Il decreto Genova ha bisogno di alcune urgenti modifiche. Genova ha bisogno in tempi stretti di un nuovo ponte, spaccata in due com’è dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto. Con gli sfollati in attesa di risposte e l’economia della città e del porto in gravi difficoltà. Martedì e mercoledì il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del ponte Morandi Marco Bucci sarà a Roma per modificare il decreto. Il crollo del ponte Morandi costringe i circa 4mila camion che ogni giorno entrano ed escono dal porto di Genova a 120 chilometri per l'attraversamento di Genova da Levante a Ponente e a 70 in senso inverso, con notevoli costi per imprese di trasporto e aziende produttrici.
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Danni per 116 milioni di euro
Costi che a quasi due mesi dal crollo del Ponte Morandi sono stati quantificati da una stima di Conftrasporto-Confcommercio
realizzata in collaborazione con Isfro, diffusa al Quarto Forum internazionale di Conftrasporto-Confommercio a Cernobbio:
il danno complessivo per le imprese dell'autotrasporto in transito per il nodo di Genova ha superato i 116 milioni di euro.
Circa due milioni di euro al giorno.
Il cantiere della demolizione deve partire il 1° dicembre
Il neo commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci ha evidenziato tutte le criticità, a partire dalle
risorse. Al primo posto il problema della demolizione: se il nuovo ponte deve essere pronto per Natale 2019 il cantiere della
demolizione deve partire il 1° dicembre 2018. Una data fattibile, a patto che sia fatta chiarezza su come fare ad assegnare
un progetto in soli 45 giorni.
Deroghe dettagliate
Secondo Bucci per evitare contenziosi bisogna stabilire in modo più chiaro quali sono le deroghe e le procedura per attivarle.
Il decreto Genova affida al commissario Bucci ampi poteri di deroga alle normative vigenti, in particolari per l'affidamento
della ricostruzione. Per ora però la deroga è molto generale: per evitare contenziosi, ha chiarito Bucci, bisogna «regolare
l'utilizzo delle deroghe, senza toccare il fatto che si deve fare presto».
La proprietà del Morandi
Altro tema di notevole rilievo è la proprietù dei tronconi che svettano nel vuoto del ponte Morandi. Perché quel che resta
del Morandi, ha ricordato Bucci, è ancora di Autostrade per l'Italia. «O si espropria o si revoca la concessione ad Aspi»,
ha chiesto Bucci. E va chiarito «per legge» come riavere il ponte.
I fondi non bastano
Altro tema fornamentale quello delle risorse a disposizione. Per Bucci devono essere immediatamente stanziati fondi per gli
espropri per entrare in possesso delle aree su cui fare la ricostruzione. I fondi stanziati dal decreto non bastano: per
Bucci servono 120-140 milioni, di cui 90 per gli indennizzi e il resto per le risorse che mancano negli aiuti economici alle
imprese danneggiate.
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Inoltre i tetto di indennizzo di 5 milioni per le imprese che hanno subito cali di fatturato dopo il crollo del ponte, è troppo basso: per il commissario servono 40-50 milioni di euro.
Gli indennizzi agli sfollati
Secondo Bucci, poi, nella fase di conversione in legge del decreto dovrebbe essere prevista come forma di garanzia che il
commissario possa assegnare i fondi agli sfollati. Poi Autostrade dovrà finanziarli.
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