Profumi, relax, calma e silenzio. Questa l'atmosfera che aiuta ad assaporare sino in fondo il liquore preferito. Assaporarlo realmente. E se invece in tempi così virtuali ci fossero alternative “sensuali” senza necessariamente bere il distillato tanto desiderato? Queste alternative ci sono perché, oltre al mocktail (cocktail senza alcool), ora esiste anche il vocktail, un bicchiere speciale, inventato dai ricercatori dell'Università Nazionale di Singapore, che, grazie alla mescolanza sapiente di tre sensazioni virtuali “trasforma” l'acqua in una qualsiasi bevanda alcoolica, quindi anche nel distillato preferito. Una è visiva e si basa su un Led che modifica il colore dell'acqua in quello del vino o della bevanda alcolica scelta; la seconda è costituita da tre elettrodi posti sul bordo del bicchiere che attivano le papille gustative in modo da far sentire un sapore amaro oppure salato o dolce con diverse intensità. Infine, a coronamento di questa tecnologia sensoriale, un gas si espande intorno al naso e alla bocca imitando perfettamente il profumo del distillato scelto.
Il piacere del palato è anche estetica
I degustatori e gli appassionati di liquori amano guardare e rigirare il bicchiere prima di bere, perché il vetro cambia e
si trasforma in qualcosa di vivo grazie al contenuto e ai movimenti che aiutano a sprigionare i profumi e i sapori. I maestri
in questa arte dell'estetica e del gusto sono i giapponesi. Ed è talmente importante il binomio gusto/estetica che in quel
paese bere il saké esige di distillare secolari gesti e cerimonie che prevedono l'uso non solo della tradizionale coppetta
ma anche di una caraffa nella quale il saké va travasato dalla bottiglia (spesso piccoli capolavori)per poi essere versato
nella coppetta. Che richiede -secondo quanto avviene nel celebrato ristorante-bar Fushikino di Tokyo-uno stile preciso chiamato
appunto Fushikino Style. Innanzitutto ci sono coppette laccate per il saké moderatamente invecchiato, bicchieri cesellati
per quello ambrato perchè molto invecchiato, blu per l'estate (di rigore, ripara dal calore) o di ceramica spessa d'inverno
affinché il saké non si raffreddi subito.
Il classico “ballon” per il cognac? Sbagliato
E non è un caso se nei bar davvero di classe e anche in quelli domestici, trionfino i vetri della celebre casa finalndese
Ittala, disegnati da uno dei grandissimi del design mondiale,Tapio Wirkkala. Oppure i vetri spessi delle nostre migliori vetrerie
artigianali che vengono considerati dai degustatori l'ideale per qualsiasi distillato, per la varietà delle forme e la consistenza
dello spessore. E, ancora, qualcosa di speciale per gli appassionati del design: i cristalli luminosi e sonori dell'austriaca
Riedel. Ed, essendo tornato di moda l'assenzio, peccaminoso e fortemente alcolico, ecco di nuovo pronti per gustarlo i bicchieri
che ne “allungano” il sapore, esaltando in modo discreto il tasso alcolico e quel vago sentore di “fuoco verde” un po' perverso.
Quanto al classico “ballon” per il cognac se se ne parla con i produttori dell'omonima zona dedicata, rimangono sorpresi.
Non conoscono, né hanno mai usato il “ballon”. Loro, per assaggiare e bere prescrivono il bicchiere a tulipano, di forma piccola,
con base ampia e con un'imboccatura stretta che concentra e accompagna l'aroma verso il naso.
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