BRUXELLES – Nelle ultime tre settimane le tensioni politiche tra Roma e Bruxelles sul futuro del bilancio italiano hanno toccato nuovi vertici, provocando molta volatilità sui mercati. Il governo Conte ha pubblicato una Finanziaria ritenuta dai suoi partner in grave violazione del Patto di Stabilità e di Crescita, tanto che la Commissione europea per la prima volta nella ventennale storia dell’euro ha deciso di respingere il documento italiano chiedendo di modificarlo entro 3 settimane. Qui di seguito una spiegazione della situazione, una illustrazione delle regole comunitarie e un calendario delle prossime tappe.
Per evitare che in una unione monetaria di Stati sovrani vi potessero essere politiche economiche troppo divergenti, i paesi
membri hanno deciso di coordinare le proprie scelte e affidare alla Commissione europea un ruolo di vigilanza dei bilanci
nazionali. L'obiettivo dei paesi, contenuto nel Patto di Stabilità, è di azzerare il deficit e di ridurre il debito.
Cosa è successo finora sul fronte dei bilanci nazionali?
Come ogni anno i governi nazionali hanno presentato alla Commissione entro il 15 ottobre una bozza di bilancio per l'anno
successivo. Come ne ha facoltà, l'esecutivo comunitario ha chiesto nei giorni scorsi a sei paesi maggiori informazioni e nuovi
dettagli. Questi sono la Francia, la Slovenia, il Belgio, il Portogallo, la Spagna e l'Italia.
I sei paesi sono nella stessa situazione?
No. Il caso italiano è assai più grave. Non è banale se la lettera all'Italia sia stata trasmessa brevi manu direttamente
al ministro dell'Economia Giovanni Tria dal commissario agli affari monetari Pierre Moscovici appena quattro giorni dopo la
presentazione del bilancio.
Quale è la situazione degli altri cinque paesi?
E' interessante notare che queste cinque lettere, oltre a non denunciare d'emblée deviazioni significative nella traiettoria di finanza pubblica dei paesi in questione sono
firmate non dal commissario Moscovici e dal vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, come nel caso italiano,
ma dal direttore generale per gli affari economici Marco Buti. Le missive peraltro non sono inviate ai ministri, ma tendenzialmente
a funzionari dello Stato. Come spesso accade, la forma è sostanza.
Quali sono gli addebiti che la Commissione fa ai paesi oggetto di una richiesta di informazione?
Spagna, Belgio e Francia si sono dati obiettivi di riduzione del deficit strutturale inferiori agli impegni. Il Portogallo prevede una crescita della spesa primaria nel 2019 del 3,4% del PIL, rispetto a un tetto dello 0,7%. Alla
Slovenia, Bruxelles esorta la rapida presentazione di un bilancio aggiornato dopo il cambio di governo. Nessuno di questi
paesi rinnega nei numeri l'impegno al risanamento dei conti pubblici.
Quanto all'Italia?
Nella sua prima missiva al governo italiano, Bruxelles parla di «non rispetto particolarmente serio degli obblighi di bilancio»,
«senza precedenti» nella storia dell'unione monetaria. Il governo Conte prevede un aumento del deficit strutturale nel 2019
dello 0,8% del PIL, rispetto a un impegno italiano di una riduzione dello 0,6% del PIL.
Tra deficit nominale e deficit strutturale
Negli anni, per venire incontro alle difficoltà dei governi a rispettare le regole che si sono essi stati dati, si è deciso
di assicurare più importanza al deficit strutturale piuttosto che al deficit nominale, in modo da tenere conto del ciclo economico.
Bisogna precisare che l'assetto di controllo dei conti pubblici ha come obiettivo di ridurre debito e deficit, ma lascia piena
libertà agli stati membri di gestire la struttura del bilancio, ossia la natura delle uscite e delle entrate.
Cosa è la flessibilità di bilancio?
In un comunicazione del 2015, l'esecutivo comunitario ha introdotto limitate ma sempre sostanziose flessibilità di bilancio
a fronte di investimenti pubblici o di riforme economiche, di cui l'Italia ha fatto grande uso in questi anni. Le linee-guida
interpretative del Patto di Stabilità prevedono peraltro che in tempi di crisi economica un paese non debba fare sforzi particolare
per risanare il debito, mentre in periodi di crescita un governo deve raddoppiare l'impegno.
“Il Fiscal Compact ha imposto ai paesi membri di inserire nella propria Costituzione l'obiettivo del pareggio di bilancio, cosa che l'Italia ha fatto nel 2012”
Il pareggio di bilancio è iscritto nella Costituzione italiana?
Il controllo dei conti pubblici nazionali si è fatto più rigoroso da quando i paesi della zona euro si sono dotati di un Patto
di Bilancio, il Fiscal Compact. Tra le altre cose, quest'ultimo prevede che un paese con un debito elevato debba ridurre la parte sopra al 60% del PIL di
un ventesimo all'anno, salvo situazioni eccezionali. Tra le altre cose, il Fiscal Compact ha imposto ai paesi membri di inserire
nella propria Costituzione l'obiettivo del pareggio di bilancio, cosa che l'Italia ha fatto nel 2012.
Quale è la prossima tappa nell'iter di analisi dei bilanci?
Mentre le lettere che sono state inviate ai partner europei lasciano intendere che non vi sarà bocciatura, la lettera trasmessa all'Italia si è tradotta in una seconda missiva che ha sancito la contestazione formale del bilancio italiano.
È mai stata respinta da Bruxelles una manovra nazionale?
Quest'ultima opzione non è mai stata usata finora perché ritenuta una provocazione, un passo troppo lungo in una unione monetaria
che rimane una confederazione piuttosto che una federazione. Finora la Commissione nel valutare i bilanci nazionali ha sempre
preferito usare la mano leggera, trovando un compromesso con i governi in difficoltà. In questo caso ha scelto la linea più
pesante perché, come ha spiegato il vice presidente Dombrovskis, «il Governo italiano sta apertamente e coscientemente andando
contro gli impegni presi verso se stesso e verso gli altri Stati membri».
Cosa succede in caso di bocciatura?
Il governo italiano ha tre settimane per adattare la Finanziaria alle regole europee. Infatti, secondo le norme comunitarie,
la Commissione deve presentare una propria opinione sui singoli bilanci nazionali entro la fine di novembre. Una riunione
del collegio dei commissari per ottemperare a questo obbligo è prevista il 21 novembre prossimo.
Nel frattempo sono attese nuove stime economiche?
Sì, l'8 novembre. Quattro volte all'anno, l'esecutivo comunitario pubblica proprie previsioni economiche relative ai paesi
della zona euro. Quelle di inizio novembre serviranno tra le altre cose a finalizzare le opinioni sui bilanci nazionali.
Le opinioni vengono poi valutate a livello politico?
Sì. I ministri delle Finanze saranno chiamati a discuterle nella loro riunione del 3-4 dicembre qui a Bruxelles. I ministri
non devono farle proprie, ma solo discuterle e pubblicare una propria valutazione.
È vero che l'Italia è minacciata da una procedura per debito eccessivo?
Sì. Finora la Commissione non ha mai aperto una procedura per debito eccessivo, notando comunque il rispetto delle regole
sulla riduzione del deficit strutturale. Alla luce della Finanziaria per il 2019, totalmente fuori linea rispetto alle regole
del Patto, non si può escludere che Bruxelles decida di perseguire questa strada, tenuto conto dell'elevato debito italiano
(130% del PIL) e dell'andamento delle finanze pubbliche nel 2018.
Come si svolgerebbe l'iter in questo caso?
La Commissione dovrebbe inanzitutto preparare un nuovo rapporto sull'evoluzione del debito ex articolo 126/3 dei Trattati.
Poi successivamente dovrebbe inviare una raccomandazione al Consiglio chiedendo l'apertura della procedura per debito eccessivo.
Nell'approvare la raccomandazione, quest'ultimo chiederebbe all'Italia misure di aggiustamento da adottare nel giro di sei
mesi. Si deve presumere che l'eventuale scelta italiana di non modificare la Finanziaria 2019 darebbe ulteriore forza alla
raccomandazione della Commissione.
Sono previste sanzioni finanziarie?
Sì, in ultimissima analisi nel caso il governo italiano non seguisse la raccomandazione del Consiglio. La richiesta della
Commissione in tal senso verrebbe approvata dal Consiglio automaticamente, salvo la presenza contraria di una maggioranza
qualificata dei paesi membri.
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