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Milan: dalla multa all’esclusione dalle coppe, i tre scenari…

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calcio e business

Milan: dalla multa all’esclusione dalle coppe, i tre scenari possibili

La Uefa non concederà al Milan in settlement agreement, la decisione di non patteggiare da parte dei procuratori contabili di Nyon deriva dalle incertezze che ritengono collegate ai piani presentati dalla dirigenza.

In particolare, per la Uefa ci sono incertezze sul rifinanziamento del debito verso Elliot che potrebbe comportare il trasferimento della proprietà al fondo americano ad ottobre 2018. Inoltre vi sono dubbi sul piano di espansione nel mercato cinese e sull’equilibrio dei conti del club rossonero.

A questo punto seguirà un vero e proprio processo, davanti ai giudici contabili della Uefa, che avrà ad oggetto il deficit eccessivo maturato dal Milan negli anni 2015-16 e nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2017. L’ammontare di queste perdite complessive nel corso di questi anni dovrebbe essere superiore alla soglia dei 100 milioni, pur sottraendo i costi virtuosi, rispetto a un limite di 30 milioni di rosso concesso dai regolamenti.

Al termine del processo, il club rossonero potrebbe essere soggetto anche alla sanzione dell’esclusione dalle competizioni europee, non contemplata nell’ambito del settlement agreement. Si tratta ovviamente dell’extrema ratio, rispetto ad altre sanzioni di ordine economico e di possibili limitazioni sul mercato, che invece sarebbero le meno gravi.
Già a dicembre la Uefa aveva respinto la richiesta di voluntary ageement presentata dal Milan a Nyon. La commissione aveva evidenziato delle incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito che deve essere saldato nell’ottobre 2018 e le garanzie finanziarie fornite dall’azionista di maggioranza.

A novembre era stato presentato da Fassone un dossier da 150 pagine con all’interno il piano per fronteggiare l’eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi sportivi (la qualificazione alla Champions League, appunto, mancata sul campo) e il comitato Uefa, nel suo scetticismo, si è soffermato in particolare sulla consistenza del patrimonio di Yonghong Li e sulla sua capacità di assicurare continuità al progetto societario.

Il livello dei ricavi è stato reputato troppo basso per fronteggiare il debito consolidato da oltre 350 milioni di euro col fondo Elliott e la Uefa, da un punto di vista strettamente politico, non ha voluto legittimare una proprietà non considerata pienamente affidabile. Questo per quanto riguarda il Milan, ma sono in attesa anche Inter e Roma. I due club qualificatisi alla prossima Champions League, però, possono stare tranquilli: le comunicazioni dovrebbero giungere entro le prossime due settimane e, qualora dovessero arrivare sanzioni, si tratterà di pene decisamente lievi.

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