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Viminale: nel sistema di accoglienza 40mila migranti in meno…

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il Dossier statistico

Viminale: nel sistema di accoglienza 40mila migranti in meno (-20%)

Un calo degli sbarchi ormai consolidato, circa 40mila migranti in meno nel sistema di accoglienza, il raddoppio dei controlli antiterrorismo. Il bilancio 1° agosto 2017 – 31 luglio 2018 del Viminale, oggi illustrato in conferenza stampa dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, racconta cifre attese, come il calo generale dei reati, ma anche numeri insoliti. Sono i segni della politica di sicurezza del vicepresidente del consiglio leghista ma anche il seguito, con toni e misure oggi molto più drastiche, di una gestione sull'immigrazione già inaugurata dal suo predecessore, Marco Minniti, all'insegna della severità.

Con Salvini, tuttavia, insieme alla drastica diminuzione degli arrivi dei migranti si vedono altri segnali. Numeri comunque sempre da confermare e consolidare perché i processi migratori possono essere imprevedibili e resistere con tutte le forze alle scelte politiche.

Il calo dei migranti in accoglienza
La cifra più significativa del dossier statistico del Viminale è il totale dei migranti in accoglienza: 160.458, di cui 440 negli hotspot, i centri post-sbarco; 132.287 nel sistema di accoglienza vero e proprio e 27.723 nello Sprar, i centri di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in capo ai Comuni. Siamo a -20% circa rispetto a un anno fa, quando ci fu un boom di arrivi a luglio e in accoglienza il totale dei migranti sfiorò le 200mila unità.

Il crollo degli sbarchi
Dal 1° agosto 2017 al 31 luglio 2018 gli sbarchi sono crollati: 42.700 rispetto ai 182.877 dei dodici mesi prima. Il cruscotto statistico giornaliero del dipartimento Libertà civili rileva inoltre che dall'inizio del 2018 sono arrivati in Italia 19.259 immigrati rispetto ai 97.313 dello stesso periodo 2017, la diminuzione è del -86,94%. Il sistema di accoglienza, così, non è più alimentato dagli sbarchi continui. Crollano anche le domande di asilo: 82.782 negli ultimi dodici mesi, 144.099 nel periodo precedente.

Rimpatri in aumento
Da notare anche la crescita dei numeri della direzione centrale Polizia delle Frontiere: 6.833 rimpatri anziché 6.378, 1.201 rimpatri assistiti a differenza dei 509 dell'anno precedente. E anche le cifre sulle richieste di protezione sono significative. È vero che aumentano da un anno all’altro le domande: 89.054 negli ultimi dodici mesi, 81.617 nell'anno prima. Ma la tendenza in atto è in diminuzione mentre più netta è la diminuzione dei riconoscimenti: dal 49% delle domande di due anni fa al 39% dell'ultimo anno.

Boom dei controlli antiterrorismo
L'attività di contrasto alle insidie del terrorismo fondamentalista ha una parte silenziosa o visibile fino a un certo punto, ma fondamentale e strategica per disinnescare o agguantare ogni possibile elemento di rischio. I dati del lavoro delle forze di dell'ordine coordinati dal C.a.s.a. (centro di analisi strategica antiterrorismo) fanno impressione. Non ci sono solo gli espulsi, nei dodici mesi di raffronto su due anni passati da 96 a 108, e soprattutto gli estremisti arrestati: da 24 a 43, «cifre comunque altissime» fa notare una fonte qualificata della Polizia di Stato. Se il pericolo jihadista è stato finora sventato certo è stato anche per le centinaia di migliaia di persone controllate, quasi raddoppiate in un anno. Passate, infatti, dai 272.557 del periodo 1° agosto 2017 – 31 luglio 2018 alle 510.492 degli ultimi dodici mesi. In aggiunta, 195.434 veicoli verificati rispetto agli 87.262 dell'anno prima e 316 motonavi passate al setaccio anziché 165.

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