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Negli ultimi 50 anni irresistibile ascesa strutturale del non voto in Italia

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LA FOTOGRAFIA SCATTATA DAL CENSIS

Negli ultimi 50 anni irresistibile ascesa strutturale del non voto in Italia

Continua il distacco tra gli italiani e la politica. L’area del non voto - ha messo in evidenza il 52esimo rapporto Censis, pubblicato oggi - è fatta 13,7 milioni di persone alla Camera e 12,6 milioni al Senato: sono gli astenuti e i votanti scheda bianca o nulla alle ultime elezioni politiche. Il report non usa mezzi termini e parla di «una irresistibile ascesa strutturale di lungo periodo» di quest’area. Con la conseguenza che «ogni spazio lasciato vuoto dalla dialettica politica è riempito dal risentimento di chi non vede riconosciuto l’impegno, il lavoro, la fatica dell’aver compiuto il proprio compito di resistenza e di adattamento alla crisi».

La percentuale che racconta il non voto: il 29,4% degli aventi diritto
La percentuale dell’area del non voto sul totale degli aventi diritto - mette in evidenza il report - è salita dall’11,3% del 1968 al 23,5% del 1996, fino al 29,4% del 2018. Il 49,5% degli italiani ritiene che gli attuali politici siano tutti uguali, e la quota sale al 52,2% tra chi ha un titolo di studio basso e al 54,8% tra le persone a basso reddito.

L’area del non voto alle elezioni politiche in Italia
Camera dei deputati e Senato della Repubblica*. Dati 1968-2018. In %

Oltre la metà degli italiani bocciano la comunicazione politica nei social
Quanto all’opportunità di ridurre al minimo i passaggi e le intermediazioni per veicolare il messaggio politico, in un sistema che vorrebbe una democrazia il più “diretta” possibile, la funzione dei social network nella comunicazione politica è definita «inutile» o addirittura «dannosa» dal 52,9% degli italiani, mentre il 47,1% li giudica al contrario «utili» o «preziosi» perché eliminano ogni filtro nel rapporto tra cittadini e leader politici.

OPINIONI SUL RUOLO DEI SOCIAL NETWORK NELLA COMUNICAZIONE POLITICA
Valori in percentuale. Fonte: Indagine Censis, 2018

L’impatto delle fake news sull’opinione pubblica
L’abilità nel muoversi nella post-verità è la cifra del successo politico, se il 68,3% degli italiani ritiene che le fake news hanno un impatto «molto» o «abbastanza» importante nell’orientare l’opinione pubblica. Oggi, sottolinea il rapporto Censis, sembra finito quel gioco combinatorio di identità e interessi che si proiettava nella domanda politica, anche perché i profili identitari dei diversi gruppi sociali sono sempre più sfumati e le relative constituency degli interessi sono sempre più disomogenee.

Il nodo integrazione e il bisogno di sicurezza che minaccia la società aperta
L’idea di una politica oramai lontana dalle esigenze delle persone si manifesta anche in una crescente difficoltà a concepire l’integrazione con le persone che sono giunte e giungeranno in Italia. Il 56,3% degli italiani dichiara che non è vero che le cose hanno iniziato a cambiare veramente. Il 63,6% è convinto che nessuno ne difende interessi e identità, devono pensarci da soli (e la quota sale al 72% tra chi possiede un basso titolo di studio e al 71,3% tra chi può contare solo su redditi bassi). Nella fotografia scattata dal Censis viene fuori che il 63% vede in modo negativo l’immigrazione da Paesi non comunitari (contro una media Ue del 52%) e il 45% anche da quelli comunitari (rispetto al 29% medio).

La minaccia dell’altro
I più ostili verso gli extracomunitari sono gli italiani più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati, mentre il dato scende al 23% tra gli imprenditori. Il 58% degli italiani pensa che gli immigrati sottraggano posti di lavoro ai nostri connazionali, il 63% che rappresentano un peso per il nostro sistema di welfare e solo il 37% sottolinea il loro impatto favorevole sull’economia. Per il 75% l’immigrazione aumenta il rischio di criminalità. Cosa attendersi per il futuro? Il 59,3% degli italiani è convinto che tra dieci anni nel Paese non ci sarà un buon livello di integrazione tra etnie e culture diverse. Sta alla politica, che oggi è percepita distante, trovare la quadra. E trovarla quanto prima.

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