Nuovo look per la pace fiscale dalle liti alle cartelle, fino agli errori formali delle dichiarazioni e non solo. Tra correzioni e cambi di rotta, la versione del decreto fiscale uscita dalla commissione Finanze del Senato (e martedì 27 novembre al voto dell’Aula) presenta significative differenze rispetto al testo iniziale e agli annunci alla sua presentazione. Non ha trovato posto il saldo e stralcio per consentire di “stralciare” le cartelle della ex Equitalia per chi ha un Isee fino a 30mila euro ed è in oggettiva difficoltà economica. Così come non entra l’estensione, più volte annunciata dal Governo, della rottamazione-ter alle ingiunzioni di pagamento dei Comuni e dunque a multe, tributi locali, come Imu e Tasi. La soluzione per consentire di estendere ai sindaci la facoltà di aderire alla nuova sanatoria «non ha il parere favorevole della Regioneria», ha precisato il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega) .
Rinviata la proroga delle concessioni balneari
Rinviato a legge di Bilancio o Milleproroghe la soluzione sulla proroga delle concessioni (sostanzialmente un ulteriore rinvio
della direttiva Bolkestein) sempre per balneari e anche per il commercio ambulante.
GUARDA IL VIDEO - Manovra: allo studio la nuova Imu, la tassa unica sulle case
Liti pendenti con sconti più alti
Si cerca di dare più appeal alla sanatoria delle liti pendenti. Tra le novità fiscali approvate dalla commissione Finanze
del Senato, infatti, anche il maxisconto per la definizione delle liti pendenti che potranno essere chiuse versando il 40%
per chi ha vinto in primo grado, 15% se il contribuente ha battuto il fisco in secondo grado.
Se poi si è in attesa della Cassazione dopo aver vinto in provinciale e in regionale sarà sufficiente pagare il 5% della pretesa. Per chi invece ha solo presentato ricorso la chiusura della lite costerà il 90% della pretesa erariale potendo godere di uno sconto del 10 per cento. In tutti i casi gli importi dovuti sono al netto di sanzioni e interessi.
Rottamazione-ter fino a 18 rate
Una rottamazione-ter più tollerante verso i piccoli ritardi ma anche con la possibilità di dilazionare i versamenti. Con gli
emendamenti approvati in commissione Finanze, per i piccoli ritardi - non superiori a 5 giorni - la definizione agevolata
delle cartelle rimarrà efficace, in sostanza viene riconosciuto il concetto del lieve inadempimento rimasto escluso dalle
due precedenti edizioni. Ma non solo.
Cambia il numero di rate, che complessivamente passano da 10 a 18. In pratica, nel 2019 si pagheranno due rate con il 10% dell'importo, rispettivamente entro il 31 luglio e il 30 novembre. Dall'anno successivo 18 rate: ogni anno entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre. Inoltre potrà essere rilasciato il Durc, che attesta la regolarità contributiva, a chi aderisce alla sanatoria.
Errori formali con 200 euro ma senza i beni all’estero
Addio alla dichiarazione integrativa speciale che tante polemiche aveva suscitato, ossia il condono che consentiva di integrare l’imponibile dichiarato fino a un massimo di 100mila euro ed entro il limite del 30 per cento e poi di pagare un’imposta sostitutiva del 20 per cento. Arriva, invece, la s anatoria degli errori formali ma senza le violazioni per il quadro RW, ossia quella parte della dichiarazione dei redditi destinata al monitoraggio dei patrimoni mobiliari e immobiliari detenuti oltreconfine. Passa quindi la linea sull'esclusione contenuta nel subemendamento presentato da Rossella Accoto del Movimento 5 Stelle. Si possono sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, che non rilevano sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, ai fini dell'Iva e dell'Irap e sul pagamento dei tributi, commesse fino al 24 ottobre 2018, con il versamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d'imposta a cui si riferiscono le violazioni. Si verserà in due rate di pari importo entro il 31 maggio 2019 ed entro il 2 marzo 2020.
© Riproduzione riservata