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Casaleggio alla Luiss “benedice” Conte: «Sarà…

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rapporto sull’e-commerce 2018

Casaleggio alla Luiss “benedice” Conte: «Sarà all’altezza. E l’Italia diventi una Smart nation»

Davide Casaleggio ha debuttato oggi alla Luiss: è la prima volta in 12 anni che il rapporto annuale sull’e-commerce della Casaleggio Associati viene presentato a Roma. Un’occasione ghiotta per allargare la rete della società guidata dal figlio di Gianroberto, il cofondatore del M5S, proprio mentre Luigi Di Maio lavora alla formazione del governo legastellato. In platea manager e imprenditori interessati a capire le prospettive future del commercio elettronico e del digitale. Ma anche alcuni parlamentari pentastellati, come il senatore Nicola Morra e il neodeputato Emilio Carelli, entrato nel totoministri come possibile futuro titolare dei Beni culturali.

L’unico accenno alla politica Casaleggio lo riserva a una breve dichiarazione a margine, davanti alle telecamere. Per benedire il premier incaricato Giuseppe Conte e ricordare il successo del Movimento Cinque Stelle: «Sono molto contento che si sia sbloccata questa situazione e sono sicuro che Giuseppe Conte sarà all’altezza della situazione. Gli faccio un grande augurio di portare avanti il suo compito con serietà e professionalità, che penso abbia». E ancora: «Sono anche molto contento di pensare a come il Movimento nato nel 2009, nel 2013 per la prima volta in Parlamento, nel 2018 sia per la prima volta al governo. Penso che dovremmo essere tutti molto soddisfatti».

Prima nella conversazione con il giornalista di Nova-IlSole24Ore, Luca De Biase, e poi durante l’illustrazione del rapporto, Casaleggio rilancia l’idea dell’Italia «Smart nation», che era stata la promessa di Di Maio lo scorso settembre, appena incoronato candidato premier del M5S. «È necessario creare una cultura dell’innovazione - afferma Casaleggio - e allo stesso tempo un ecosistema di finanziamento per l’innovazione». Ricorrono, nel suo discorso, il modello francese e quello estone. «In Italia abbiamo un sistema non organico, mentre è cruciale avere una regia dello sviluppo», spiega al Sole 24 Ore. «Oggi il finanziamento all’innovazione è quasi inesistente: 200 milioni dal venture capital. In Francia dal 2012 al 2017 sono riusciti a passare dal nostro livello a oltre venti volte». La ricetta? È quella più volte ribadita dal numero uno della Casaleggio Associati: stop alle finanziarie regionali che fanno investimenti a pioggia, largo a un approccio sistemico e a una banca pubblica per gli investimenti (presente nel contratto di governo M5S-Lega).

Fin qui l’architettura del finanziamento. Ma c’è anche, per Casaleggio - secondo molti lo stratega M5S, nonché il presidente dell’Associazione Rousseau, che gestisce l’omonima piattaforma per il voto online degli iscritti al Movimento - la necessità di promuovere la cultura dell’innovazione. Quella che serve a impedire «gli investimenti all’estero e non in Italia da parte dei fondi istituzionali italiani». O a evitare i paradossi che derivano dallo scarso investimento nelle tecnologie per la gestione delle relazioni con i clienti, concentrati in pochi hub creati all’estero. Casaleggio cita Booking ma soprattutto il caso Mytaxi: «È stata combattuta una guerra contro Uber, ma poi è stata adottata una piattaforma sviluppata da una startup tedesca».

Per invertire la rotta occorre un cambiamento culturale, come quello avvenuto in Estonia: «Spingere sulla cittadinanza digitale, creando infrastrutture di base a cominciare dalle scuole e arrivando alla certificazione digitale dell’identità, che permette di votare online». Allo stesso tempo, bisogna favorire nelle grandi imprese e nelle Pmi l’idea che oggi «l’innovazione non è soltanto nei prodotti e nei servizi, ma nelle relazioni che si instaurano con il cliente finale». E cercare sponde nelle Fondazioni bancarie, in quella «spesa da 800 milioni l’anno sul territorio» che potrebbe essere dirottata proprio su questo versante.

Infine, la partita dei dati. Alla vigilia dell’entrata in vigore del giro di vite Ue a tutela della privacy, Casaleggio si dice consapevole che molte società lo stanno vivendo come un aggravio ma invita a guardarlo invece «come opportunità: In Italia abbiamo sempre avuto leggi molto avanzate e siamo molto preparati per gestire al meglio i dati delle persone: è uno spazio di nascita per nuova imprenditoria».

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