Il mercato mondiale del caffè è in fermento. E non parliamo solo dei consumi, che crescono a due cifre su scala globale, dalla
Cina all'Europa, dal Brasile agli USA (dove circa il 64% degli adulti consuma caffè su base giornaliera). La passione dei
consumatori spinge infatti anche investimenti e M&A su un mercato non facile, ma con potenzialità di sviluppo ad alto profitto.
Non si tratta di una percezione vaga, ma di dati precisi che le analisi degli specialisti di CB Insights hanno messo in fila
osservando i movimenti dei fondi d'investimento. I numeri svelano come il mondo del venture capital, per decenni invaghito
delle start-tech, si sia preso una cotta per le startup di un settore più vicino alla old economy.
La disponibilità per entrare nel mercato del caffè si sono impennate in particolare quest'anno, toccando nei primi 7 mesi
dell'anno la cifra record di 600 milioni di dollari e con proiezione a un miliardo entro fine anno, secondo le stime di CB Insights. Se infatti sono state monitorate 56 operazioni fino a fine luglio, per dicembre
gli specialisti hanno tracciato un'ulteriore quarantina.
L'operazione che risulta più “pesante” è quella della cinese Luckin Coffee, che compete con Starbucks nella regione puntando sul delivery e ordinazioni da mobile, capace di raccogliere circa 200 milioni
in giugno.
Lo shopping dei big
Se i fondi di investimento si muovono, i big sono sulla palla. E si parla di acquisizioni pesanti: dallo shopping di Coca
Cola, che si è mangiata Costa Coffee per 5,1 miliardi di dollari, al recentissimo ingresso nel business del caffè vending di Mars Drink (350 milioni di dollari)
da parte di Lavazza, dopo che l'azienda torinese aveva già messo in portafoglio Carte Noire ed Esp in Francia, Merrild in Danimarca, Kicking
Horse Coffee in Canada, Nims in Italia e Blue Pod in Australia.
Se la holding tedesca JAB, dopo la conquista di Peet's Coffee and Tea nel 2012, ha proseguito lo shopping nel mondo delle
caffetterie, Nestlé si è orientata sulla californiana Blue Bottle Coffee e su un progetto più avanzato come Chameleon Cold-Brew.
Il trend del cold brew
Sono infatti le nuove miscele, ingredienti bizzarri o nuove procedure di preparazione ad attirare i (giovani) consumatori
e dunque a far aumentare l'appeal. Il trend del caffe cold brew non è certo nuovo, ma sta prendendo il largo con startup come
High Brew, Wandering Bear e Rise Brewing Co. che hanno raccolto investimenti significativi nel 2018, ma tra le piccole invenzioni
che spingono in rampa di lancio sembrano esserci anche mix con latte vegetale (Califia Farms) e pure con il collagene, che
avrebbe portato a Bulletproof 40 milioni di dollari.
Ingredienti e strategie distributive per il successo
Secondo CB Insights i fattori che spingono il caffè sono la sua perfetta collocazione nei trend attuali – zero calorie, gluten
free, carb free – e una forte differenziazione dell'offerta, che rende una bevanda “comune” nettamente più trendy. C'è poi
da considerare l'innesto in progetti di fidelizzazione dei clienti: WeWork offre caffè gratis a tutti gli inquilini e Uber ha siglato una partnership con la startup Cargo per distribuire caffè in bottiglia e altri cibi attraverso la rete dei riders.
Il focus è fare qualcosa di differente, magari centrato sulla dieta sana, che possa incuriosire nuovi target e dunque attirare
l'attenzione di investitori intraprendenti.
In Italia sempre più spazio alle Accademie del caffè
Qui da noi il mondo delle startup non si è ancora mosso in questa direzione, viste però le accelerazioni nel costume spinte
da fenomeni come Starbucks, le potenzialità sono ampie. Segnali di vitalità però non mancano soprattutto nel mondo della formazione. Caffè Vergnano,
il 2 ottobre, ha inaugurato la nuova sede della loro Accademia, a Chieri, in Via Cesare Balbo 4 nella storica villa di famiglia, dove fu fondata l'azienda da Domenico Vergnano nel 1882.
La prima Accademia nata nel 2005 in uno spazio adiacente all'azienda a Santena, negli anni, è diventata un progetto modulabile
e replicabile che conta ora 10 sedi in Italia e nel mondo. In questa nuova sede ci sarà un vero e nuovo centro di formazione
certificato Premier Training Campus dalla SCA -( Specialty Coffee Association), l'organizzazione che certifica a livello internazionale
gli standard qualitativi in termini di formazione nel mondo del caffè. Il programma dei corsi è ampio e offre tre moduli:
Barista Skills, Brewing e Roasting aperto ai baristi italiani che intendono sostenere gli esami per diventare professionisti
certificati SCA, ovvero “sommelier del caffè”. A questi si aggiungono i corsi più ampi e legati alla formazione pensati per
supportare gli operatori nella gestione quotidiana del proprio locale e offrire il meglio ai propri clienti: cocktail& bar
tender, estratti e succhi, aperitivi, management e food cost.
Tutte le lezioni sono tenute dallo staff Vergnano: un team di 15 baristi (tra cui due trainer SCA) per offrire il meglio nel
campo. La nuova Accademia sarà anche aperta anche al pubblico con incontri pensati per appassionati e intenditori che vogliono
avvicinarsi a questo mondo affascinante in piena evoluzione.
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