Nel 2019 l'economia del Mezzogiorno segnerà un leggero recupero mentre quella del Centro-Nord un rallentamento: nel Sud il Pil all’1,4% del 2017 scende allo 0,8% nel 2018 per poi risalire all’1% nel 2019; nel Centro-Nord, invece, la caduta è continua dall'1,5% del 2017 all’1,3% del 2018, all’1,1% del 2019. Lo scrive la Svimez nel rapporto 2018 «L’economia e la società del Mezzogiorno», spiegando che l’anno prossimo, «sarebbero i consumi totali (+1% in entrambe le macro-aree) i driver della crescita, trainati da quelli delle famiglie i quali trarrebbero vantaggio significativamente dal Reddito di cittadinanza e quota 100».
Sud assorbirà 63% reddito cittadinanza
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, la Svimez è scettica, spiegando che servirebbero 15 miliardi per poter dare
780 euro a tutti. «Con le risorse attuali - si legge nel rapporto - prendendo a riferimento le famiglie con Isee inferiore
a 6000 euro e tenendo conto che il 50% potrebbe avere una casa, il sussidio va dai 255 euro per una famiglia monocomponente
ai 712 per una con 5 o più componenti, a circa 1,8 milioni di famiglie. Il Mezzogiorno assorbirà il 63% del Reddito di cittadinanza».
Manovra, effetti 2019 maggiori a Sud
La Svimez prevede che «l’mpatto dei provvedimenti contenuti nella manovra sull’evoluzione del Pil al Centro-Nord e al Sud,
darebbe un impulso positivo nel Mezzogiorno di circa lo 0,3% nel 2019 sull’aumento previsto del prodotto lordo dell'1%, e
di poco più dello 0,4% nel 2020 sul Pil allo 0,9% ipotizzato. Nel Centro-Nord, i valori risultano decisamente inferiori, quasi
lo 0,2% nel 2019 e 0,24% nel 2020». Svimez spiega di aver stimato «gli effetti della manovra sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno
sulla base della ripartizione territoriale degli interventi previsti, sia in termini di minori entrate che di maggiori spese»
e «nel biennio 2019-20 il Sud beneficerà di circa il 40% delle minori entrate e di oltre il 40% delle maggiori spese». Per
cui «nelle sue linee essenziali le misure espansive andrebbero a vantaggio del Mezzogiorno».
Occupazione in ripresa ma ancora debole
Al Sud nel 2017 gli occupati sono aumentati di 71 mila unità, +1,2%, mentre al Centro-Nord la crescita è stata di 194 mila
unità. Con questo risultato il
Centro-Nord ha recuperato completamente i livelli occupazionali pre-crisi, mentre il Sud resta di circa 310 mila occupati
sotto il livello del 2008. È quanto emerge dal rapporto Svimez 2018 in cui si precisa anche che a metà 2018, il numero di
occupati nel Mezzogiorno è inferiore di 276 mila unità rispetto al livello del medesimo periodo del 2008, mentre nel Centro-Nord
è superiore di 382 mila unità. Il tasso di occupazione è ancora due punti al di sotto del 2008 nelle regioni meridionali (44,3%
nel 2018, era 46% nel 2008) mentre ha recuperato i livelli 2008 nel Centro-Nord (65,9%).
300mila giovani abbandonano scuola
Il tasso di scolarizzazione dei 20-24enni al Sud è «notevolmente inferiore» rispetto al Centro-Nord «a causa di un rilevante
e persistente tasso di
abbandono scolastico». Lo afferma la Svimez nel rapporto 2018, spiegando che nel Mezzogiorno «sono circa 300 mila (299.980)
i giovani che abbandonano, il 18,4%, a fronte dell'11,1% delle regioni del Centro-Nord».
Prosegue fuga dal Sud, -146mila abitanti in 2016-17
Nel biennio 2016-2017 si registrano inoltre 146 mila abitanti in meno al Sud. È come se sparisse da un anno all’altro una
città meridionale di medie dimensioni. «È un fenomeno che riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno, con la sola eccezione
della Sardegna».
Lo sottolinea la Svimez nel rapporto 2018 presentato alla Camera, spiegando che secondo le sue previsioni e quelle dell'Istat, «si delinea per i prossimi 50 anni un percorso di forte riduzione della popolazione, in particolare nel Mezzogiorno, che perderà 5 milioni di abitanti, molto più che nel resto del Paese, dove la perdita sarà contenuta a un milione e mezzo». Questo «perché al Sud non solo ci sono sempre meno nati ma c'è anche un debole contributo delle immigrazioni», spiega ancora la Svimez. “Tutto ciò farà dell'area meridionale quella più invecchiata dell'Italia e tra le più invecchiate dell'Ue».
Lezzi: inseriremo decontribuzione investimenti al Sud
«Nel corso della discussione della Legge di Bilancio saranno inseriti nuovi strumenti a favore delle imprese e in particolare
forme di decontribuzione per quelle che investiranno al Sud». Lo ha annunciato il ministro per il Sud Barbara Lezzi, commentando
il rapporto Svimez e attribuendo «il rallentamento della crescita nel Sud a un calo dei consumi. Questo spiega - prosegue
- perché abbiamo dovuto scongiurare l'aumento dell'Iva. Per l'anno prossimo dovremo disinnescare aumenti per ulteriori 19
miliardi»
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