Ore decisive sulla manovra, o meglio sulla Nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza che costituisce l’ossatura della prossima legge di Bilancio. Oggi, 27 settembre, alle 16 è in programma un vertice di governo sulla manovra alla presenza del premier Giuseppe Conte, dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e del ministro Giovanni Tria. Lo si apprende da fonti governative. Il Consiglio dei Ministri invece inizierà alle 20. All’ordine del giorno del documento che convoca l’incontro si legge «Nota di aggiornamento del Documento di economia e di finanza 2018».
«Il Movimento 5 Stelle voterà un Nota di aggiornamento al Def coraggiosa. Nelle prossime ore ci vediamo con Conte, con la Lega e con il ministro dell’Economia per mettere a punto un Def che soddisfi le esigenze dei cittadini. Non possiamo fare tutto subito ma dobbiamo fare molto subito», chiarisce il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio in un nuovo post su Facebook, mentre sta rientrando in Italia da Bruxelles. «Moscovici e i suoi amici» che sono nella Commissione europea, aggiunge, «credo ancora per poco perché alle europee ci sarà un altro terremoto come il 4 marzo, se ne dovranno fare una ragione perché non solo noi stiamo contestando le politiche europee: uno dei più grandi europeisti, Macron, ha deciso di alzare il deficit al 2,8%».
Dopo ore di tensioni, con i Cinque Stelle e la Lega a premere sul ministro dell’Economia Giovanni Tria per portare il deficit dell’anno prossimo al 2,4% del Pil, nelle ultime dichiarazioni Di Maio frena: «Nessuna richiesta di dimissioni» del ministro Tria, sottolinea in mattinata. Quanto poi alle distanze che nei giorni scorsi sono emerse con i tecnici del ministero di Via XX Settembre, il vicepremier in quota M5s minimizza: «Ci sarà sempre un contradditorio con i tecnici, da che mondo è mondo, questo è evidente e vale per l’Italia come per tutti i Paesi», soprattutto «quando c’è un cambiamento radicale al governo è chiaro che c’è parte dell’apparato che rema contro, ma sono sicuro che nei prossimi anni impareremo a conviverci».
Di Maio decide di rientrare subito a Roma, e di non partecipare ai lavori del Consiglio Ue competitività. «Sono ore concitate, infatti non potrò partecipare al Consiglio qui a Bruxelles, rientrerò subito in Italia perche è una giornata importantissima per il Def», spiega.
Anche l’altro azionista di maggioranza del governo Conte, la Lega, preme per andare oltre la soglia del 2% nel rapporto tra deficit e Pil. «Assolutamente sì». Risponde così Matteo Salvini a chi - a margine della sua visita a Tunisi- gli chiede se valga la pena superare questa percentuale. «Il diritto al lavoro, alla felicità di milioni di italiani - continua - val bene qualche numerino». Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ospite della trasmissione Agorà su Rai Tre, commentando la manovra manda un messaggio al ministro dell’Economia: «Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro Ministro dell’Economia». «Non credo che il ministro Tria voglia venir meno al suo impegno e al suo lavoro in questo governo - afferma il sottosegretario alle infrastrutture, il leghista Armando Siri al Gr1 -. Poi, ognuno è libero di assumere le decisioni che vuole. Noi abbiamo un contratto Lega-Cinque Stelle, il ministro Tria lo ha letto prima di accettare l’incarico al Mef. Io penso che alla fine prevarrà il buonsenso, e prevarrà l’interesse generale degli elettori. Abbiamo bisogno di un cambio di passo, sennò non saremmo il governo del cambiamento», conclude.
La Commissione Ue segue l’evoluzione della trattativa sul deficit all’interno del governo italiano. «La Commissione europea valuta i progetti di bilancio 2019 di tutti gli Stati membri compreso quello dell’Italia in seguito alla formale presentazione entro il 15 ottobre e prima della fine di novembre, come parte del “semestre europeo” di governance economica», sottolineano da Bruxelles. Sulle conseguenze che un aumento del deficit potrebbe avere, soprattutto sul piano del rapporto con l’Unione europea, Di Maio dice: «Avremo modo di interloquire, a me non preoccupa Bruxelles, se lo dovrà fare la Francia lo faremo anche noi». «Quel che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere» a differenza del passato quando «si dava un obiettivo nel Def e poi alla fine il deficit era più alto», aggiunge il leader M5s. «È inutile tirare a campare come governo, io non sono uno di quelli che porterà questo governo a tirare a campare» perché «o si fanno le cose o non ne vale proprio la pena», continua Di Maio.
Nella manovra, anticipa il vicepremier, «questo governo ha intenzione di rinnovare i programmi del superammortamento, iperammortamento e industria 4.0» abbassando il «tetto di accesso a questi fondi per portarli verso le pmi». Il responsabile dello Sviluppo economico Luigi
Di Maio,
spiega che la logica dietro questa scelta è che «in questi anni le grandissime» imprese ne hanno già beneficiato mentre «le
piccole» e in particolare quelle del Sud sono state «tagliate fuori, perché le grandi cannibalizzavano le piccole. In questa
legge di bilancio abbiamo quindi ricalibrato». Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia augura al Governo di «non fare danni» con la prossima manovra. Secondo Boccia, bisognerebbe cambiare paradigma e chiedersi quanta occupazione si crea per i prossimi anni. Riferendosi al Governo quindi commenta: «Io non gli auguro di durare poco, gli auguro di non fare danni e di investire sulla
crescita».
Le tensioni nel Governo in vista dell’impostazione della Legge di Bilancio e il possibile spostamento verso l’alto dell’asticella del deficit/Pil sono accolte male dal mercato che nell’apertura della seduta del 27 settembre scarica i BTp italiani e innesca un ampliamento della forchetta con il Bund tedesco. Nelle prime battute di giovedì 27 settembre il differenziale di rendimento tra il rendimento del BTp benchmark scadenza dicembre 2028 e il Bund tedesco si attesta a 243 punti base, in aumento di 13 punti base rispetto al riferimento della vigilia.
Allo stesso tempo il Tesoro ha venduto tutti i 5,2 miliardi di Btp e CctEu oggi in offerta, con tassi in calo. «Lo spread si alza non per i decimali ma per l’instabilità politica - commenta il ministro dello Sviluppo economico -. Il Governo del Cambiamento è e deve essere compatto. L’Italia è un Paese solido e i fatti ce lo dimostrano: questa mattina il Tesoro ha collocato tutti i 5,2 miliardi di titoli in asta, con tassi di interesse in calo di 40 punti rispetto ad agosto. Non abbiamo scuse: la Manovra del Popolo si deve fare sul serio e cambierà la storia di questo Paese.»
La turbolenza è messa in evidenza anche dalla Bce, che nel bollettino mensile sottolinea: «è necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità e di crescita». Francoforte aggiunge che «nel caso dei paesi con elevati livelli di debito, ulteriori sforzi di risanamento sono indispensabili per imprimere all'incidenza del debito una solida dinamica discendente, poiché il forte indebitamento rende tali Stati particolarmente vulnerabili a fronte di futuri casi di rallentamento economico o di nuovi episodi di instabilità nei mercati finanziari». Dalla riunione della Bce lo scorso giugno, ricorda il bollettino, «i differenziali sui titoli di Stato hanno mostrato un certo livello di volatilità, in un contesto caratterizzato dal perdurare dell’incertezza politica in Italia». La Bce nota che «i differenziali delle obbligazioni sovrane italiane sono cresciuti in un contesto di rinnovate tensioni sul mercato» e che anche i bond di altri Paesi ne hanno risentito, «sebbene con intensità variabile».
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Se il conto alla rovescia per aggiornare il Def, ovvero il Documento di economia e finanza, è iniziato da giorni, il braccio di ferro sulle risorse da destinare alla copertura delle misure della manovra economica - in queste ore di incontri, trattative frenetiche e dichiarazioni dai toni accesi - è sempre più “all’ordine del giorno” nelle dinamiche interne al governo Conte.
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La vigilia del Consiglio dei ministri ha registrato toni accesi. È una partita che si gioca soprattutto sulle dichiarazioni pubbliche e via social. Di fronte alle parole di Di Maio, che hanno esortato ad andare oltre l’asticella del 2%, Tria ha sottolineato che «non c’è crescita nell’instabilità». «Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema irpef» - ha annunciato ai rappresentanti delle imprese del commercio -. Il primo anno l’intervento fiscale sarà a favore delle imprese medie e piccole, sotto la targhetta di flat tax». «Siamo partiti da previsioni di finanza pubblica cui c’era stato l’accordo con l’Europa - ha ricordato Tria alla platea di Confcommercio - e questo accordo si basava su un forte aumento della pressione fiscale con le clausole di salvaguardia. Quindi il primo problema è affrontare questo punto e impedire l’aumento dell’Iva. Poi si entra in quello che si può fare ancora per ridurre la pressione fiscale e su questo ci stiamo muovendo».
L’altro «elemento per la crescita sono gli investimenti pubblici e qui - ha sottolineato Tria - bisogna affrontare i meccanismi burocratici, ci sarà un grande piano di investimenti: oltre a nuovi fondi, si tratta soprattutto di accelerare le spese, con modifiche che riguardano il sistema bancario, il Codice degli appalti, la giustizia civile e strumenti di accompagnamento alla Pa per disegnare progetti» in grado di attirare gli investimenti.
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Il ministro ha annunciato che i saldi di bilancio saranno comunicati domani: «Domani (27 settembre, ndr) saranno presentati i famosi saldi», ha detto, annunciando che la Nota di aggiornamento al Def arriverà come previsto giovedì entro la scadenza ufficiale. La questione, ha aggiunto, è «come mantenere i conti in ordine e favorire la crescita economica. Questo il programma che si sta mettendo a punto». «Nella prossima manovra - ha continuato il ministro - ci saranno interventi per affrontare il problema sociale, come il reddito di cittadinanza «per permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale». La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso che la Nota di aggiornamento del Def sarà esaminata dall’aula della Camera il 10 ottobre.
Un passaggio dell’intervento di Tria è stato sulla necessità, più volte registrata da Bruxelles, di mettere in campo una manovra capace di garantire un equilibrio dei conti pubblici. «Le polemiche con l’Europa non hanno senso. Dobbiamo continuare ad avere la fiducia di coloro che vogliono sottoscrivere il nostro debito e di coloro che vogliono consumare. Se si crea incertezza nessuno investe e nessuno consuma. Se pensano che ci sarà un disastro dovremo restituire» i soldi investiti.
Uscite, da parte grillina e da quella del Tesoro, che fanno pensare che il braccio di ferro tra il professore dell’universita di Tor Vergata, custode della cassaforte del bilancio pubblico, e i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, continui. Una contesa che alla fine si esprimerà su un numero, o meglio una percentuale, scelto dal Consiglio dei ministri e destinato a cadere, in un passaggio successivo, sotto la lente della Commissione Ue: quella che fotografa il rapporto tra deficit e Pil.
Conte: deficit oltre 2%? Lo saprete dopo il Cdm
Il deficit supererà il 2%? «Non do numeri sino a quando non delibereremo. Lo saprete dopo il Consiglio dei ministri» ha detto
il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando dal floor del New York Stock Exchange, ai microfoni di Cnbc. «Ci sono
tutte le potenzialità per crescere: dobbiamo solo intervenire per liberare le risorse economiche per un piano infrastrutturale
serio» ha poi aggiunto il presidente del Consiglio, che ha spiegato: «Quando parlo di infrastrutture parlo di quelle materiali
e immateriali, creando un ambiente anche smart per la business community. Ad esempio la semplificazione burocratica sarà a
costo zero»
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Se in un primo momento sembrava che la linea da non superare per il Tesoro fosse l’1,6% - una deviazione di circa lo 0,3% in più rispetto all’obiettivo iniziale, che avrebbe consentito al governo giallo verde di presentarsi a Bruxelles per chiedere una flessibilità funzionale al disinnesco delle clausole Iva (12-13 miliardi) a partire dall’anno prossimo - ora il confronto a livello politico ha portato la percentuale più in alto. Determinante è stato, nel cambiamento di scenario che si è palesato questi giorni, il pressing M5S-Lega, per trovare le coperture a reddito di cittadinanza, superamento della legge Fornero e la pace fiscale (la rottamazione delle cartelle finirà in un decreto legge collegato alla manovra).
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