Come primo esperimento in Italia, sta per partire a Milano l’Area B, il provvedimento che punta a limitare in modo drastico il traffico di mezzi privati molto inquinanti. Si comincia il 25 febbraio, con le prime 15 telecamere che impediranno l’accesso ai veicoli più datati. Poi da ottobre 2020 ci saranno 195 occhi elettronici, a vigilare su un’area da 128 chilometri quadrati: il 72% della Città metropolitana.
In molte città italiane ci sono ztl rigide e già a Milano è presente l’Area C, introdotta dall’amministrazione Pisapia, che impone il pagamento di 5 euro per l’ingresso nel centro storico a tutti i veicoli, dalle ore 7,30 alle 19,30, da lunedì a venerdì (e questa stessa misura è un rafforzamento dell’Ecopass inventato dalla giunta Moratti). La differenza stavolta è l’ampiezza della zona, paragonabile solo a quelle di Londra e Bruxelles, dove sono state adottate misure simili.
Mentre l’Area C è tecnicamente una “traffic charghe”, ovvero una tassa per ridimensionare il traffico cittadino (il Comune intasca mediamente 30 milioni l’anno), l’Area B si prefigge di ridurre l’inquinamento, e quindi ci sarà una sanzione per chi non rispetta il divieto, pari a 80 euro. L’investimento per il Comune di Milano è di 12 milioni.
Come funziona
La zona a bassa emissione sarà una rivoluzione per quasi 570mila veicoli, che non potranno più entrare in città. Il blocco
coinvolgerà fin da subito i benzina euro 0 e i diesel euro 0, 1, 2 e 3. Dal 1 ottobre 2019 lo stop sarà esteso alle auto diesel
euro 4 e diesel euro 0, 1, 2, 3, 4 con FAP omologato euro 4 installato dopo il 2018. Mentre dal 1 ottobre 2020 resteranno
in garage i benzina euro 1 e i veicoli per merci diesel euro 4 e diesel euro 0,1,2,3,4 con FAP omologato euro 4 installato
dopo il 2018. Queste le scadenze più vicine.
Secondo stime del Comune di Milano, nel 2019 saranno 569.400 i veicoli interessati dal provvedimento. Da un lato le auto per trasporto di persone: 125.500 registrate a Milano più 303.900 immatricolate nella Città metropolitana. A queste si aggiungono gli autoveicoli per trasporto di cose: 40.800 nella città di Milano e 99.200 nella Città Metropolitana. Il divieto sarà in vigore dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 19,30, escluso i festivi. Rispetto alle limitazioni istituite dalla Regione Lombardia, il blocco sarà più efficace in quanto controllato con telecamere ed esteso per tutto l’anno. Il divieto è esteso ai taxi.
Le concessioni
Si procede per gradi: per il primo anno sono concessi 50 ingressi per i residenti e 25 per i non residenti; il secondo anno
25 per i residenti e solo 5 per i non residenti, al fine di salvaguardare, come spiega l’assessore di Milano ai Trasporti
Marco Granelli, «le entrate occasionali e non penalizzare i cittadini». Intanto sono previsti parcheggi nelle zone limitrofe,
alcuni già esistenti e altri da costruire (come i 200 posti nuovi a Comasina e i 2.550 a Bettola, tra Milano e Monza).
Per aiutare i cittadini a cambiare auto sono previsti incentivi comunali che si sommano a quelli statali, e uno sconto del 70% sugli abbonamenti dei mezzi pubblici per chi ha un’Isee sotto i 20mila euro. Gli ambulanti potranno avere un prolungamento dell’autorizzazione fino alla fine della concessione, per un massimo 500 km, registrati da una scatola nera.
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