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Dossier | N. 63 articoliGenova, tutto sul crollo del ponte Morandi

Decreto Genova, Antitrust: giusta esclusione Autostrade ma non altri gestori

Per la ricostruzione del ponte di Genova «se nell’attuale situazione l’affidamento tramite procedura negoziata appare giustificato, tale modulo dovrà essere limitato a quanto strettamente necessario a far fronte alle condizioni di urgenza e indifferibilità dell'intervento di ricostruzione e dovrà essere, in ogni caso, rispettoso dei principi di trasparenza e di non discriminazione». Lo ha detto il segretario generale dell’Antitrust, Filippo Arena, in audizione alla Camera sul davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, che hanno all’esame il decreto Genova.

Antitrust: ok stop Autostrade, non altri
Per il segretario generale dell’Antitrust l’esclusione delle società concessionarie di strade a pedaggio dalla ricostruzione del ponte di Genova «sotto il profilo della concorrenza, potrebbe giustificarsi solo con riferimento al concessionario della tratta autostradale interessata dai lavori», vale a dire Autostrade per l'Italia. Invece, «non sembra trovare adeguata giustificazione l’esclusione di tutti gli altri concessionari».

Castellucci: nostra concessione affidata con gara
«La concessione di Autostrade per l’Italia - gli ha fatto eco l'Ad Giovanni Castellucci in audizione alla Camera sul Dl Genova - è stata affidata con gara in occasione della privatizzazione. È stata una gara sulla concessionaria e non sulla concessione, ma di fatto gli oggetti erano coincidenti». Il riferimento di Castellucci è in relazione alle osservazioni del segretario generale dell'Antitrust, Filippo Arena - citate da Castellucci - che poco prima aveva osservato che l’esclusione di Autostrade e delle sue controllate dalla ricostruzione era «giustificata» dal fatto che la concessione di Aspi fosse stata affidata senza gara.

«Se facessimo noi, nuovo ponte in 9-16 mesi»
Non solo. Castellucci ha fatto notare che se la ricostruzione del ponte di Genova venisse affidata ad Autostrade per l'Italia, cosa che però al momento è esclusa dal decreto al vaglio del Parlamento,
la società «ha studiato diverse possibili soluzioni», che prevedono, per «quella con i tempi più accelerati, circa 9 mesi per la demolizione e la ricostruzione» e per il cosiddetto “progetto Piano” «circa 15-16 mesi» ha detto l'a.d. di Autostrade ha aggiunto che «non sono promesse, ma impegni sui
quali noi riteniamo di poterci impegnare contrattualmente».

«Erogati oltre 800 contributi»
Castellucci ha aggiunto in audizione che «i numeri non mi fanno dimenticare di
quello che è successo, che la gestione del ponte Morandi stava in Autostrade per l'Italia, una gestione che i nostri tecnici avevano come responsabilità e siamo totalmente consapevoli della tragedia che è successa». Ma «ancora non siamo in grado avere un'idea chiara di quello che è successo e non c'è ad oggi una
ricostruzione completa e attendibile di ciò che è successo». Poi ha ricordato che il tasso di mortalità sulla rete Aspi «è sceso del 77%», con il numero di deceduti passato dai circa 440 dell'anno prima della privatizzazione (1999) ai 119 nel 2017. Finora Autostrade per l'Italia ha erogato «circa 800 contributi alle persone e alle imprese toccate» dal crollo del ponte di Genova. Nello specifico, la società ha erogato 837 contributi, di cui 532 per gli sfollati (286 per i primi interventi e l'acquisto di mobili, 112 per rimborso delle scuole, 94 per le rate dei mutui e gli affitti, 40 per i danni a cose e persone e per le spese urgenti) e 305 per le aziende, i commercianti e gli artigiani.

«Paghiamo ricostruzione, su ricorsi decide il cda»
«Autostrade pagherà la ricostruzione del Ponte Morandi, mi sembra chiaro. Ricorsi? Non è nostra intenzione aggravare la situazione per la città di Genova, già molto colpita; ma la decisione definitiva non spetta a me, quanto al consiglio di amministrazione, che valuterà il testo definitivo del decreto Genova» ha detto ancora Castellucci in audizione alla Camera sul decreto legge Genova.

Antitrust: evitare proroga concessioni
Secondo il segretario generale dell’Antitrust «dovrà assolutamente essere evitata nel futuro la proroga delle concessioni esistenti e si dovrà procedere all’assegnazione delle stesse tramite procedure ad evidenza pubblica, e ciò al fine di garantire maggiore efficienza e maggiore sicurezza». Arena, che ha parlato della necessità di una «cesura con il passato», ha ricordato come da anni l’Antitrust sostenga la necessità di non procedere con le proroghe delle concessioni, optando per «un’assegnazione competitiva delle nuove concessioni e di quelle scadute», dal momento che «nei mercati, come quello autostradale, dove per questioni strutturali, sussistono condizioni di “monopolio naturale”, il meccanismo della gara è il metodo più idoneo a consentire di replicare, sotto forma di concorrenza per il mercato, gli esiti efficienti derivanti dai meccanismi concorrenziali».

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