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Concerti, Ticketmaster e la campagna d’Italia: «Arriva il…

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Concerti, Ticketmaster e la campagna d’Italia: «Arriva il biglietto digitale»

Daniele Bei, dall’estate scorsa managing director di Ticketmaster Italia
Daniele Bei, dall’estate scorsa managing director di Ticketmaster Italia

«Abbiamo un nome importante, è vero, ma siamo una startup. Almeno qui in Italia. Abbiamo una struttura agile, ci piace cambiare e innovare. E abbiamo la fortuna di poterlo fare introducendo sul mercato tutti i prodotti del nostro gruppo: a partire dall’anno prossimo dubutteranno anche qui collector ticket, verified fan e il biglietto digitale». A parlare è Daniele Bei, dalla scorsa estate managing director di Ticketmaster Italia, costola tricolore della piattaforma di ticketing di Live Nation Entertainment, la multinazionale della musica dal vivo che ha chiuso il 2017 con un fatturato dal 10,3 miliardi di dollari, +24% sul 2016.

Quota di mercato da triplicare
Ticketmaster è arrivata nel Bel Paese soltanto nell’autunno dell’anno scorso: nei precedenti 15 anni vigeva infatti il cosiddetto accordo Panischi, deal da 15 miliardi di vecchie lire che teneva legati i principali promoter italiani a TicketOne. Compresa Live Nation Italia. Lo scenario degli ultimi 12 mesi è cambiato, proprio a partire dal 30% dei biglietti degli eventi organizzati da Live Nation che sono stati riservati ad Ticketmaster. Una percentuale destinata a crescere anno dopo anno, «ma non vogliamo assolutamente limitarci a essere il canale di ticketing del gruppo», spiega Bei. «Abbiamo l’ambizione di puntare alla leadership di mercato, pur nella consapevolezza che sarà una strada lunga». Oggi la quota di mercato di Ticketmaster, leader a livello globale, in Italia è inferiore al 10%, «contiamo di triplicarla da qui al 2020».

La partnership con Zed
Il messaggio che passa è: qui non ci si accontenta. «A ottobre scorso - sottolinea Bei - abbiamo chiuso un accordo di partnership con Zed Entertainment, importante venue operator e promoter di Padova che organizza 200 eventi su 60 location diverse». In virtù di questa partnership Ticketmaster Italia fornisce servizi di biglietteria per venue importanti del Nordest come il Gran Teatro Geox di Padova e il Morato Brescia. «Abbiamo poi lavorato - continua il manager - anche per festival rilevanti al Centrosud come il Rock in Roma e il Noisey di Napoli. Nelle principali kermesse che abbiamo servito, abbiamo praticato iniziative di marketing engagement che puntavano alla fidelizzazione dei fan».A Firenze Rocks, per esempio, hanno fatto il proprio debutto tatuaggi temporanei con il logo di Ticketmaster.

Tra collector ticket e verified fan
Bei è un italiano nato in Lussemburgo che ha studiato a Bologna e, prima di arrivare in Ticketmaster, ha fatto una lunga «gavetta» nella gestione delle venue tra Belgio e Italia. Quella che ha davanti è senza dubbio la sfida più importante della sua carriera: il mercato tricolore della bigliettazione continua ad avere TicketOne, controllata della tedesca Cts Eventim, come leader, Vivaticket del gruppo bolognese Best Union è molto cresciuta e in più ci sono tante realtà territoriali parecchio radicate. «Noi - sottolinea il manager - contiamo molto sui prodotti innovativi che, a livello globale, hanno contribuito al consolidamento della leadership di Ticketmaster». Il primo è il collector ticket, «biglietto speciale, formato pass, con nome e cognome dello spettatore», spiega Bei. «Un format destinato ai grandi appassionati di un determinato artista». La seconda novità si chiama «verified fan» e, negli Stati Uniti, è già stata sposata da performer che godono di grande seguito, come Taylor Swift: «Identifichiamo i fan - sottolinea Bei - e li premiamo per la grande passione nei confronti dei loro idoli, offrendo loro un accesso privilegiato nei giorni in cui vengono immessi in vendita i biglietti di un tour». Una mossa che «in un certo senso rappresenta una risposta al fenomeno del secondary ticketing».

Come funziona il biglietto digitale
Sempre in questa direzione va il biglietto digitale, «la piena dematerializzazione del titolo d’accesso a un evento, anche in questo caso iniziativa già messa in pratica da Ticketmaster su mercati più maturi come quello americano». Un biglietto «che non è un codice a barre - sottolinea il manager - ma un identificativo dell’acquirente che regola l’accesso allo spettacolo». Sultema del secondary ticketing, Bei è categorico: «il bagarinaggio online professionalizzato è intollerabile. Giusto contrastarlo, ma è altrettanto giusto che le regole di contrasto non penalizzino un settore che gode di ottima salute». E il prezzo dinamico dei biglietti, sulla falsariga di quello che avviene per le prenotazioni di aerei e treni, potrebbe rappresentare una risposta al fenomeno? «È una formula - risponde Bei - che utilizzerei soltanto per un contingente limitato di posti. Posti che possono interessare ai cosiddetti big spender. Un evento live è giusto che sia alla portata di tutti». Quanto alla tempistica per le tre novità annunciate da Ticketmaster, Bei parla di «una prima sperimentazione nel 2019 e una piena entrata a regime nel 2020».

«Lo sport? Ci interessa»
Che farà da grande Ticketmaster? Limiterà il suo business alla musica live o proverà ad ampliare anche in Italia il proprio raggio d’azione? «L’idea - secondo il manager - è espandere al massimo l’attività, entrando anche in settori come lo sport, calcio in primis, e le rappresentazioni in senso lato. Ovvio che, quando parliamo di competizioni sportive, la tempistica la dettano spesso bandi pubblici. Appena se ne presenterà l’occasione, in ogni caso competeremo con le nostre offerte. Ci interessano meno le attività fieristiche, ma lo spettacolo nel senso più alto del termine non può che essere il core business di un’azienda che si chiama Ticketmaster». La strada è lunga, ma l’ambizione è tanta.

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