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Le mosse dei partiti in vista delle Europee: ecco la mappa delle alleanze

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le strategie di Lega, M5S, Pd e Fi

Le mosse dei partiti in vista delle Europee: ecco la mappa delle alleanze

Matteo Salvini vola a Varsavia per incontrare il leader del partito di governo polacco, il movimento di destra e nazionalista Diritto e giustizia (PiS), Jaroslaw Kaczynski. Luigi Di Maio ha preso l’aereo direzione Bruxelles per lavorare al suo Manifesto politico per una nuova Europa. I partiti alleati di governo in Italia, Lega e M5S, si muovono su binari paralleli in vista delle alleanze da stringere per le europee di maggio. Movimenti trasversali che riguardano anche Fi e Pd: se Silvio Berlusconi ha ancorato Fi al Partito popolare europeo, i dem testano un possibile allargamento della sua collocazione oltre i socialisti europei.

Salvini, rafforzare i sovranistri con un occhio al Ppe
Già nell’incontro di fine agosto con il leader ungherese Viktor Orban (campione dei sovranisti, pur se facente parte del Partito popolare europeo), Salvini aveva chiarito la sua strategia europea: far trionfare alle elezioni di fine maggio i partiti euroscettici, per stringere un’alleanza con un Ppe dove una Merkel perdente esce ridimensionata rispetto ad un Orban vincente, e creare a Strasburgo una maggioranza a favore di politiche migratorie più severe, che cacci i socialisti all’opposizione.

Il tentativo di ricollocazione del M5S
Il M5S in Europa sta ancora cercando un difficile tentativo di riposizionamento per evitare di rimanere isolato. Una missione già fallita nel 2017, con il mancato passaggio dei pentastellati nel gruppo dei liberali europeisti di Alde, per svincolarsi dall'abbraccio con l’Ukip di Nigel Farage (che dopo Brexit non sarà più a Strasburgo) nel gruppo Efdd. Da qui l’apertura ai gilet gialli francesi con il duplice obiettivo: allontanarsi dai partiti tradizionali ma allo stesso tempo distinguersi dai movimenti di destra del gruppo Enf dove invece siedono gli alleati di governo della Lega.

GUARDA IL VIDEO/ A Malta il congresso del Ppe, gli arrivi di Merkel e Berlusconi

Fi e l’aggancio al Ppe
La collocazione che Silvio Berlusconi ha voluto dare a Fi è rimasta immutata: porte chiuse all’euroscetticismo, perché senza Ue l’Italia finirebbe in un vicolo cieco, e ancoraggio al Partito popolare europeo. Berlusconi è consapevole che le famiglie europee tradizionali devono rinnovarsi («Il Ppe non può essere il partito dello status quo», ha detto). Tuttavia, il Cavaliere ha la necessità di smarcarsi dalla posizione euroscettica della Lega alleata dei 5 stelle nel governo nazionale. La convinzione di Berlusconi è che l'attuale esecutivo giallo-verde avrà vita breve, e presto potrà ricrearsi una alleanza di centrodestra incentrata su Fi e una Lega ridimensionata.

Il Pd e i tentativi allargare le alleanze
Nel Pd tutte le aree del partito sono consapevoli che i movimenti socialisti in tutta europa sono in ritirata, con le prossime europee che rischiano di essere un bagno di sangue per il Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo (S&D), dove siedono i Dem. Non è un caso che i due aspiranti segretari, sia Maurizio Martina che Nicola Zingaretti, abbiano espresso la necessità di andare oltre i socialisti, e far convergere la socialdemocrazia rinnovata di Pedro Sanchez in Spagna e Antonio Costa in Portogallo con le esperienze riformiste di Alexis Tsipras in Grecia e di Emmanuel Macron in Francia, coinvolgendo anche il mondo ambientalista e quei liberali rimasti coerenti al progetto d'integrazione europeo

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