Con il mandato affidato dal capo dello Stato a Giuseppe Conte per formare un governo a maggioranza Lega-M5s, le lancette dell’orologio della politica, dopo 81 giorni dal 4 marzo, sono tornate a muoversi. Una volta insediato il nuovo governo, e di conseguenza delineati i rapporti di forza tra maggioranza e opposizione, sarà possibile insediare le commissioni permanenti, di merito e di garanzia, di Camera e Senato. A quel punto l’attività legislativa del Parlamento nella nuova legislatura potrà entrare nel vivo.
Commissioni speciali chiudono con il Def
Con le commissioni permanenti, decadranno le “speciali”, che hanno terminato l’esame del Documento di economia e finanza (Def) e del decreto Alitalia, attesi ora al via libera dell’Aula. In particolare il Def verrà votato dall’Aula del Senato dopo che sarà stato espresso il voto di fiducia al nuovo governo, così come ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
Il cuore del processo legislativo
I singoli deputati e senatori hanno già dato indicazione delle commissioni alle quali vorrebbero essere assegnati, tuttavia i gruppi parlamentari non hanno ancora formalizzato le decisioni sulla “redistribuzione” dei loro parlamentari, in attesa che si insedi il nuovo governo. Va ricordato che le commissioni sono il cuore del processo legislativo. È in questi organi che si svolge la maggior parte del lavoro sugli emendamenti, in cui si cercano convergenze politiche e in cui il dibattito entra realmente nel merito delle questioni.
Occhi puntati su Bilancio e Lavoro
Sia alla Camera che al Senato esistono 14 commissioni permanenti. Gli occhi sono puntati sulle commissioni Bilancio, quelle attraverso cui passano tutti i provvedimenti economici. Qui è attesa la Flat tax, cavallo di battaglia del Carroccio. Nella scorsa legislatura, comprese anche le riunioni congiunte con altre commissioni, la Bilancio alla Camera ha lavorato per esempio 1.124 ore, quasi il doppio delle altre commissioni e distanziando di poco la Affari costituzionali, che la scorsa legislatura è stata impegnata però con la riforma della costituzione e ben due leggi elettorali. Cruciale quindi sarà capire chi andrà alla presidenza della Bilancio sia alla Camera che al Senato. Sotto la lente anche le Commissioni Lavoro dove dovrà passare eventualmente il reddito di cittadinanza, misura su cui puntano i 5 stelle.
Scontro Pd-Fi su Copasir e Vigilanza Rai
Con il voto contrario al governo M5S-Lega, Fi si mette di fatto all’opposizione, in una sorta di inedita competizione con il Pd. Competizione anche sui vertici delle commissioni. Alle opposizioni spettano infatti di prassi, oltre alle vicepresidenze delle commissioni permanenti, anche le presidenze delle commissioni di garanzia. A cominciare dalla Vigilanza Rai (a cui aspira Forza Italia con Paolo Romani) e dal Copasir. Per la commissione sui servizi, ad esempio, il Pd ha in Lorenzo Guerini il suo candidato, e non intende mollare.
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