Nonostante l'attuale riduzione dei flussi (oggi -80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), «è significativo il
numero di immigrati che insiste nel
nostro territorio, sia per l'elevato numero di sbarchi del passato che per la prolungata presenza di richiedenti asilo, con
un forte impatto sui territori. Ad oggi sono accolte più di 140.000 persone e sono in trattazione circa 110.000 domande di
asilo». Sono i dati resi noti dal Viminale che ha diffuso un dossier in cui, attraverso una serie di domande e risposte, spiega
le ragioni e le finalità del decreto immigrazione, convertito in legge il 1° dicembre scorso.
Con il decreto sicurezza 140mila irregolari in più
In base alle prime stime dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) uno degli effetti del decreto sicurezza
sarà la presenza di 140mila stranieri irregolari in più, soprattutto come conseguenza dell’abolizione dell’istituto della
protezione umanitaria, sostituita da “permessi speciali”, di carattere residuale , che danno al titolare una condizione giuridica
più precaria: ad esempio, non consentono l'iscrizione al servizio sanitario nazionale, ma solo a cure urgenti ed essenziali.
Respinte quattro domande di asilo su cinque
Non solo. I nuovi criteri più restrittivi hanno avuto come effetto anche un aumento dei casi di diniego. Se si guarda ai dati
di novembre la percentuale di domande respinte è stata dell’80% (a fronte del 7% di domande di asilo accolte e dell’8% di
protezioni sussidiarie concesse) rispetto al 75% di ottobre, al 72% di settembre e al 59% di agosto. Un trend in continua
crescita. Anche se il Viminale evidenzia che «restano invariate le tutele per chi fugge perché perseguitato o discriminato,
per chi corre il rischio di condanne a morte o di tortura, per chi rischia la vita per conflitti armati nel proprio Paese.
Continua comunque ad essere tutelato chi versa in una condizione di particolare esigenza umanitaria».
Viminale: Sprar proficuo, continua a esistere
Altra conseguenza del decreto sicurezza è l’esclusione dei richiedenti asilo e dei titolari del permesso di soggiorno per motivi umanitari dal sistema di protezione per rifugiati gestito dagli enti
locali (Sprar). «Lo Sprar continua ad esistere» sottolinea ad ogni modo il Viminale. Cambierà la denominazione - Siproimi,
Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati - ma è «confermata
la sperimentata e proficua modalità di accoglienza integrata che vede i sindaci protagonisti» nei progetti. Sono 877 quelli
finanziati, per 35.881 posti, con 1.825 comuni interessati e con
più di 27 mila persone accolte.
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I permessi speciali
Quanto ai permessi speciali che hanno sostituito i permessi per protezione umanitaria, sono cinque le fattispecie previste:
il permesso per “protezione speciale”, della durata di 1 anno rilasciato su richiesta della Commissione territoriale per la
protezione internazionale allorché non riconosca allo straniero lo status di rifugiato o dallo status di protezione sussidiaria,
ma ritenga impossibile il suo allontanamento per il rischio di subire persecuzioni o torture; il permesso “per calamità”;
il permesso “per cure mediche”; il permesso “per atti di particolare valore civile”; il permesso di soggiorno “per casi speciali”,
rilasciato in altre ipotesi in cui finora era rilasciato un permesso per motivi umanitari: a) protezione sociale delle vittime
di delitti oggetto di violenza o grave sfruttamento; b) vittime di violenza domestica che denuncino l'autore del reato; c)
particolare sfruttamento lavorativo su denuncia del lavoratore sfruttato che denunci il datore di lavoro.
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