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Manovra, linea dura nella lettera all’Ue: saldi e crescita…

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clausole anti-deficit

Manovra, linea dura nella lettera all’Ue: saldi e crescita invariati. Dismissioni per 18 miliardi

«Saldi e crescita invariati» nella lettera di risposta dell’Italia a Bruxelles, che aveva sollecitato modifiche alla legge di Bilancio. «La manovra per quanto ci riguarda non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita, perché è nostra convinzione che questa manovra è quello che serve al Paese per ripartire», ha spiegato al termine del Consiglio dei ministri Luigi Di Maio, vicepremier e leader M5s. Precisando che reddito e pensione di cittadinanza, superamento della Fornero con quota 100, misure per i risparmiatori truffati che rimborseremo sono provvedimenti che non cambiano.

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Nel corso del Cdm - e dopo un vertice a tre Conte-Di Maio-Salvini - è stata messa a punto la lettera di risposta all’Europa sulla manovra 2019. Le dismissioni «anche immobiliari» inserite in manovra, in risposta ai rilievi dell'Unione europea, «valgono l'1% del Pil» (circa 18 miliardi di euro). «Per accelerare la riduzione del rapporto debito/pil e preservarlo dal rischio di eventuali shock macroeconomici, il governo ha deciso di innalzare all'1% del Pil per il 2019 l'obiettivo di privatizzazione del patrimonio pubblico. Gli incassi costituiscono un margine di sicurezza» e consentiranno di raggiungere una discesa del rapporto debito-pil «più marcata e pari a 0,3 punti quest'anno, 1,7 nel 2019, 1,9 nel 2020, 1,4 nel 2021 portando il rapporto dal 131,2%del 2017 al 126,0 del 2021».

Più flessibilità per fronteggiare eventi eccezionali
Nella legge di bilancio è inoltre «confermata la destinazione dello 0,2% degli investimenti all'idrogeologico». Per le spese «per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti, il governo chiede l'applicazione della flessibilità per eventi eccezionali», specifica infatti il ministro Tria nella lettera all'Ue, spiegando che «per il prossimo triennio” le spese eccezionali saranno «pari a circa lo 0,2% del Pil”, circa 3,6 miliardi, a seguito dei danni del maltempo e «per il solo 2019» un miliardo sarà dedicato alla rete viaria dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.

Le clausole di salvaguardia
Nella lettera - anche se viene confermato «impianto e azione politica» - ci sono clausole di salvaguardia per evitare che il deficit salga oltre il 2,4% qualora le previsioni di crescita del governo nella manovra non siano confermate e anche una nuova operazione di dismissione immobiliare. «La manovra è stata costruita sulla base del quadro tendenziale, e non tiene conto della crescita
programmata», si legge nella lettera spedita dal ministro Tria alla Commissione Ue. «Questa impostazione prudenziale introduce nella legge di Bilancio un cuscinetto di salvaguardia, che previene un deterioramento dei saldi di bilancio anche nel caso in cui gli obiettivi di crescita non siano pienamente conseguiti».

Lapidario Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, all’ingresso di palazzo Chigi: «Stiamo lavorando a una manovra che comprende più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse, non per tutti, ma per tanti italiani. Se all’Europa va bene, siamo contenti, se all’Europa non va bene, tiriamo dritti».

Il 21 novembre le opinioni sulle leggi di bilancio
Un portavoce di Bruxelles ha confermato che la Commissione pubblicherà le opinioni sulle leggi di bilancio dei Paesi membri il 21 novembre prossimo. Il rispetto della scadenza del 21 dipenderà da che ci sarà dentro la comunicazione attesa da Roma, che sarà comunque pubblicata sul sito della Commissione Ue così come avvenuto finora per tutti gli scambi di lettere riguardanti la manovra.

Chiarimenti chiesti anche ad altri cinque Paesi
L’Italia non è stato il solo Stato Ue a ricevere una richiesta di chiarimenti da parte della Commissione europea sul bilancio 2019. Ci sono, infatti, altri cinque Paesi che hanno ricevuto una missiva da Bruxelles: Francia, Slovenia, Spagna, Portogallo e Belgio.

GUARDA IL VIDEO - Lettera Ue all'Italia: deviazione senza precedenti

Il dg Buti aveva firmato la lettera di richiesta
Nella lettera inviata a Roma il direttore generale degli affari economici e finanziari della Commissione, Marco Buti, aveva chiesto chiarimenti sui motivi alla base di una riduzione del debito pubblico inferiore rispetto a quella richiesta. Bruxelles aveva chiesto a Roma di apportare modifiche significative alla proposta per il bilancio 2019. Le nuove informazioni che saranno fornite dall'Italia, hanno osservato fonti europee, saranno valutate attentamente anche alla luce delle previsioni economiche rese note da Bruxelles la scorsa settimana. Le stesse fonti hanno rilevato che finora non sono state avanzate, da parte italiana, obiezioni precise riguardanti le stime presentate, stime che sono state giudicate dal ministro Tria come una “defaillance tecnica” dei servizi della Commissione.

Lo spread che continua a viaggiare a ritmi sostenuti
I vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno ribadito più volte che i pilastri “fondamentali” della manovra non sarebbero stati modificati. In Parlamento le principali istituzioni ascoltate in audizione hanno puntato l’obiettivo sulle stime di crescita ritenute eccessivamente «ottimistiche». Lo scenario economico si è, inoltre, ulteriormente deteriorato e lo spread continua a viaggiare a ritmi sostenuti creando preoccupazione.

Sulle pensioni stime lontane dalle aspettative
Nel mirino dell’Ufficio parlamentare di bilancio e di Confindustria in particolare le novità sulle pensioni per le quali le stime sono molto diverse dalle aspettative dell’Esecutivo. In particolare l’Ufficio parlamentare di bilancio ha fatto i conti sulla sforbiciata agli assegni derivante da quota 100 per chi ha 62 anni di età e 38 di contributi: con le nuove regole previdenziali sono annunciati assegni più leggeri dal 5 al 30 per cento. Si perde dunque oltre un terzo dell’assegno se l’anticipo rispetto alla pensione è di 4 anni. Pensioni light, dunque, che potrebbero scoraggiare la platea degli aventi diritto calcolata in 437mila lavoratori. Ed è stata calcolato, se uscissero tutti, un aumento della spesa lorda di 13 miliardi. Il doppio di quanto previsto nei calcoli dell’esecutivo. Si cerca anche un punto di equilibrio sul reddito di cittadinanza perché possa trasformarsi in misura in grado di favorire l’occupazione. In campo sulla manovra sono scesi anche i vescovi che hanno invitato a salvaguardare il risparmio delle famiglie e la vita delle imprese.

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