“La Milano da bere”. Chi non ricorda il claim pubblicitario che identificò negli anni Ottanta una città, Milano, ma che divenne anche un modo per definire un periodo storico, riuscendo poi a entrare nel linguaggio comune fino a far dimenticare la sua origine e il suo legame con un brand che, di Milano, è sempre stato fortemente identificativo. Lo slogan, frutto del lampo di genio del pubblicitario Marco Mignani, era stato coniato per uno spot televisivo dell'Amaro Ramazzotti.
La storia e il rebrandingdell’amaro milanese
Il primo amaro commerciale apparso in Italia, nel 1815, grazie all'inventiva e all'esperienza di Ausano Ramazzotti, farmacista
bolognese trapiantato all'ombra del Duomo, che iniziò poco dopo a venderlo nella sua bottega-caffè a pochi passi dal Teatro
alla Scala. Ma anche il primo amaro a non usare come base alcolica un vino e ancora oggi uno dei pochi a non far mistero degli
ingredienti che compongono la sua ricetta, sulle dosi è tutto un altro discorso: ben 33 botaniche differenti, dalle arance
calabresi al rabarbaro, dal cardamomo all'anice stellato. Iconico e storico, il Ramazzotti è oggi al passo con i tempi: «Abbiamo
rinnovato l'immagine innanzitutto», ha spiegato Alejandro Mazza, global ambassador del brand di proprietà Pernod Ricard, «cambiando il font dei caratteri e la forma della bottiglia e inserendo Ausano al posto del tradizionale Fratelli Ramazzotti.
La strategia è quella di raccontare il nostro amaro non esclusivamente come un simbolo di milanesità ma, in senso più ampio,
di italianità. E del resto ci sono gli ingredienti a dimostrare come il suo “respiro” sia sempre stato nazionale». Nazionale
d'estrazione e internazionale per vocazione: leader nel mercato tedesco ma forte anche nel Nord Europa e negli Stati Uniti, Ramazzotti ha infine qualche giorno fa lanciato una sorta di “upgrade”.
Ricetta anticaper una limited edition
Si tratta de Il Premio Ramazzotti, un innovativo blend di amaro con una piccola ma significativa percentuale di grappa di Nebbiolo Riserva, ovvero affinata
in barrique per 36 mesi. «È una ricetta del 1850 che a lungo è rimasta di famiglia», chiosa Mazza, «nel senso che la consumavano
gli stessi Ramazzotti e i loro amici, ma aveva tutte le qualità per affrontare il mercato». Tiratura limitata, poco più di
undicimila bottiglie, e gradazione alcolica fissata a 35% vol, Il Premio ha l'aromaticità del Ramazzotti classico e la profondità
della grappa. Il curioso nome arriva direttamente da Ausano che ideò la ricetta come “premio” per i suoi eredi. Che adesso
hanno deciso di condividerlo con tutti.
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