approvata definitivamente dalla Camera nel maggio 2016.

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La sconfessione di Grillo sui migranti
Ma la vicenda più clamorosa risale al gennaio 2014 quando il blog votò sì all’abrogazione del reato di immigrazione clandestina. In quasi 16 mila si schierarono per la sua abrogazione, 9mila per il mantenimento. Un (raro se non unico) caso di rivolta della base contro i leader del M5s. Prima della consultazione online Grillo e Gianroberto Casaleggio avevano sconfessato pubblicamente i senatori del Movimento che aveva presentato, facendolo approvare, un emendamento per l’abolizione del reato. Una sconfessione motivata con queste parole: «Se l’avessimo presentato alle elezioni prendevamo percentuali da prefisso telefonico».

Dalle Quirinarie alle Parlamentarie
Di consultazioni ce se sono state di rilevanti nel corso della scorsa legislatura, anche su questioni non programmatiche come le candidature. A partire dalle “contestate” Parlamentarie di gennaio 2018 per selezionare i candidati nei listini proporzionali (con i risultati definitivi rivisti dai vertici del Movimento) o dai 31mila voti che a settembre 2017 bastarono a Luigi Di Maio per essere incoronato (senza rivali di peso) candidato premier M5s e leader del Movimento. Per chiudere con le Quirinarie, come l’ultima che a gennaio 2015 lanciò il magistrato Ferdinando Imposimato (deceduto lo scorso gennaio) per il Colle.

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