Mentre Starbucks sta continuando la conquista dell'Italia, aprendo il suo quarto punto vendita a Milano, e gli italiani iniziato a familiarizzare con nomi quali ‘Frappuccino', ‘Vanilla Latte' o ‘Iced Caramel Macchiato'… noi siamo andati a riscoprire i caffè gourmet della tradizione napoletana. Ovvero, quella che è considerata, a ragione, la vera patria del caffè. Anche se la prima città ad apprezzare questa bevanda, originaria dell'Etiopia, fu Vienna, è a Napoli, dove si diffuse successivamente, che divenne una bevanda-cult, grazie a Maria Carolina D'Asburgo, che dopo aver sposato Ferdinando IV di Borbone nel 1768, volle introdurre a corte l'usanza del caffè. Oggi il caffè a Napoli è ancora un rituale, rappresenta un vero e proprio culto. E rifiutarlo, se offerto, equivale quasi a un'offesa. Per apprezzare il suo gusto, il profumo intenso e l'aspetto cremoso va bevuto rigorosamente in una tazzina di ceramica bianca, spessa e senza decori interni.
Nel corso dei decenni l'offerta di caffè dei bar napoletani è andata via via arricchendosi di numerose varianti al tradizionale espresso, innovative ricette, originali tecniche di preparazione di questa bevanda per eccellenza. Sono i cosiddetti caffè gourmet, i caffè speciali, divenuti oramai anch'essi dei classici, che hanno contribuito in maniera significativa ad elevare Napoli a capitale mondiale del caffè. Impossibili elencarli tutti ma non possiamo non menzionarne i più celebri.
Caffè Barbajata
Durante il suo lungo e ozioso soggiorno napoletano il sommo musicista e compositore Gioacchino Rossini (direttore, tra l'altro,
del Real Teatro San Carlo dal 1815 al 1822), era ospitato dal più noto impresario teatrale dell'epoca, Domenico Barbaja, presso
il meraviglioso omonimo palazzo (Palazzo Barbaja, monumentale edificio sito in via Toledo). I due amavano bere nelle caffetterie
di via Toledo un caffè speciale; la tradizione è stata recuperata dai maestri caffettieri napoletani che hanno “creato” il
Caffè Barbajata (il nome è stato coniato in onore del noto impresario teatrale): caffè, zucchero, cioccolato e panna.
Caffè Brasiliano
Nato negli anni intorno al 1950, è il primo tra i caffè di nuova generazione. Al Bar Brasiliano, ubicato nella Galleria Umberto
I, i numerosi frequentatori dell'epoca (soprattutto appassionati di calcio, attori e cantanti) che ne avevano fatto il loro
ritrovo, cominciarono a chiedere un caffè “diverso”, più sostanzioso del tradizionale espresso, con l'aggiunta di latte e
cacao. Nacque, così, un sorta di mini-cappuccino, più economico del cappuccino vero e proprio, cui fu dato il nome del bar
che lo tenne a battesimo.
Caffè Nocciola
Nasce in concomitanza del G7 napoletano del 1994 e del riconoscimento, dopo qualche mese, del centro storico di Napoli quale
patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco. Le caffetterie di piazza Trieste e Trento vollero creare un nuovo caffè celebrativo
dei due eventi mondiali. Fu subito un successo e oggi turisti d'ogni parte del mondo chiedono di provare il Caffè Nocciola,
un must realizzato con caffè espresso napoletano, pasta di nocciola e zucchero.
Caffè Strapazzato
La tradizione impone di bere il caffè nella tazzina bollente col rischio, però, di scottarsi le labbra. L'inventiva dei baristi
napoletani ha escogitato un sistema per ovviare all'inconveniente: aggiunti zucchero e cacao al caffè, lo “strapazzano” rapidamente
con un cucchiaino, col quale, poi, bagnano il bordo della tazzina così raffreddandola. Il Caffè Strapazzato è sempre più richiesto
nei bar napoletani.
Caffè Gegè
Il caffè napoletano è tra i più forti del mondo per la carica di caffeina che lo contraddistingue. Per addolcirlo Gennaro Ponziani, storico direttore dello storico Gran Caffè Gambrinus, prese ad aggiungervi zucchero, cacao e panna a bagnomaria. Questa variazione sul tema ha avuto tale successo da diventare
vera e propria specialità col nome di Caffè Gegè (vezzeggiativo di Gennaro, il nome del suo creatore) di cui si trova vasta
eco finanche nelle guide turistiche.
Caffè Babà
L'ultimo nato è il Caffè Babà, creazione del maestro Raffaele Rocchetti dello storico Gran Caffè Gambrinus, il quale propone
una delizioso caffè con l'aggiunta di zucchero, panna montata e un babà mignon. Un modo per gustare, insieme al caffè napoletano,
un caposaldo della tradizione dolciaria napoletana.
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